Hamas affama i palestinesi di Gaza
Il ministro delle finanze del deposto governo palestinese fedele a Hamas ha vietato da lunedì l’importazione nella striscia di Gaza di frutta e verdura di produzione israeliana. Lo riferisce un portavoce dell’Associazione dei frutticoltori israeliani.
Secondo Shlomo Dror, portavoce dell’ufficio di coordinamento per le attività governative israeliane nei territori, la decisione di Hamas renderà molto difficile per i palestinesi procurarsi frutta e verdura, soprattutto quei prodotti che non vengono coltivati nella striscia di Gaza. Già lunedì, spiega Dror, appena saputo che i contraenti privati palestinesi sul versate di Gaza del valico di Kerem Shalom avevano intenzione di rispettare il divieto, i commercianti israeliani hanno annullato l’invio di 60 camion di merce.
Il bando a frutta e verdura israeliana è l’ultima di una serie di misure adottate da Hamas contro l’interscambio Gaza-Israele, prima fra tutte il continuo lancio di granate di mortaio sui valichi di passaggio per costringerli a chiudere. Sabato scorso un portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, ha dichiarato: “Siamo contro l’apertura del valico di Kerem Shalom, controllato dai sionisti”. Secondo Barhoum, l’utilizzo di quel passaggio “rientra in una cospirazione ordita da Israele e dalla leadership filo-americana di Fatah a Ramallah contro i palestinesi di Gaza”.
Hamas vorrebbe obbligare Egitto e Israele ad usare il valico di Rafah, a sud della striscia di Gaza, già caduto sotto il suo controllo. Recentemente Hamas ha minacciato il Cairo che non avrebbe “garantito la sicurezza sul versante palestinese” se avesse usato il valico di Kerem Shalom. Dopo il golpe di Hamas un mese fa nella striscia di Gaza, gli ispettori europei incaricati di monitorare il valico di Rafah dal ritiro israeliano del 2005, hanno abbandonato la loro postazione. Domenica scorsa l’Unione Europea ha deciso anche di ridurre il numero di ispettori al valico di Rafah, spiegando che la loro presenza non ha più senso poiché il valico tra striscia di Gaza ed Egitto è chiuso da quando Hamas ne ha preso il controllo.
Sarebbero circa 4.000 i palestinesi di Gaza rimasti bloccati sul versante egiziano del valico a causa della chiusura. Lunedì una delegazione di ministri del governo d’emergenza palestinese fedele a Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha reso visita agli abitanti della striscia di Gaza bloccati nel Sinai a causa della chiusura del valico di Rafah. I ministri hanno accusato Hamas di impedire intenzionalmente a questi palestinesi di rientrare, e di sfruttare le loro sofferenze per ragioni politiche.
Secondo le Nazioni Unite, l’utilizzo dei valichi di Kerem Shalom e di Sufa come alternativa a quelli chiusi dopo la presa del potere di Hamas è stato il salvagente che ha permesso alle agenzie Onu di fornire derrate alimentari a più di un milione di palestinesi della striscia di Gaza.
David Baker, portavoce dell’ufficio del primo ministro israeliano, ha aspramente criticato la decisione di Hamas. “Israele – ha affermato – si sforza di permettere l’ingresso della maggiore quantità possibile di prodotti nella striscia di Gaza per alleviare le condizioni palestinesi. E invece Hamas punta a esasperare le cose a spese della sua stessa gente pur di fomentare risentimento contro Israele”.
Ilan Eshel, direttore generale dei frutticoltori israeliani, ha detto che il blocco delle importazioni da Gaza si tradurrà anche in perdite significative per il suo mercato. Verosimilmente le eccedenze si riverseranno sul mercato interno causando una crisi dei prezzi.
“Questa di Hamas è una mossa politica e demagogica – ha detto il direttore generale del ministero dell’agricoltura israeliano Yossi Yishai – Hamas non chiuderà mai le frontiere all’importazione (da Israele) di prodotti come il latte e il pane. Questa mossa mira solo a danneggiare gli agricoltori israeliani a spese dei consumatori palestinesi”.
Dror aggiunge che il bando di Hamas e i tiri di mortaio contro i valichi non hanno comunque impedito il passaggio di altri prodotti attraverso Kerem Shalom. Israele e Nazioni Unite continuano a collaborare per agevolare gli aiuti umanitari, come derrate alimentari e foraggio per gli animali, attraverso sia il valico di Kerem Shalom che quello di Sufa. Anche il governo palestinese di Fatah che fa base in Cisgiordania si adopera per il passaggio di aiuti attraverso Kerem Shalom, che costituiva il principale valico per le merci fino al golpe di Hamas a Gaza. Secondo i dati di Dror, attraverso Kerem Shalom e Sufa passa una media di 150 camion di merci al giorno, in alternativa al valico di Karni che è chiuso (ad eccezione dei carichi di frumento) dallo scorso 12 giugno per ragioni tecniche e di sicurezza. Da allora Israele e Onu fanno affidamento soprattutto su Kerem Shalom e Sufa che sono più facili da controllare perché si trovano leggermente indietro rispetto alla linea di confine. Ma da allora, ricorda Dror, abbiamo avuto tiri di mortaio di Hamas quasi quotidiani.
Jerusalem Post