Gli egiziani bloccano armi dirette a Gaza
Gaza. Almeno tremila munizioni, Rpg e una trentina di missili anti aereo. La polizia egiziana ha scovato ieri cinque scatole piene di armi nascoste in una grotta di una montagna nel Sinai, a ottanta chilometri dal valico di Rafah, al confine con Gaza. Lo ha riferito un responsabile delle forze dell’ordine spiegando che le armi dovevano essere contrabbandate nella Striscia. Questa montagna era già stata utilizzata come riparo per i gruppi islamici locali, che hanno realizzato tre grandi attentati nel Sinai, in cui sono morte 125 persone. Da questo confine poroso passano anche valigie piene di soldi per aggirare l’embargo che grava sulla Striscia. Il governo di Israele ha spesso accusato l’Egitto di non fare abbastanza per fermare le armi che, attraverso Rafah, arrivano ai gruppi palestinesi, Hamas e Jihad islamica in testa.
In questo momento di instabilità politica Israele che va verso una crisi di governo, la Striscia sempre più terra di nessuno, ancora ieri un’esplosione in una casa del centro di Gaza ha ucciso un militante di Hamas, il Libano che è sempre teatro di scontri, con un soldato ucciso in un’esplosione vicino a Tripoli e un sospetto attentatore ucciso vicino a un campo profughi palestinese la collaborazione degli stati arabi moderati è decisiva. Per questo a Gerusalemme molti sono preoccupati per il vertice della Fao che si apre la prossima settimana a Roma, in cui è previsto un incontro tra il rais egiziano, Hosni Mubarak, e il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, che vuole estendere la sua egemonia su tutto il Medio Oriente.
(Fonte: Il Foglio, 31 Maggio 2008 )