Attentato a Beirut: conivolta una jeep dell’Ambasciata USA

 
admin
16 gennaio 2008
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Coinvolta una jeep dell’ambasciata Usa

L’attentato nella parte nord della capitale

Beirut, esplode autobomba

Tre libanesi morti e otto feriti

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BEIRUT – Attentato nella periferia nord di Beirut. Un veicolo è esploso uccidendo tre persone e ferendone almeno otto (tutti libanesi tranne un iracheno tra i feriti). A una settimana dall’attacco terroristico che aveva avuto per bersaglio un veicolo dell’Unifil, si è ripetuto oggi l’identico copione, questa volta con l’esplosione di un’autobomba al passaggio di un fuoristrada dell’ambasciata statunitense.

Da Washington, il portavoce del dipartimento di Stato, Sean McCormack, ha precisato che nessun funzionario Usa è rimasto coinvolto nell’attentato, ma è rimasto “leggermente ferito” il conducente libanese del fuoristrada dell’ambasciata a Beirut, di ritorno dall’aeroporto dove aveva appena accompagnato un diplomatico americano. La notizia ha comunque suscitato allarme e in serata, “per motivi di sicurezza”, è stato annullato il previsto ricevimento di congedo dell’ambasciatore Usa uscente, Jeffrey Feltman, in programma in un grande albergo sul lungomare di Beirut.

Fonti di sicurezza a Beirut hanno confermato che l’attentato ha provocato tre morti, tutti libanesi (e non quattro, come riferito in un primo momento dal portavoce del dipartimento di Stato Usa), e otto feriti (anche questi tutti libanesi, tranne un iracheno). Le stesse fonti hanno ugualmente confermato la dinamica dell’attentato: poco dopo le 16 locali, un’autobomba è stata fatta esplodere a distanza al passaggio del fuoristrada dell’ambasciata Usa.

Per la potenza dell’esplosione, l’autobomba – ridotta a un ammasso di lamiere carbonizzate – è stata scagliata all’interno del cortile di un magazzino che si affaccia sulla vecchia strada costiera che conduce al porto di Junieh (21 km a nord di Beirut), ma il fuoristrada dell’ambasciata americana – grazie alla sua blindatura – è rimasto solo parzialmente danneggiato, anche se è uscito della carreggiata, andando a sbattere contro le saracinesche di un garage.

L’auto che seguiva il fuoristrada è stata invece investita in pieno dall’esplosione e i suoi due passeggeri sono stati uccisi assieme a un passante, mentre almeno sette persone sono rimaste ferite e altri veicoli di passaggio o parcheggiati ai bordi della strada sono stati danneggiati.

Sul luogo dell’attentato, si è subito recato il procuratore militare Rashid Mezher, che indaga sulla lunga catena di attentati in Libano, a partire dalla devastante esplosione del San Valentino 2005, costata la vita all’ex premier Rafik Hariri e ad altre 22 persone. Ma anche stavolta, è più che probabile che le indagini non portino a nulla, mentre il nuovo attentato sembra segnare un allarmante salto di qualità, a sole 48 ore dalle pesanti accuse di terrorismo che il presidente Usa George W. Bush, in missione in Medio Oriente, ha scagliato contro l’Iran e la Siria e i loro alleati libanesi del movimento sciita Hezbollah e quelli palestinesi di Hamas.

Ed è in questo clima sempre più incandescente, che il segretario generale della Lega Araba, l’egiziano Amr Musa, è atteso domani a Beirut per rilanciare il difficile tentativo di mediazione per cercare di porre fine al pericoloso vuoto di potere in Libano, dove maggioranza di governo antisiriana e opposizione guidata da Hezbollah non riescono ancora a mettersi d’accordo sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Il Libano è senza presidente dalla mezzanotte del 23 novembre scorso, quando è scaduto il mandato del filosiriano Emile Lahoud. L’attentato di oggi arriva poco più di un mese dopo quello nel quale aveva perso la vita il generale François Haji, che sarebbe dovuto succedere alla guida dell’esercito a Michel Suleiman, candidato alla presidenza della Repubblica. La settimana scorsa, era stato rinviato il voto in Parlamento per l’elezione del capo dello Stato. La prossima sessione è stata fissata al 21 gennaio.

(15 gennaio 2008)

Repubblica.it

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