Israele denuncia all’Onu le aggressioni subite
Israele non resterà con le mani in mano mentre i suoi cittadini subiscono costanti attacchi dalla striscia di Gaza. Lo afferma Gerusalemme in una lettera inoltrata martedì sera al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e alla presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza.
La lettera denuncia l’assassinio a sangue freddo del cooperante volontario ecuadoregno Carlos Andres Chavez avvenuto ad opera di un cecchino palestinese nei campi del kibbutz Ein Hashlosa a ridosso del confine con la striscia di Gaza, e i lanci di missili Qassam sulle località israeliane di Sderot e dintorni: più di 40 tra lunedì sera e martedì sera, con una decina di feriti.
Israele chiede alle Nazioni Unite di condannare le aggressioni e gli stati membri dell’Onu che aiutano le organizzazioni terroristiche.
Nella lettera, l’ambasciatore Danny Carmon, vice capo della rappresentanza israeliana all’Onu, afferma che, malgrado Israele resti impegnato a far avanzare il processo di pace e attuare le intese scaturite dalla conferenza di Annapolis, l’Autorità Palestinese dal canto suo non rispetta gli impegni che si è assunta. Secondo la lettera, dopo il ritiro di civili e militari dalla striscia di Gaza (agosto 2005), Gerusalemme si aspettava che l’Autorità Palestinese assumesse il controllo di quel territorio e impedisse che venisse usato per continuare gli attacchi terroristici contro Israele. Invece, da quando Hamas ne ha preso il controllo nel giugno 2007, dalla striscia di Gaza sono stati lanciati contro le città israeliane più di mille Qassam e granate di mortaio.
Israele, continua la lettera, come qualunque altro paese, in base dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite ha il diritto oltre che il dovere di difendere se stesso e i propri cittadini di fronte a queste aggressioni armate. Per questo la delegazione israeliana chiede incessantemente alle Nazioni Unite di condannare tutti questi attacchi terroristici e i paesi che, in aperta violazione dei loro doveri in base al diritto internazionale, offrono sostegno alle organizzazioni terroristiche che li realizzano e rivendicano.
Secondo la lettera, le aggressioni di fatto continuano indisturbate e nulla viene fatto per fermare i terroristi, i loro sostenitori e i loro mandanti.
Negli ultimi tempi la rappresentanza israeliana all’Onu ha costantemente presentato formale denuncia per ogni attacco o lancio di missili contro il proprio territorio, sia dalla striscia di Gaza che dal Libano meridionale.
(Da: YnetNews, 16.01.08)
Riportiamo qui di seguito (in inglese e italiano) il primo comma dell’art. 51 (cap. 7) della Carta delle Nazioni Unite:
Nothing in the present Charter shall impair the inherent right of individual or collective self-defence if an armed attack occurs against a Member of the United Nations, until the Security Council has taken measures necessary to maintain international peace and security.
[Nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autodifesa individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale.]
Nella foto in alto: Una bambina di Sderot colpita martedì da schegge di Qassam palestinesi