Il Corriere della Sera, 03/12/2007
Palestina Offensiva dell’Autorità contro gli islamici
Abu Mazen, guerra a Hamas
Barbe tagliate agli estremisti
di Davide Frattini
GERUSALEMME – I vicini passano a trovare lo sceicco Husam e provano a non fissargli la faccia. Anche se sta ricrescendo, la barba islamica che esibiva da vent’anni non c’è più. Portata come un simbolo e una bandiera, rasata in pochi minuti da un agente della polizia palestinese.
Husam Harb è stato arrestato alla metà di ottobre. L’hanno preso dal villaggio di Skaka, vicino a Nablus, e portato in un appartamento di Ramallah, dentro a uno di quei palazzoni bianchi che fanno da prigioni dell’intelligence. Ci ha passato un mese, accusato di incitare i giovani alla ribellione dal pulpito della moschea. «I suoi sermoni sono contro l’Autorità palestinese. Spingeva i ragazzi a scrivere graffiti e ha usato anche suo figlio per diffondere l’odio. L’abbiamo interrogato, non ci sarà processo», spiega Mansour Bani Odeh, l’ufficiale che ha seguito il caso.
Una sera, una delle guardie è entrata nella cella e ha detto a Harb che aveva ricevuto l’ordine di raderlo. «Ho provato a spiegargli che ero un religioso, che perdere la barba era un’umiliazione per un musulmano », racconta. «Mi ha risposto che se mi opponevo, avrebbero usato la forza. È durato poco, ma sono rimasto scioccato per giorni». «L’abbiamo fatto per ragioni igieniche replica l’ufficiale . È una procedura normale nelle prigioni». Un altro agente dei servizi segreti ammette che la rasatura è efficace nella guerra contro Hamas. «Sono imbarazzati, perdono l’orgoglio spiega al quotidiano Jerusalem Post .Funziona. L’abbiamo già provato prima».
Prima è una decina di anni fa, quando Yasser Arafat aveva deciso di provare a domare il movimento islamico. Il rasoio era finito in mano a Mohammed Dahlan e ai suoi uomini a Gaza. Duemila miliziani vennero arrestati e disarmati. Chiusi in carcere, sbarbati, forse torturati. Mahmoud Zahar, uno dei leader più oltranzisti, parla ancora dei maltrattamenti subiti nelle celle del raìs e non ha mai dimenticato il disonore di quella barba tagliata.
Farla crescere per gli islamici è un precetto. «Tagliati i baffi e coltiva la barba», avrebbe detto Maometto. Yusuf Al Qaradawi, influente teologo vicino ai Fratelli Musulmani, spiega che è il modo per differenziarsi dai non musulmani. «Radersi è un atto di ribellione contro la natura dell’uomo, vuol dire imitare le donne. I peli sono un segno di maturità e per molti studiosi è haram, proibito, toglierli».
Il governo di Salam Fayyad è all’offensiva contro i sostenitori di Hamas in Cisgiordania. Il movimento integralista sostiene che lo stesso trattamento riservato allo sceicco Harb è toccato a decine di affiliati. Gli arresti e i controlli vogliono impedire ai fondamentalisti di organizzarsi, di preparare il colpo militare che dalla Striscia di Gaza i leader più duri minacciano. «Il prossimo autunno pregheremo nella Muqata di Abu Mazen», proclama Nizar Rayan. Il presidente e il suo primo ministro hanno preso sul serio l’avvertimento: Rayan all’inizio di giugno aveva promesso di inginocchiarsi a salmodiare nel palazzo di Abu Mazen a Gaza. È successo quindici giorni dopo.