Edizione 47 del 07-03-2008
Amnesty International e altre Ong puntano il dito su Israele
Razzi “umanitari” contro lo Stato ebraico
di Dimitri Buffa
Amnesty è tornata “amnesy”. E adesso, tanto per cambiare, pontifica su Gaza facendo da battistrada a tante altre Ong che non hanno niente di meglio da fare nella vita che occuparsi esclusivamente del conflitto israelo-palestinese. Il Sudan? Non esiste. Cuba? Ormai è un paradiso. Il Vietnam e la Cina? Non ne parliamo. Magari l’Iran? E’ meglio della Giamaica. Ma Gaza…? Vuoi mettere? Così Israele, oltre che dai razzi Qassam che i terroristi di Hamas sparano a tutto spiano sulle città di confine dalla Striscia, facendosi scudo della propria popolazione civile per colpire quella dello stato ebraico, dovrà difendersi nei prossimi giorni da un fuoco di fila di accuse “umanitarie”. Ovviamente “Amnesty-amnesy” non prende in considerazione le fonti del governo e dell’esercito israeliano sui morti civili a Gaza. Anche se quelle palestinesi legate al potere violento e illegale di Hamas sono sicuramente meno attendibili. Si deplora, ma senza chiarire che cosa Israele potrebbe concretamente fare per proteggere i suoi cittadini. Né tantomeno si distingue tra chi colpisce deliberatamente i civili e chi mira a bersagli militari. Ecco qualche perla tratta dal comunicato di Amnesty su Gaza: “Amnesty International ha dichiarato che gli attacchi dell’aviazione e dell’artiglieria israeliana contro la Striscia di Gaza stanno avvenendo con incurante disprezzo per le vite civili.
Gli attacchi israeliani degli ultimi giorni contro Gaza hanno ucciso oltre 75 palestinesi, compresi almeno 10 bambini e altri civili estranei agli scontri”. Latore di cotali certezze è Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, secondo cui “Israele ha l’obbligo legale di proteggere la popolazione civile di Gaza. Queste azioni militari sono sproporzionate e vanno oltre le misure che le forze israeliane possono legittimamente adottare in reazione ai lanci di razzi dei gruppi armati palestinesi”. Dopo questa introduzione, “amnesty-amnesy” si ricorda anche dei civili israeliani. In tre righe: “Amnesty International ha nuovamente chiesto ai gruppi armati palestinesi di cessare immediatamente il lancio di razzi contro le città e i villaggi del Sud di Israele”. Poi si esplicita il vero Amnesty-pensiero in materia: “È veramente giunto il momento che i dirigenti di Hamas e dell’Autorità Palestinese prendano misure efficaci per impedire e punire gli attacchi contro la popolazione civile israeliana. Ma l’assenza di questi provvedimenti non dà al governo israeliano la legittimità di lanciare sconsiderati attacchi aerei e di artiglieria che portano morte e distruzione tra la popolazione civile palestinese”. Amnesty, come tante altre organizzazioni “umanitarie”, soprattutto della Gran Bretagna, che hanno avuto in questi giorni molto spazio da parte della Bbc (Save the children, Cafod, Care International e Christian Aid) dimostrano in realtà tutta la propria malafede e il pregiudizio anti-israeliano quando alla fine di ogni comunicato ribadiscono la necessità di instaurare un dialogo con i terroristi di Hamas “al fine di giungere alla pace con Israele”.
#1SAM
Vergognoso