Il Grillo sparlante che vede complotti
di Davide Romano
Da SHALOM dell’ ottobre 2007
Da quando Beppe Grillo ha messo piede in politica, le sue opinioni sul mondo ebraico sono divenute di maggiore interesse per il pubblico. Per questo abbiamo svolto un’analisi delle dichiarazioni del bravo comico relative ad Israele e agli ebrei, che vede purtroppo un bilancio largamente negativo. Le teorie del dominio ebraico sui media da un lato, e la demonizzazione di Israele dall’altro, sembrano essere un caposaldo del suo pensiero.
Ma andiamo con ordine. L’uscita che fece più rumore nel mondo ebraico fu quella in difesa di Mel Gibson, nell’agosto del 2006. Per chi non lo ricordasse, l’attore americano disse all’agente di polizia che l’aveva fermato in stato di ubriachezza: “Gli ebrei sono responsabili per tutte le guerre nel mondo”. La cosa fece molto scandalo negli USA. Beppe Grillo, stranamente in questo caso, mise da parte la sua proverbiale intransigenza e commentò la vicenda in questo modo: “La rete ABC ha cancellato una serie con Mel Gibson sull’Olocausto. Hollywood lo vuole mettere al bando. Alcuni opinionisti americani dicono che le scuse non bastano. Mel Gibson ha sbagliato e deve pagare. E i produttori di origine ebraica, e anche gli altri se ci sono, di Hollywood non devono dargli una seconda opportunità. (…) Israele fa paura. Il suo comportamento è irresponsabile. Ecco, l’ho detto. E non sono neppure ubriaco. Sono solo spaventato per i miei figli. Come forse siamo un po’ tutti. Lo so, Veltroni mi metterà al bando da Cinecittà. Dietro Israele ci sono gli Stati Uniti o dietro gli Stati Uniti c’è Israele, chi è la causa e chi l’effetto? (…)”. Sono parole inquietanti se dette da un comico, ma diventano ancora più gravi se pronunciate da un leader politico. I classici elementi della teoria del complotto ebraico – che già troppi danni ha fatto in passato – ci sono purtroppo tutti. E pensare che proprio in quei giorni l’ex vice-presidente della AOL Time Warner, Merv Edelman, denunciava sul Los Angeles Times il complice silenzio di molti produttori ebrei (a partire da Steven Spielberg) sulla vicenda di Mel Gibson….
Non era questa però la prima volta che il comico genovese si esprimeva in questi termini. Nel febbraio 2006 infatti, scoppia il caso Ferrando: l’allora esponente del PRC aveva delegittimato l’esistenza di Israele e giudicato un atto di legittima resistenza la strage di Nassiriya. In quella occasione Beppe Grillo definì Ferrando un “estremista di buon senso”. Ancora più grave è quanto l’(ex?) comico ha detto su Ahmadinejad, durante un suo spettacolo (visibile su Youtube, e ripreso anche dal sito Informazione Corretta). Secondo Grillo, il Presidente iraniano non avrebbe mai negato la Shoah. Glielo ha assicurato suo cognato, che è di Teheran e parla persiano. Secondo l’artista le preoccupazioni del mondo contro Ahmadinejad sarebbero quindi dovute solo a traduzioni faziose del MEMRI (un istituto che traduce in inglese i discorsi dei leader arabi e persiani), il cui peccato originale sarebbe quello di essere stato fondato da un ex-ufficiale israeliano. Ancora e sempre la teoria del complotto ebraico mondiale.
Tali parole ci feriscono e ci preoccupano, poiché confermano come tutto il lavoro fatto per combattere il pregiudizio relativo agli ebrei e ad Israele – presente anche a sinistra – sia lungi dall’essere terminato. Grazie ai coraggiosi passi avanti fatti anche da Fassino e da Veltroni, e persino da Bertinotti, si intravedeva la prospettiva di un rapporto finalmente sereno tra la sinistra e il mondo ebraico. Ecco invece, puntuale, da un “nuovo” leader della sinistra, riemergere la vecchissima e ritrita teoria del complotto ebraico. Sembra proprio una condanna perenne: dover ricominciare ogni volta da capo. Siamo pronti e abituati a questo, e continueremo testardamente ad educare giorno dopo giorno, studente dopo studente. E’ però doloroso ammettere che le motivazioni e le speranze di seminare tolleranza vengono meno quando si vedono arrivare dall’orizzonte sciami di grilli e cavallette che possono spazzare via il difficile lavoro di anni. Chissà se un giorno si potrà mai aprire un dialogo con Grillo. In alternativa, almeno eviti di parlare di noi. Ci lasci stare. Abbiamo già dato.