L’Eco di Bergamo
Data: 28/11/2007
“Damasco e Teheran attori fondamentali”
Damasco e Teheran attori fondamentali
«A parte l’accordo su un testo abbastanza preciso, la svolta nel processo di pace israelo-palestinese è il ruolo che gli Stati Uniti si sono attribuiti. Ruolo che non è solo quello di mediatore ma essenzialmente di arbitro dell’accordo». Gianni Bonvicini, direttore dell’Istituto affari internazionali (Iai), sottolinea che rispetto all’esperienza di Clinton nel 2000 a Camp David gli Usa ad Annapolis si sono attribuiti un ruolo più pesante e diretto nel mettere le due parti d’accordo: «È qui il vero cambiamento», rimarca Bonvicini.
C’è anche la presenza al vertice della Siria, pur con figure di secondo piano.
«Questa presenza apre un altro tema fondamentale che è quello dell’accordo tra Israele e Siria per le alture del Golan. Questo significa che è difficile distinguere o slegare il processo di pace in Medio Oriente se non si risolve anche questo contenzioso. Il gioco diventa più complesso, entrano altri attori nella contesa: oltre alla Siria ci sono gli Hezbollah del Sud del Libano e l’Iran».
I palestinesi in questo momento sono divisi: Abu Mazen rappresenta Fatah ma non Hamas che oggi ha il potere a Gaza.
«C’è una difficoltà enorme a negoziare con i palestinesi per questo motivo. Hamas non ha alcuna intenzione di farsi imporre accordi da Fatah. Inoltre, ad essere debole non è solo Abu Mazen ma anche Bush giunto ormai alla fine del suo mandato e non più rieleggibile. Anche Clinton nel 2000 era al termine e dopo Camp David le cose andarono a rotoli».
E il mondo arabo?
«Sulla questione israeliana il mondo arabo non è particolarmente coeso. Da una parte teme enormemente l’Iran, dall’altra è attraversato da questa lotta di sempre tra fondamentalismo sciita e l’atteggiamento più moderato dei sunniti. I due gruppi, che passano anche attraverso Paesi a maggioranza sunnita, rischiano di scontrarsi sulle vie del processo di pace. E rischia di saldarsi l’arco sciita che va dall’Iran agli Hezbollah e ad Hamas. Il processo di pace è legato a eventi che non si possono controllare, come il terrorismo e i kamikaze».
Abu Mazen vuole lo Stato palestinese con capitale Gerusalemme: Israele potrà cedere su questo punto?
«È l’ultimissima carta sulla quale Israele cederà, se la tiene come riserva. Credo che un accordo non potrà prescindere da questo ma è una carta su cui gli israeliani alzeranno enormemente il prezzo e chiederanno in termini di sicurezza e di emarginazione di Hamas una contropartita notevole».
Rosario Caiazzo