Ma il portavoce della Jihad islamica smentisce: ”Abbiamo carte già disegnate”
M.O., a Gaza ”usiamo Google Earth per colpire Israele”
Lo rivela Falangi Salahuddin, portavoce dell’ala armata dei Comitati di Resistenza popolare palestinese. ”I nostri uomini lo usano per individuare le cittadine israeliane e lanciare i razzi con precisione”
Gaza, 31 dic. – (Adnkronos/Aki) – Le fazioni palestinesi di Gaza utilizzerebbero il software ‘Google Earth’ per individuare e colpire con precisione le città israeliane con i razzi al-Quds e al-Qassam.
L’ipotesi è formulata da Abu Mujahid, portavoce delle Falangi Salahuddin, ala armata dei Comitati di Resistenza popolare, che – in un’intervista alla tv satellitare ‘Al Arabyia’ – ha affermato che “i nostri uomini usano il programma denominato ‘Google Earth’ per individuare le cittadine israeliane e lanciare i razzi con precisione. Questo programma facilita il nostro lavoro ma non è l’unico strumento utilizzato per compiere i nostri attacchi”.
Secondo Abu Mujahid la versione di questo programma realizzata nel 2007 è stata utilizzata dai suoi miliziani che sarebbero riusciti a superare l’ostacolo rappresentato dalla ‘cancellazione’ dalle mappe elettroniche degli obiettivi sensibili israeliani, effettuata per motivi di sicurezza.
Non a caso a lanciare l’allarme contro il pericolo rappresentato da Google Earth per la sicurezza israeliana è stato proprio in passato il quotidiano ‘Hareetz’ secondo il quale “ora il programma è stato evoluto tanto che ogni pixel corrisponde da uno a due metri quadrati, mentre in passato corrispondeva a 20 o 30 metri quadrati”.
Abu Ahmad, portavoce dell’ala armata della Jihad islamica, sostiene invece che i suoi uomini non usano questo programma ma disporrebbero di carte già disegnate mentre per Abu al-Walid, portavoce delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa, braccio armato di al-Fatah, Google Earth è solo uno strumento secondario tra i tanti usati dalle milizie palestinesi. “L’utilizzo di questo programma è un problema secondario – spiega – in realtà il vero problema è che non abbiamo modo di guidare la testa del razzo fino all’obiettivo individuato. Certo con Google Earth possiamo individuare con precisione una zona ma poi, quando lanciamo il missile, questo può cadere nel raggio di 300 metri quadri intorno all’obiettivo”.