Fiera del libro, nessun divieto per la bandiera di Israele
L’unico divieto disposto dal questore Stefano Berrettoni è quello di effettuare qualsiasi manifestazione pubblica all’esterno dell’area espositiva nel giorno dell’inaugurazione
TORINO – La bandiera d’Israele sarà “regolarmente esposta alla Fiera del libro e nei luoghi in cui ne è prevista l’esposizione”. Lo ribadisce la Prefettura di Torino, smentendo ancora una volta le notizie relative ad un presunto divieto in occasione del Salone del libro e all’indomani dell’episodio che si è verificato in piazza San Carlo al termine del corteo del 1° maggio quando un gruppo di esponenti dei centri sociali ha bruciato due vessili con la stella di Davide e una bandiera degli Stati Uniti.
“Esiste un divieto disposto dal questore Stefano Berrettoni – precisa una nota della Prefettura – di effettuare qualsiasi manifestazione pubblica all’esterno dell’area espositiva nel giorno dell’inaugurazione”, il prossimo 8 maggio quando interverrà il presidente della Repubblica Napolitano. Nessun divieto di esposizione di bandiere però, conclude la nota, è stato “ovviamente mai posto”.
Diverse le reazioni al gesto dei centri sociali. Tra le prime a prendere posizione la Comunità ebraica torinese che “deplora e condanna con fermezza” l’episodio parlando di “un episodio di inciviltà e intolleranza”.
Per la Comunità ebraica si è trattato “del gesto di ben delimitati e identificati grupposcoli di estremisti ed è particolarmente grave che si sia voluto strumentalizzare un evento quale la festa dei lavoratori per recare oltraggio a Paesi terzi che dovrebbero comunque essere cari a tutti i sinceri democratici”.
Netto anche il giudizio di Rolando Picchioni, presidente della Fiera del libro: “Sono fatti che si commentano da soli”. Picchioni si dice “profondamente dispiaciuto che non si riesca ad instaurare un colloquio civile, anche duro ma onesto, con chi vuole cavalcare in modo così violento quella che può essere un’occasione per portare un contributo alla comprensione dei fatti e quindi ad una soluzione del problema”.
Sul caso è intervenuto anche il direttore della Fiera Ernesto Ferrero:”La cultura non ha bandiera, è di tutti, come è di tutti una cultura grande e libera quale quella israeliana”. “L’odio politico -continua Ferrero- oltre ad essere sterile, è l’esatto contrario dei valori che sono legati alla civiltà del libro. Bruciare le bandiere altrui è come dar fuoco a se stessi”.
(la Repubblica, 2 maggio 2008)