Torino, vietate le bandiere d’Israele
Fiera del Libro, la questura nega il permesso per tutte le manifestazioni
Al Lingotto Llnedì un seminario all’Università. Ospiti: da Vattimo agli intellettuali arabi contro la presenza di Israele
Misure speciali di sicurezza: il saluto di Napolitano avverrà prima dell’apertura al pubblico
TORINO — La Questura di Torino vieta ogni manifestazione per l’8 maggio, giorno di inaugurazione della XXI Fiera del Libro. Non sarà autorizzato il previsto corteo dei centri sociali e di chi boicotta la Fiera per protesta contro la presenza di Israele come Paese ospite, ma neppure il presidio con le bandiere israeliane promosso dal gruppo romano «Appuntamento a Gerusalemme», lo stesso che aveva chiesto e ottenuto la presenza del Capo dello Stato in segno di solidarietà con la manifestazione libraria. «E un divieto assurdo, noi vogliamo soltanto salutare gioiosamente Napolitano con le bandiere del Paese ospite», la replica.
Più prudente la posizione dell’Unione delle Comunità Ebraiche, che attende l’esito di un incontro fissato per oggi tra il suo presidente Renzo Gattegna e il Viminale. Già nei giorni scorsi, e in via informale, la Questura aveva «sconsigliato» a chi all’interno delle Comunità voleva enfatizzare il momento dell’apertura ogni iniziativa pubblica. Ora però il divieto totale potrebbe assumere il sapore di un’imposizione che rischia di mettere sullo stesso piano qualunque iniziativa, dai saluti con le bandierine ai cortei per il boicottaggio.
«La cosa più importante per noi — spiega con diplomazia Claudia De Benedetti, che l’Ucei ha delegato alle vicende che riguardano la Fiera di Torino — è la gratitudine che vogliamo esprimere a Napolitano per la sua presenza. Ma siamo fiduciosi che si potranno vedere tante bandiere, portate dalle singole persone, sventolare alla Fiera nel giorno dell’ inaugurazione».
Il sentiero della trattativa è stretto, strettissimo, e si gioca tutto sulle parole di ieri sera del Questore Stefano Berrettoni: «Per esclusive ragioni di ordine pubblico saranno vietate tutte le manifestazioni fuori dal perimetro della Fiera. Ciò che accade all’interno non è di mia competenza e mi limiterò a prenderne atto per predisporre le misure opportune».
Le bandiere con la stella di David vietate all’esterno, dunque, potrebbero ricomparire, magari più piccole, all’interno del Lingotto. Ma la tensione crescente a Torino ha suggerito anche alla presidenza della Repubblica una linea di estrema prudenza: il saluto inaugurale di Napolitano e la sua successiva visita ad alcuni padiglioni avverranno in una Fiera non ancora aperta al pubblico, alla sola presenza delle (pur numerose) autorità invitate per l’occasione, compresi naturalmente i rappresentanti dello Stato di Israele e delle Comunità ebraiche.
Polemiche e confronti ravvicinati tra amici e nemici di Israele potrebbero giungere però anche prima dell’8 maggio. Per lunedì e martedì prossimi, infatti, è in programma all’Università di Torino — nella sala lauree di Scienze Politiche — un seminario internazionale, «Le democrazie occidentali e la pulizia etnica in Palestina», che fin dal titolo dichiara in quale filone di pensiero politico e culturale intenda collocarsi. Il programma spiega il resto: da un lato intellettuali e docenti universitari come lo storico Sergio D’Orsi e il filosofo Gianni Vattimo (che ieri era all’Università di Bologna per un’altra iniziativa anti-Fiera), dall’altro esponenti del mondo arabo contrari alla presenza di Israele a Torino, come Tariq Ramadan. E per concludere, nel pomeriggio di martedì, una tavola rotonda con i vari comitati del «no»: No War, no Tav, no Dal Molin, no Fiera Libro. «Come Università, la nostra filosofia è quella della massima apertura al confronto — chiarisce il rettore Ezio Pelizzetti —. E un seminario a carattere scientifico. Del resto, siamo stati gli unici in Italia a ospitare insieme, ben due volte quest’anno, l’Università ebraica e quella palestinese di Gerusalemme».
Vera Schiavazzi
(Fonte: Il Corriere della Sera, 30 Aprile 2008 )