Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Olp, respinge la richiesta che i palestinesi riconoscano Israele come stato degli ebrei. Intervistato lunedì da Israel Radio, Erekat ha detto testualmente che “nessun paese al mondo lega la propria identità nazionale a un’identità religiosa” (misconoscendo, come di consueto negli ambienti anti-israeliani, il carattere anche nazionale dell’autodefinizione ebraica).
Sempre lunedì, 108 eminenti personalità palestinesi di Gerusalemme, musulmane e cristiane, hanno firmato un appello in cui chiedono al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) di non fare nessuna concessione a Israele sulla città santa negli imminenti negoziati. “Israele deve restituire tutta Gerusalemme est, cioè l’area che ha catturato nel 1967”, ha dichiarato uno dei firmatari, il consigliere di Abu Mazen Adnan Hussein (facendo riferimento a un’area ch comprende anche tutto il quartiere ebraico della Città Vecchia, Muro Occidentale compreso, da dove venne bandita ogni presenza ebraica tra il 1948 e il 1967).
Poco prima, il primo ministro israeliano Ehud Olmert aveva affermato che il punto di partenza per qualunque negoziato con i palestinesi deve essere “il riconoscimento di Israele come stato per il popolo ebraico”. “Non intendiamo tenere negoziati sulla nostra esistenza come stato ebraico – aveva spiegato Olmert – Questo deve essere il punto di partenza per qualunque dialogo. Non intendiamo discutere con nessuno del fatto che Israele è uno stato per il popolo ebraico. Chiunque non accetti questo fatto non può negoziare con noi. È un concetto che abbiamo messo bene in chiaro sia coi palestinesi che con gli americani e gli europei. Sono certo che Abu Mazen e il premier Salam Fayad intendono onorare gli accordi già firmati e fare la pace con Israele in quanto stato ebraico. Su questo non c’è nessun compromesso da fare: è la condizione sine qua non per l nostro riconoscimento di uno stato palestinese”.
Nei recenti colloqui preliminari fra israeliani e palestinesi in vista della conferenza di pace prevista ad Annapolis (Usa), la delegazione palestinese esplicitamente si è rifiutata di includere nella bozza di testo di dichiarazione congiunta il riconoscimento di Israele come stato ebraico. Le dichiarazioni fatte lunedì da Erekat sembrano confermare questa posizione.
(Da: Ha’aretz, 12.11.07)
Nell’immagine in alto: Le mappe della propaganda palestinese illustrano sempre esplicitamente l’obiettivo di cancellare Israele dalla carta geografica |