Da 16 mesi la Striscia e’ isolata da un embargo
Gaza, diventa legale il contrabbando via tunnel.Israele teme il traffico di armi
Gaza – Il contrabbando di merci provenienti dall’Egitto attraverso tunnel scavati sotto il confine diventa legale nella Striscia di Gaza. I proprietari delle tantissime gallerie hanno infatti firmato un accordo con le autorità di Hamas, attualmente al potere a Gaza, che prevede il pagamento di un’indennità per i lavoratori e la possibilità di allacciarsi alla rete elettrica locale. Quella che, fino a poco tempo fa, era un’attività illegale, esce quindi allo scoperto.
I tunnel sotterranei non sono una novità: i primi sono infatti comparsi negli anni Ottanta, dopo la restituzione della penisola del Sinai all’Egitto da parte di Israele. Ma il vertiginoso aumento del contrabbando tramite gallerie risale agli ultimi sedici mesi. Da giugno del 2007, quando Israele ed Egitto hanno chiuso i confini con Gaza in seguito alla presa di potere di Hamas nella Striscia, i tunnel rimangono infatti l’unico canale che collega Gaza con il mondo esterno.
Attraverso i tunnel – alcune stime ne contano almeno 200 – vengono introdotte nella Striscia merci di ogni genere. Principalmente si tratta di cibo, vestiti, elettrodomestici, benzina. Ma, soprattutto, armi. Secondo dati dell’intelligence israeliana, a partire dal ritiro di Israele da Gaza, nel 2005, Hamas ha armato tra i 20.000 e i 30.000 combattenti proprio grazie al contrabbando di armi via tunnel.
Sia dagli Stati Uniti che da Israele sono più volte arrivate pressioni all’Egitto, affinché blocchi il contrabbando con Gaza. Il Cairo, anche grazie agli aiuti economici provenienti da Washington, afferma di aver distrutto molti tunnel da giugno del 2007, ma secondo Aviv Shiron, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, dovrebbe fare di più.
Tel Aviv è infatti molto preoccupata per l’afflusso di armi a Gaza, armi che per Shiron rappresentano una minaccia per l’intera regione, e non solo per Israele. La presenza di terroristi armati poco lontani dai confini israeliani rischia inoltre di diventare l’ennesimo ostacolo al raggiungimento di un accordo di pace con i palestinesi.
Accordo che, secondo l’impegno preso ad Annapolis lo scorso novembre dall’attuale premier uscente israeliano Olmert e dal presidente palestinese Abu Mazen, dovrebbe essere raggiunto entro la fine del mandato del presidente Usa Bush, a gennaio 2009. Un termine troppo vicino che fa temere che, ancora una volta, non si riuscirà a mettere d’accordo israeliani e palestinesi, soprattutto dal momento che Tel Aviv si rifiuta di firmare qualunque intesa finché Hamas rimarrà al potere a Gaza (in Cisgiordania invece il governo è in mano a Fatah, il partito del presidente Abu Mazen).
I tunnel sono tuttavia estremamente importanti per la precaria economia di Gaza, e i contrabbandieri non si lasciano fermare dalla distruzione delle gallerie da parte dell’Egitto, ma ne costruiscono subito di nuove. Anche Hamas, appena salito al potere, ne aveva distrutti alcuni. Poi ha stretto accordi con i contrabbandieri, e adesso controlla tutto quello che arriva dall’Egitto, per evitare il traffico di armi e droga, come ha spiegato Ehab Ghussen, portavoce del ministero degli Interni.
Quest’anno 45 operai sono morti nei tunnel, in incidenti o nel corso delle operazioni anticontrabbando delle forze egiziane. Proprio per questo, Hamas ha chiesto ai proprietari dei tunnel di proteggere i lavoratori e di impegnarsi a pagare quello che la legge islamica chiama “diyeh”, il prezzo del sangue, alle famiglie degli operai morti.
Simone Storti
#1liberaliperisraele
Ti linko ma cos’hai le duracell? :)))
#2Focus on Israel
non mi sembra….perchè?
:))
#3milaus
Sei attivissimo, meno male, ultimamente molti amici si stanno pendendo delle pause che spero siano brevi.
#4Focus on Israel
In realtà anche noi andiamo a singhiozzo…..non è facile….