LIBANO/ FRATTINI: IL TRAFFICO D’ARMI C’E’, E PASSA PER LA SIRIA
“In situazione di crisi non si possono cambiare regole ingaggio”
Roma, 12 mag. (Apcom) – Nonostante gli sforzi dell’Unifil, “oggi il traffico d’armi c’è, e scorre dalla Siria verso il Libano”. Lo afferma il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato da Corrado Formigli per ‘Controcorrente’, che andrà in onda stasera alle 22.35 su SkyTg24. “E’ un dato di fatto che nel mandato Onu non è compreso il disarmo forzato” delle milizie dell’Hezbollah, fa notare Frattini al giornalista che gli chiede un commento sulle recenti critiche israeliane all’operato dei ‘caschi blu’ sotto comando italiano.
“Se viene fermato un camion pieno di armi (con le attuali regole d’ingaggio, ndr) – spiega il capo della diplomazia – bisogna chiedere l’intervento della polizia libanese, che non ha probabilmente la forza per farlo”. Il precedente governo, nell’estate 2006, ha avuto la capacità di “coinvolgere l’Europa e la comunità internazionale” nella missione di interposizione che ha contribuito alla fine del conflitto fra Israele e le milizie dell’Hezbollah.
Prodi e D’Alema, però, secondo Frattini, non hanno fatto la chiarezza necessaria “sull’effettività delle regole d’ingaggio” dei ‘caschi blu’. “Oggi parlare di un cambiamento unilaterale (di queste regole, ndr) non è proprio possibile, vista la situazione di crisi, ma all’origine sarebbe stato meglio porre il problema al Consiglio di Sicurezza, capire se quelle fossero le regole migliori” ribadisce il titolare della Farnesina.
“Quello si poteva fare – aggiunge – in questa fase di crisi non è possibile (cambiare regole di ingaggio, ndr) senza ascoltare prima i militari sul terreno”.