Corteo, contestati la brigata ebraica e i fratelli Terracina
La protesta «Vergogna, togliete le bandiere, Grida e tafferugli: state massacrando la Palestina»
ROMA — La seconda volta della «Brigata Ebraica» nel corteo del 25 aprile non è andata liscia. Contestata la bandiera con la stella a sei punte, al grido «vergogna, andatevene», proteste isolate ma in un paio di occasioni sfociate però in brevi tafferugli in cui sono rimasti coinvolti superstiti dei campi di sterminio come Piero Terracina e partigiani ebrei come Alberto Terracina. «Che ignoranti, confondono la bandiera della Jewish Brigade con quella di Israele…Non sanno che il Magen David, la stella a sei punte su fondo bianco che poi costituirà la bandiera del futuro Stato di Israele, era l’emblema dei cinquemila ebrei che risalirono l’italia combattendo il nazifascismo…». C’è amarezza sul volto di Piero Terracina, 8o anni, superstite di Auschwitz, ieri subito dopo lo scontro più prolungato dentro il corteo che a Roma, secondo gli organizzatori, ha raccolto 40 mila partecipanti. A sferrare l’attacco più insistente un paio di manifestanti, una donna sui quarant’anni e un uomo sui cinquanta. Agitatissimi hanno prima urlato insulti agli ebrei che sfilavano armati di un paio di bandiere con la stella azzurra: «Vergogna, togliete le bandiere, state massacrando la Palestina». Poi hanno cercato di irrompere nello spezzone, ma sono stati respinti. A difendere le bandiere Alberto Terracina, col bastone cui si sorregge, all’età di 87 anni, per una caduta a un ginocchio. «Allora mi sono messo di mezzo io — spiega Piero Terracina—. Alberto è uno che non se le fa cantare. Insomma, poteva degenerare…».
Alberto ascolta e sbuffa: «Se non mi fermavano, a quella lì gliela facevo vedere io. Sono venuti dal corteo comunista, mica sanno quei balordi lì che io ero nelle brigate garibaldine. Sono il cugino di Marco Moscati, il partigiano fucilato alle Ardeatine…». Non si sono fatti intimidire i vecchi reduci e partigiani ebrei che si erano ritrovati a Porta San Paolo insieme a parecchi altri rappresentanti della Comunità Ebraica di Roma. Da Guido Coen a Emanuele di Porto, segretario della Comunità. E poi Misano, Pace, gli Zevi, i Pavoncello, tanti altri. Era la loro seconda volta, dietro quello striscione carico di storia ricordando il «Jewish Infantry Brigade Group», i cinquemila ebrei provenienti da 53 Paesi che contribuirono a liberare l’italia con l’VIII armata risalendo lungo l’Adriatico. «Li ho invitati io», aveva detto un anno fa con orgoglio Massimo Rendina, il presidente dell’Anpi, quest’anno inchiodato a casa da una convalescenza. Erano sbarcati a Taranto con la stella giallo-oro sul braccio, dietro il vessillo bianco azzurro con la stella di David al centro, guidati dal leggendario Johann Peltz. I tedeschi avevano terrore di cadere loro prigionieri. I loro morti sono a Piangipane, nel Ravennate. «Quelli che ci offendono non sanno nulla — dice Piero Terracina—, bisognerebbe avere la pazienza di spiegare, peccato che così portano acqua al mulino di chi non vede l’ora di sbarazzarsi davvero della Resistenza…».
Paolo Brogi
(Fonte: Corriere della Sera, 26 Aprile 2008)
Tutto questo è successo nel 2008…….ma anche nel 2007 a Milano questi “signori” ebbero una reazione a dir poco VERGOGNOSA nei confronti di chi portava la bandiera della Brigata Ebraica…
25 Aprile 2007, Milano
25 Aprile 2007, Milano
25 Aprile 2007, Milano
#1Daniele Coppin
Spero che la Digos abbia scattato delle foto a questo esagitato o che acquisisca le foto pubblicate qui e quantomeno indaghi su di lui. Chissà che non trovi qualche elemento “interessante” per una denuncia. Ma forse, visto quanto accaduto nel caso della pubblicazione della lista di prof ebrei, è solo un utopisco auspicio.
#2Focus on Israel
Le foto sono del 2007…se non hanno indagato finora….