Medio Oriente: scoperto il gioco sporco di Abu Mazen
Scritto da Miriam Bolaffi
martedì 08 gennaio 2008
Fino ad ora ogni colpa di quanto successo e di quanto tuttora avviene nella Striscia di Gaza è stata attribuita ad Hamas. Di ogni singolo lancio di missili o di proiettili di mortaio verso Israele è stato incolpato il movimento islamico, anche e soprattutto da Fatah. Ieri la sorpresa, proveniente dai servizi segreti israeliani che non possono certo essere tacciati di essere filo Hamas. A quanto pare Fatah sarebbe responsabile di oltre il 40% dei lanci su Israele.
Secondo l’intelligence israeliana la Brigata dei Martiri di Al Aqsa nella Striscia di Gaza, la quale prende ordini direttamente dal leader del movimento e presidente palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), sarebbe responsabile di oltre il 32% dei lanci di missili Quassam e di oltre il 40% del lancio di proiettili da mortaio.
Questa scoperta getta nuova luce sugli eventi passati e presenti della Striscia di Gaza e soprattutto pone diversi interrogativi sul tipo di gioco (sporco) che sta conducendo Abu Mazen il quale proprio oggi incontrerà di nuovo il leader israeliano Ehud Olmert.
E’ chiaro a questo punto che la strategia di Abu Mazen è quella di tenere alta la tensione tra israeliani e Hamas e non come ha sempre detto quella di raggiungere una pace stabile. Pur di screditare Hamas e di avere i miliardi di dollari in aiuti promessi dall’Occidente proponendosi come unica parte con cui trattare, non ha esitato a compiere atti di terrorismo con l’intento di far ricadere le colpe sul movimento islamico.
Sempre secondo quanto si apprende da fonti di intelligence israeliana le Brigate dei Martiri di Al Aqsa sarebbero responsabili di buona parte dei traffici di armi ed esplosivi provenienti dall’Egitto e che passano attraverso una serie di tunnel che sbucano all’interno della Striscia di Gaza, fatto che spiegherebbe come mai i miliziani di Hamas hanno in dotazione vecchi fucili, a volte armi da caccia, mentre quelli di Fatah hanno nuovi e funzionali mitragliatori.
Vista sotto questa luce tutta la faccenda relativa alla Striscia di Gaza assume una altro aspetto e delinea un forte coinvolgimento di Fatah. Israele, in poche parole, rischia di andare a letto con il nemico piuttosto che trovare la tanto agognata pace.
Ribadiamo quindi la nostra richiesta di coinvolgere nei colloqui di pace anche la parte moderata di Hamas, ma soprattutto di condizionare gli aiuti economici ai palestinesi ad un controllo ferreo da parte dei donatori scavalcando di fatto l’Autorità Palestinese, facendo in modo quindi che quegli aiuti finiscano veramente dove c’è bisogno e non, come al solito, nei conti svizzeri dei leader di Fatah.
Miriam Bolaffi