Roma: sospeso il professore che nega l’Olocausto
ROMA – Negazionismo, la lezione è finita. Il portone del liceo artistico di via Ripetta da oggi rimane chiuso per il professor Roberto Valvo. E’ stato sospeso dall’ Ufficio scolastico regionale del Lazio il docente che la settimana scorsa ha messo in dubbio lo sterminio degli ebrei davanti a colleghi (in consiglio) e studenti (sabato, in classe) affermando, tra l’ altro: «La Shoah è un’ invenzione degli alleati»; «le prove mancano e sono state spesso contraffatte»; «gli ebrei non sono italiani».
Oggi è scattato l’ allontanamento per il professore di storia dell’ arte del più antico liceo artistico romano, a due passi da piazza Augusto imperatore. Un provvedimento d’ urgenza e temporaneo – ma netto, che scarta compromessi come l’ assenza per malattia – in attesa che il procedimento disciplinare segua il suo lungo iter. Gli ispettori dell’ Ufficio scolastico, mandati subito dal direttore Raffaele Sanzo, nonostante il settore sia sotto organico, si sono più volte recati nei giorni scorsi a scuola.
La richiesta di tempi celeri, e di «provvedimenti esemplari», era stata espressa domenica scorsa da un «offeso» Gianni Alemanno: era stato lo stesso sindaco ad accompagnare quattro studenti di via Ripetta, con altri 246 ragazzi romani, nel viaggio della Memoria ad Auschwitz. Quale sarà la sanzione per il professore – che da domenica scorsa, quando Repubblica ha riportato le farneticazioni sulla Shoah espresse durante il consiglio di classe della IVC di mercoledì 12, ha continuato a fare lezione – lo deciderà la disciplinare del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione.
Ma intanto s’ è mossa la Procura di Roma che ha aperto un fascicolo dopo l’ esposto presentato sabato scorso ai carabinieri dalla preside, Maria Teresa Strani. In Italia manca un legge come esiste in Francia, Germania o Austria, dove il negazionista inglese David Irving è stato condannato nel 2006 a tre anni in primo grado. Il magistrato incaricato dovrà quindi stabilire se il professore ha violato la legge Mancino che punisce fino a tre anni «chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’ odio razziale o etnico».
Ieri tensione al collegio docenti straordinario. I docenti di via Ripetta avrebbero votato a maggioranza per dissociarsi dalla preside perché non li ha immediatamente informati dell’ accaduto e perché non avrebbe manifestato agli organi di stampa la totale estraneità del liceo rispetto alle tesi negazioniste di Valvo, né evidenziato le iniziative del liceo in ricordo delle vittime della Shoah. La scuola ha molte volte partecipato ai viaggi della Memoria. E nel 2004 l’ aula magna ha ospitato un’ installazione realizzata dai ragazzi usando la frase piazzata dai nazisti all’ entrata di Auschwitz, Arbeit Macht Frei. «La prima cosa – fa notare una professoressa – che leggono i nuovi studenti nel nostro libricino di benvenuto è: “Nessuna discriminazione può essere compiuta per motivi riguardanti sesso, razza, etnia, lingua, religione”».
di Carlo Alberto Bucci
(Fonte: Repubblica, 22 Novembre 2008, pag. 18 )
#1lucyintheskywd
Capita proprio nei giorni in cui studenti di ogni parte di Italia, alcuni accompagnati da Alemanno visitano i campi di concentramento… Chi è stato ad Auschwitz, Birkenau o Mauthausen ne è testimone: l’atmosfera che si respira è spettrale, quasi surreale; la desolazione domina i viali che dividono le camerate dei prigionieri; un rumoroso silenzio evoca il ricordo di grida passate. I musei interni ai campi di sterminio offrono ulteriore testimonianza degli abomini che un’ideologia nefasta è riuscita a produrre. Nessun libro di storia è in grado di descrivere tutto questo. Non basta sapere. Occorre visitare quei luoghi per capire il limite ultimo della follia umana. Non mi spiego come si possa arrivare a negare tutto questo
#2Clarimonda
Raccapricciante constatare che esistano uomini del genere. Basta ascoltare uno dei pochi scampati allo sterminio per capire che ha avuto davvero luogo, non c’è attore capace di trasmettere un’angoscia paragonabile a quella che si sente nei racconti degli ex-internati.
#3israele vergogna
e quindi una persona dovrebbe essere messa in galera perchè sostiene idee diverse dalle vostre? ma andate al diavolo voi tutti quanti. non solo negate la libertà di parola e la volete punire, ma da questo emerge quanto abbiate paura che la verità venga scoperta..
#4Emanuel Baroz
con quali altri nomi vuoi sottoscrivere un commento?! No, diccelo, perchè così ci prepariamo…..riguardo ciò che hai scritto, se questo personaggio insegna credo che la questione sia differente…anche perchè rasenta un reato
#5Anonimo 2
Aggiungerei che è meglio per voi Ebrei che il Negazionismo non venga perseguito per legge: non porta a nulla la repressione del pensiero.
Se un pensiero è sbagliato si corregge con giuste confutazioni, non con la galera!
Così facendo invece si alimenta il senso del proibito e, a lungo termine, la situazione si farà insostenibile.
Allora si, che saranno guai!