09.04.2008 “Partecipi della passione di Cristo, morti come i bimbi palestinesi”
le pericolose parole del vescovo di Gravina
Testata: Informazione Corretta
Data: 09 aprile 2008
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «”Partecipi della passione di Cristo, morti come i bimbi palestinesi”»
“Francesco e Salvatore sono stati partecipi della Passione di Cristo, sono morti come i bambini palestinesi” (riprendiamo la frase dal MESSAGGERO, e la STAMPA riporta invece “Sono nelle braccia di Gesù, come i bambini della Palestina”) ha detto monsignor Mario Paciello, vescovo di Gravina, aprendo la veglia di preghiera per i fratelli Pappalardi
La morte dei bambini ispira sempre sentimenti di sgomento e di pietà. Anche, ovviamente, quella dei bambini palestinesi. Non è, in se, il richiamo alla loro sofferenza che desta scandalo.
La sofferenza e la morte dei bambini, però, nel nostro mondo non è certo confinata al popolo palestinese. Vi sono per esempio, i bambini israeliani vittime del terrorismo. Se si voleva proprio fare riferimento al conflitto mediorentale, perché non nominare anche loro ? Oppure, perché non fare riferimento alla sofferenza di tutti i bambini, ovunque essa si produca ?. Perché scegliere come termine di paragone una vicenda complessa come quella del conflitto israelo-palestinese, darne una versione unilaterale nella quale le vittime sono solo da una parte, non spiegare come e perché esse si producono ? ( nessun riferimento all’indottrinamento al martirio che i terroristi rivolgono sistematicamente all’infanzia palestinese, per esempio).
Per di più il vescovo di Gravina ha associato la morte dei bambini palestinesi alla “Passione di Cristo”. Sappiamo che la disinformazione fa si che per molti sia Israele l’ “assassino” dei bambini palestinesi. E sappiamo che il pregiudizio antisemita ha descritto per secoli gli ebrei come i responsabili della Passione di Cristo, il “popolo deicida”.
Accostare i due temi, legandoli entrambi a una vicenda che ha sconvolto l’Italia è purtroppo un forte contributo al pregiudizio, che non può essere passato sotto silenzio