L’Iran aiuta anche i talebani
Il ministro della Difesa canadese Peter MacKay ha chiaramente identificato l’Iran come il Paese da cui provengono le armi impiegate dai ribelli afghani contro le forze della coalizione internazionale. «Abbiamo chiesto agli iraniani di occuparsi di questa questione perché è molto difficile tagliare le linee di rifornimento quando ci sono, in un altro Paese, persone che procurano armi destinate ad essere impiegate contro le forze canadesi e degli altri Paesi» che partecipano alla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) a guida Nato, ha detto MacKay ad alcuni giornalisti in Afghanistan.
Il ministro, in visita alla base militare di Kandahar, nel sud, ha detto che il Canada è particolarmente preoccupato per gli ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale provenienti dall’Iran e che spesso sono finiti nelle mani dei talebani.
Gran parte dei 73 militari canadesi morti in Afghanistan dall’inizio della missione canadese in questo Paese, nel 2002, sono stati uccisi da questo tipo di esplosivo.
Nel frattempo continuano gli scontri in molte province del Paese, dove la guerriglia talebana sembra tutt’altro che domata dalle forze della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.
Quattro persone sono state uccise in due attentati dinamitardi nel Sud dell’Afghanistan, uno dei quali fatto collocando esplosivo sotto il cadavere di un uomo. Lo ha annunciato la polizia afghana.
Nell’Est del Paese invece le forze di sicurezza hanno arrestato una donna che aveva sotto il burqa un giubbotto esplosivo per attentati suicidi.
Gli attentati sono avvenuti nella provincia di Kandahar e la polizia ne ha addossato la responsabilità agli insorti talebani. In uno dei due attacchi, nel distretto di Panjwayi, è stata nascosta una bomba sotto il cadavere di un uomo che è esplosa quando un poliziotto e un civile hanno cercato di rimuovere il corpo.
I due sono stati uccisi sul colpo dalla deflagrazione dell’ordigno.