Depositato un esposto all’Onu sulle nuove armi di Hezbollah
A cosa (non) serve Unifil2
di Dimitri Buffa
La notizia dell’ultima ora è che adesso gli Hezbollah, grazie alla missione Unifil 2 in Libano voluta dall’Onu e sponsorizzata dal governo Prodi e soprattutto dal suo ministro degli esteri ancora per poco in carica, sono dotati di sofisticati sistemi antiaerei e di radar in grado di rilevare persino i droni (i piccoli aerei senza pilota) con cui Israele aveva svolto gran parte della guerra dell’estate 2006. Insomma, non solo non abbiamo disarmato gli Hezbollah ma li abbiamo resi quasi invincibili. Bel risultato. Tanto che adesso è stato persino depositato un esposto su queste vendite di tecnologie di armi pesanti all’Iran e quindi agli Hezbollah, da parte di Russia e Cina, direttamente al Consiglio di Sicurezza del Palazzo di vetro. Che però, sicuramente, ignorerà il caso. Insomma, della serie: poi si lamentano che non sono stati votati, i vari Massimo D’Alema and company… La notizia, con tutti i suoi drammatici particolari, la fornisce l’ottima Miriam Bolaffi sul sito secondoprotocollo.org. Le fonti della Bolaffi parlano più precisamente di due distinti sistemi antiaerei: il tipo “portatile” derivato dall’Igla-S di fabbricazione russa e un lanciamissili montabile su camion o postazione fissa, anch’esso di fabbricazione russa, derivato dallo Strelets. L’Igla-S è un dispositivo analogo a quello del missile americano Stinger e può essere manovrato da una sola persona, essendo il suo peso intorno ai 15 Kg. Le modifiche apportate dai tecnici iraniani hanno ampliato di molto la sua gittata portandola a essere in grado di colpire aerei che volino a una quota di 14.000 metri e in un raggio di quasi 16 Km in qualsiasi condizione meteo. Come se non bastasse adesso gli Hezbollah hanno anche i radar della Cina. Può l’Onu tollerare questo stato di cose?
(L’Opinione.it, 22 aprile 2008)