Hacker e guerre globali: la sfida mondiale si gioca anche su internet
Scritto da Mauro Pandolfi
lunedì 14 gennaio 2008
Qualche tempo fa avevamo parlato dell’annuncio dato da al-Qaeda di una imminente ciber-Jihad che sarebbe dovuta scatenarsi in rete l’11 novembre scorso con un attacco simultaneo a 15 siti che poi, con l’aiuto di centinaia di Cracker[1], si sarebbe dovuto espandere a tutti i siti occidentali, ebreo-sionisti e ai siti musulmani di confessione apostata e sciita.
Sono passati due mesi dalla data fissata per l’inizio dell’attacco informatico all’occidente, ma nulla sembra essere successo. Migliaia di tecnici hanno lavorato per potenziare i siti importanti, non sottovalutando la minaccia di Bin Laden e fratellini vari, ben consci che nel ventunesimo secolo portare un attacco ben assestato alla rete significa mettere in ginocchio il pianeta.
Per fortuna a quanto pare i cracker quadisti non sembrano essere poi così pericolosi. Discorso ben diverso invece per le “vere” grandi potenze, specie quelle emergenti come la Cina oppure quelle di vecchio stampo come la Russia e soprattutto gli Stati Uniti. Qui il gioco si fa davvero duro e specialmente i cinesi e i russi stanno facendo danni a iosa.
La Cina, di cui parla in questo mese la bibbia degli Hacker[2] (Hacker Journal), sembra per esempio essere dietro a diversi attacchi DDos, come per esempio quello subito qualche mese fa dall’Estonia, quando milioni di computer zonbies hanno messo in ginocchio l’intera rete estone. In un primo momento si era data la colpa alla Russia per i fatti relativi all’abbattimento della statua del milite ignoto russo nella capitale estone, per poi scoprire invece che l’attacco proveniva dalla Cina.
Siccome non ci sembra che l’Estonia sia una concorrente della Cina in nessun campo, l’unica spiegazione plausibile è che si sia trattato di un test su una rete teoricamente fragile. Chiaro che mettere in pratica un attacco del genere su reti più protette e moderne come possono essere quella europea o addirittura quella statunitense, “sulla carta” sarebbe quasi impossibile e comunque molto più difficile in quanto richiederebbe un numero elevatissimo di computer zombies.
Non che alla Cina manchino le risorse numeriche per farlo, i computer attivi in Cina che potrebbero essere trasformati (usati) come zonbies sono centinaia di milioni, ma la cosa richiederebbe uno sforzo immane. Possibile invece un attacco di questo tipo a qualche rete commerciale o legata a organi statali e della difesa.
Oggi il mondo intero si appoggia alla grande rete, organismi statali, militari e civili sono legati a doppia mandata a internet. Un attacco massiccio alla rete potrebbe veramente mettere in ginocchio intere economie e compromettere tutti i sistemi di difesa, per questo più si va avanti più l’attenzione è alta.
E’ importante quindi mantenere altissima l’attenzione in questa che è una vera e propria guerra tra cattivi (cracker) da un lato e buoni (hacker) dall’altro, ricordando sempre che hacker è bello, hacker è buono, cracker invece è immondo e cattivo e va combattuto con tutte le tecniche possibili.
Mauro Pandolfi
Definizione di Cracker
In ambito informatico il termine inglese cracker indica colui che entra abusivamente in sistemi altrui e li manipola allo scopo di danneggiarli (cracking), lasciare un segno del proprio passaggio, utilizzarli come teste di ponte per altri attacchi oppure per sfruttare la loro capacità di calcolo o l’ampiezza di banda di rete. I cracker possono essere spinti da varie motivazioni, dal guadagno economico (tipicamente coinvolti in operazioni di spionaggio industriale o in frodi) all’approvazione all’interno di un gruppo di cracker (come tipicamente avviene agli script kiddie, che praticano le operazioni di cui sopra senza una piena consapevolezza né delle tecniche né delle conseguenze, ma anche da scopi ideologici.
Definizione di Hacker
Un hacker è una persona che si impegna nell’affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d’interesse (che di solito comprendono l’informatica o l’ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della sua vita. Esiste purtroppo un luogo comune, usato soprattutto dai media (a partire dagli anni ’80), per cui il termine hacker viene associato ai criminali informatici (la cui definizione corretta è, però, “cracker”).