RASSEGNA STAMPA – mercoledì 6 febbraio 2008
C’è da rimanere sconcertati leggendo la rassegna stampa di oggi.
Da un lato, la notizia che il Papa ha ufficialmente cancellato dalla liturgia del Venerdì Santo la preghiera “per la conversione degli ebrei”, sostituendola con “il Signore Dio nostro illumini i loro cuori perché riconoscano Gesù Cristo salvatore di tutti gli uomini”. Giustamente i rabbini Laras e Di Segni (Corriere della Sera, Luigi Accattoli) si sono indignati e parlano di grave regressione e ostacolo al dialogo. Nel manuale di Paolo VI, superato dal ritorno alla liturgia in latino, voluto da Benedetto XVI, il testo era formulato in modo più rispettoso: lapreghiera chiedeva a Dio “che gli ebrei possano progredire nella fedeltà alla sua alleanza”. Ma, ci si chiede, perché i cattolici debbono pregare per noi? Non potrebbero limitarsi a pregare per se stessi?
Intanto prosegue la grande kermesse della Fiera del Libro. Il CdA ha annunciato la decisione a procedere con l’invito a Israele, ma un gruppo di facinorosi legati ai centri sociali e al Forum Palestina ha occupato la sede della Fiera. E intanto ognuno dice la sua. Furio Colombo, sull’Unità, invita la sinistra a non lasciare che sia la destra, nella città di Primo Levi, a difendere la Fiera, e si schiera contro coloro che vorrebbero cancellare Israele dalll faccia della terra.
Interessante la posizione di R.A. Segre sul Giornale: il boicottaggio sarebbe un autogol per chi lo ha propugnato. Ha infatti avuto l’effetto di rendere simpatico Israele, di spaccare la sinistra per la quale la delegittimazione dell’avversario è l’ arma principale; ha indebolito proprio gli scrittori israeliani più critici verso il governo e provocato la dissociazione di molti scrittori arabi.
Il Foglio propone una intelligente analisi di David Frum (da non perdere) sul rapporto Winograd, che potrebbe essere estesa anche alla kermesse della Fiera: e cioè il problema della guerra mediatica: le battaglie si combattono ormai su giornali e tv, l’informazione è un’arma fondamentale, siamo nell’epoca della Guerra di Disinformazione. Frum elenca numerose istanze di manipolazione dei media da parte di Hezbolllah, nella guerra in Libano emerse proprio dal rapporto Winograd: foto ritoccate, falsi attacchi alle ambulanze, il sito di Qana diventato “un grottesco scenario mediatico”. Così, aggiungiamo noi, a Torino, la protesta anonima di un gruppo di scrittori giordani è stata rilanciata dai giornali ed è diventata una valanga inarrestabile, grazie anche all’intervento tempista dell’astuto Tariq Ramadan, che la guerra di disinformazione è maestro nel combatterla, giocando sull’ambiguità del suo ruolo di docente universitario.
E intanto riesplode la violenza a Gaza, dopo l’attacco kamikaze di Dimona.
Umberto De Giovannangeli sull’Unità riferisce che la tv israeliana avrebbe mostrato con “morbosità” l’immagine del poliziotto che uccide il secondo kamikaze, provocando lo sdegno di un non meglio identificato “sito Internet”.
Roberto Buongiorni, sul Sole 24 Ore, sottolinea il pericolo che l’attacco, rivendicato da Hamas ma con cellule partite da Hebron, non da Gaza, segni un indebolimento per Abu Mazen, che finora era riuscito a mantenere un seppur blando controllo degli estremisti sul suo territorio.
Partendo proprio dal nuovo attacco terroristico, il primo da oltre un anno, il Wall Street Journal Europe arriva alla conclusione che il terrorismo si può contrastare con successo. Gli israeliani grazie alla costruzione del muro, ad attacchi mirati alle enclaves tipo Jenina e ai singoli terroristi sono riusciti a passare da 451 morti nel 2002 a pochissimi recentemente. E non è vero, sostiene l’anonimo autore, che così facendo Israele aumenta il ciclo della violenza. E’ vero il contrario: mettendo ostacoli al terrorismo la necessità di azioni militari su vasta scala diminuisce. E’ una lezione che andrebbe applicata anche all’Iraq.
Le Monde pubblica oggi due interviste anti-Israele: quella più moderata a Abdelrazek Al-Yehiya, ministro dell’Interno palestinese in visita in Francia, che accusa Israele di non collaborare con i palestinesi moderati, e quella, molto pesante, a Ahmadinejad che, tuonando contro Israele, Paese da cancellare, accusa gli Americani di poca democrazia nelle elezioni. Al giornalista Alain Franchon che gli chiede come va la democrazia dalle sue parti, il premer iraniano risponde che il suo popolo non ne ha bisogno.
E infine due aggiornamenti sull’antisemitismo: il Corriere della Sera dedica un articolo agli attacchi antisemiti di Hugo Chavez, che avalla la violenza contro gli ebrei in Venezuela. L’Avvenire riporta la notizia della condanna, per ora solo pecuniaria, al professor Pietro Melis di Cagliari, citato in giudizio dall’UCEI per aver difeso, da posizioni “animaliste”, le camere a gas, perché i templi degli ebrei sarebbero dei veri e propri mattatoi di animali, cosparsi di sangue. La domanda che viene spontanea è se un pensatore di questo calibro può continuare a insegnare in una Università: possibile che non sia stato sospeso?
Viviana Kasam
#1Pietro Melis
Ma come potete credere nelle stronzate dell’Antico Testamento? Comunque, sono affari vostri. Sono, invece, affari anche miei, in quanto sostenitore del diritto naturale, le vostre farneticazioni circa la necessità di infliggere maggiori sofferenze agli animali con la barbarie della macellazione rituale. Sto sputtanando come si deve quell’impostore di Riccardo Di Segni. Non risponde più alle mie provocazioni perché sa che gli ho scoperto qualcosa che lo disturba e che sto rendendo pubblico. Il saggio sequestrato nel 2005 l’ho ripubblicato in un libro di 800 pagine intitolato Scontro tra culture e metacultura:l’Occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche. Cfr. il mio sito http://www.ordineliberale. org. Vi è una voce anche per il Di Segni, tratta dal libro citato, facente parte del Catalogo Unico nazionale delle biblioteche.
#2Emanuel Baroz
Sinceramente qui di farneticazioni leggo solo le sue sig. Melis, ma tant’è….
#3Pietro Melis
Foetor Judaicus (Bisogna liberare l’Europa dal fetore giudaico per capire che gli uomini e gli altri animali hanno una stessa natura, Schopenhauer, Il fondamento della morale)
#4Emanuel Baroz
Lei non sta bene signor Melis….
#5pietro melis
IO non sono stato mai antisemita. Anzi, sono stato sempre filoisraeliano e riconosco che la maggiore intelligenza del mondo è quella ebraica quando si tratta di intelligenze laiche: Spinoza (dissacratore dell’Antivco Testamento), Marx (che da ebreo nella Questione ebraica ha aspramente giudicato gli ebrei credenti per il loro rifiuto di integrarsi in uno Stato laico, Rosa Luxemburg (rivoluzionaria), Hermann Cohen (fondatore del neocriticismo kantiano), Husserl (padre della fenomenologia), Freud (fondatore della psicanalisi), Einstein, Kurt Goedel (considerato il maggiore logico contemporaneo),la scuola di Francoforte di Horkheimer e Adorno, Hans Jonas, Henri Bergson (il maggiore filosofo spiritualista), Jacques Derrida (anche se ne critico il pensiero decostruzionista), etc. etc. etc. Nella musica Schoenberg e Berg (anche se non sopporto la dodecafonia). Non vi è un campo scientifico o artistico dove non si trovi la presenza di ebrei atei. La loro intelligenza secondo me è dovuto al fatto che essi si sono autoselezionati riuscendo a sottrarsi alle cazzate dell’Antico Testamento, libro su cui una volta per rabbia ci ho pisciato sopra. E ogni volta che ne leggevo una parte per obbligo dei miei studi di esegesi biblica me lo strofinavo in culo per reazione allo schifo che ne provavo. Voi ebrei credenti (ha capito Emanuel Baroz, se è credente?) dovete smetterla di pretendere di continuare a vivere di rendita sull’asserito olocausto, le cui dimensioni sono ancora tutte da studiare in un dibattito pubblico, che voi disonesti volete sempre impedire perché avete paura che si scopra la verità. Dovete cessare di pretendere di essere l’ombelico del mondo. Nell’Antichità siete stati il popolo più ignorante del mondo tra quelli che conoscevano la scrittura. Voi avete come riferimento un libro di menzogne. Basti considerare che l’esegesi ha accertato che Mosè non è mai esistito. E voi credete in un dio inventato da un popolo barbaro che credeva di cancellare il peccato con la crudele ritualità del tempio-mattatoio. E ancora insistete in questa crudeltà con la macellazione rituale. Bisogna essere privi di cervello e/o in malafede per continuare a credere che l’animale diventi impuro se non muore cosciente per dissanguamento. Maledetti vigliacchi che credete ancora in norme “mosaiche”, anche se non pretendete più (se si tratta di uomini) che le regole mosaiche vengano ancora applicate (lapidazione degli adulteri, sterminio degli omosessuali, purificazione della donna dopo le mestruazioni e il parto uccidendo almeno due piccioni o due tortore). Inoltre voi ebrei credenti siete i maggiori razzisti perché ritenete che un ebreo non possa sposare un non ebreo. Siete il bue che dice cornuto all’asino. SE voi foste finiti nelle asserite camere a gas (di cui, non essendo negazionista, metto però in dubbio l’esistenza sulla base di tanti scrittori seri che ne hanno negato l’esistenza e che voi mentecatti e disonesti perseguitate perseguitando la libertà di pensiero) io avrei il diritto di non dolermi della vostra brutta fine, perché non è reato non dolersi della brutta fine di individui che non meritano alcun rispetto. Ciò vale per tutti, ebrei e non ebrei. Non per nulla sono stato sempre favorevole alla pena di morte per i criminali.
#6pietro melis
E’ lei che sta male di cervello se crede nelle merdate dell’Antico Testamento, con cui mi pulisco il culo. Ho impiegato due anni per studiarne l’esegesi. Ho scoperto un libro di menzogne schifose. Basti pensare che Mosè non è mai esistito. Avevo scritto una lunga email ma ho notato che non è stata pubblicata. Censura o intervenuta mancanza di connessione?
#7pietro melis
E’ senza cervello chi crede nelle cagate pazzesche della Bibbia (specialmente ebraica)
#8Emanuel Baroz
Bah……
#9Emanuel Baroz
Invocò le camere a gas per i ‘maledetti ebrei’. La Cassazione condanna il docente di Cagliari
Confermata, dalla Cassazione, la condanna per antisemitismo a 4 mila euro di multa con il beneficio della non menzione della pena nei confronti di un professore universitario di Cagliari.
Pietro Melis, professore di Scienze della formazione dell’università di Cagliari accusato per un suo scritto, pubblicato nel 2004, negli Annali della stessa facoltà, dove invocava “le camere a gas naziste per i maledetti ebrei” ‘colpevoli’, a suo dire, di praticare il rito di macellazione ‘ortodosso’ degli animali prescritto dal libro del Levitico.
I supremi giudici hanno respinto la dignità scientifica della tesi sostenuta da Melis in nome della causa ‘animalista’ della quale, da vegetariano convinto, si è fatto fautore. Avvertono gli alti magistrati che “un insulto resta tale anche se inserito in un bel ragionamento e in senso complessivo dell’elaborazione culturale non può redimere passaggi argomentativi in sé non ammissibili sul piano della liceità giuridica”. I supremi giudici, inoltre, hanno anche respinto la linea difensiva di Melis che sosteneva di aver solo manifestato, al massimo, “avversione o antipatia” e non “odio” verso gli ebrei, “né espresso incitamento in tal senso”. In proposito la Cassazione rileva che la natura antisemita del suo scritto è testimoniata anche dalla lettera con la quale ha inviato il suo elaborato al rabbino capo della Comunità di Roma, Riccardo Di Segni. “Maledetti ebrei credenti…Per voi dovrebbero essere usate ancora le camere a gas…Non dovrebbe essere un reato giustiziare un ebreo credente”.
Adesso, oltre alla condanna e alla multa, Melis dovrà anche risarcire per danni morali la Comunità ebraica di Roma e le comunità israelitiche italiane, costituitesi parte civile nel processo nelle persone di Giacomo Sandri e Cinzia Ghirsi. Melis ha provato a sostenere che Sandri e Ghirsi non avevano titolo per costituirsi in giudizio dal momento che non erano ebrei di nascita . In proposito la Suprema Corte ha replicato che “l’etnia d’origine non assume alcun rilievo nel diritto al risarcimento nei processi per discriminazione religiosa e razziale.
Il professore, oltre ad aver fatto ‘dono’ del suo libro al rabbino Di Segni, lo aveva anche inviato a 140 biblioteche italiane e straniere affinché lo scritto fosse “un marchio indelebile sulla vostra pelle: sulla base del diritto naturale non dovrebbe essere un reato giustiziare un ebreo credente o un islamico”. Quanto al limite della libertà di pensiero, la Cassazione avverte che essa non può essere invocata né servire da giustificazione quando finisce con il travolgere il “rispetto di valori più alti, pure costituzionalizzati, quali la dignità umana”.
(Fonte: L’Unione Sarda, 28 maggio 2012)