Gioia in Israele maledizione da Al Qaeda
di Dimitri Buffa
Basta passeggiate con i ministri Hezbollah e dichiarazioni di assurde equivicinanze. Con la vittoria nettissima alle elezioni politiche da parte di Silvio Berlusconi gli israeliani in particolare e tutti gli ebrei del mondo in generale ritrovano un loro sicuro e fedele amico. E la stampa dello Stato ebraico, pur mantenendo un certo understatement, di certo non si fa pregare nel sottolineare la felice novità. Su Yedioth Aronoth si parla della vittoria del “miliardario amico di Israele”, sul sinistrorso Haaretz è contenuto un commento di un giornalista di “Repubblica”, Vincenzo Nigro, che sostiene che “Israele può essere contento perché Berlusconi mostrerà come in passato una grande amicizia verso Gerusalemme…” e che afferma che “per Israele dovrebbe essere un sollievo tornare a trovare a Roma un caro alleato”. Infine sul Jerusalem Post la notizia della vittoria di Berlusconi è al primo posto nella sezione esteri della versione online e si ricordano le sue continue attestazioni di amicizia verso lo Stato ebraico. Da Roma l’entusiasmo israeliano viene commentato anche dai candidati di religione ebraica eletti nel Partito delle libertà come Fiamma Nirenstein e Alessandro Ruben.
La prima non ha peli sulla lingua nel ricordare come a Gerusalemme nessuno abbia dimenticato i segretari di partito come Oliviero Diliberto che marciavano insieme a chi bruciava la bandiera con la stella di Davide e tantomeno i ministri degli esteri come Massimo D’Alema che si facevano fotografare a braccetto con gli esponenti del “partito di Dio” finanziato dall’Iran. La Nirenstein fa anche notare come in pratica gli elettori abbiano di fatto bocciato ogni partito, a destra e a sinistra, che nel proprio bagaglio avesse messo le lotte anti occidentali: che si trattasse della Destra di Storace e della Santanchè o dei verdi di Pecoraro Scanio.
L’avvocato Ruben invece ha evitato di mettere il dito nella piaga dicendo che “la riflessione sull’atteggiamento di una certa parte della sinistra verso Israele riguarda soprattutto chi è stato sconfitto”. E la stampa araba? I principali quotidiani noti e venduti anche in Italia, nelle edicole di via Veneto a Roma (ad esempio), come Al Ayat e Al Sharq al Awsat, non prendevano posizioni nette. Ahmed Yussef, consigliere politico del leader di Hamas a Gaza Ismail Haniyeh ha invece avvertito: “Spero che Berlusconi abbia imparato che la politica regionale degli Stati Uniti è solo fomentatrice di odio. Ci auguriamo che, per quanto concerne la questione palestinese, Berlusconi adotti una politica moderata”.
Le parole pesanti sono giunte ieri dai vari siti della jihad online che più o meno fanno riferimento ad Al Qaeda e dintorni. Su uno di essi si legge anche la prima maledizione islamica contro il Cavaliere: “Che Allah lo maledica e scateni la sua rabbia contro di lui e contro il Papa cattivo”. A inserire queste invettive sul sito “al-Hesbah”, è stato un internauta che si firma al-Wahabi. A propagare la presunta parola d’ordine di Osama bin Laden un assiduo frequentatore dei siti di al-Qaeda che si fa chiamare Qannas al-Jazira, cioè il “cecchino della penisola”. Il frequentatore del forum sembra essere particolarmente attento ai telegiornali italiani e già in passato è intervenuto su vicende che hanno riguardato il nostro paese. Il post si chiude con un terzo messaggio di commento inserito da Fursan al-Fajr, che scrive: “Alcuni giorni fa Berlusconi aveva detto che in caso di vittoria sarebbe andato in visita in Israele”. Ecco insomma chi sono i compagni di odio anti berlusconiano della sinistra antagonista che per fortuna è diventata extraparlamentare.
(L’Opinione.it, 16 aprile 2008)