Mumbai: trucidati perchè ebrei
Soltanto dopo avere consumato l’indignazione per la caccia agli occidentali negli hotel di lusso di Mumbai, simboli del turismo internazionale; soltanto dopo aver dedicato articoli preoccupati ai flussi turistici verso l’India; soltanto dopo tutto questo, il mondo occidentale si è accorto dell’orrore vero e principale della strage, che pure era noto sin dal primo momento. Tra i principali obiettivi dei terroristi islamici c’era infatti quello di trucidare ebrei, proprio e soltanto perché ebrei, di infangare e distruggere un centro ebraico, soltanto perché di ebrei. Unico, terribile, obiettivo pregno di valori religiosi tra tutti i simboli che i jihadisti hanno deciso di riempire di odio e sangue. Penetrate con la forza e con feroci combattimenti nel centro ebraico Chabad alla Nariman House di Mumbai, dopo una battaglia durata 48 ore, le forze di sicurezza indiane hanno scoperto che il rabbino Gavriel Holtzberg, preso in ostaggio tra i primi mercoledì sera, sua moglie e altri tre ebrei erano stati trucidati con ferocia dagli islamisti. La Nariman House è stata attaccata e semidistrutta dai terroristi proprio perché ospita un centro chassidico, una sinagoga e svolge attività di assistenza. Non ha nulla, assolutamente nulla a che fare con Israele (alcune correnti chassidiche sono addirittura contrarie al sionismo e giudicano illegittimo Israele), nulla a che fare con la questione palestinese, ma ha tutto a che fare con una delle più preziose componenti dell’ebraismo, simbolo, tra i tanti, della tolleranza e del cosmopolitismo prezioso della vecchia Bombay.
Per questo è stata distrutta, per questo il suo rabbino è stato trucidato: perché l’antisemitismo più feroce è il segno distintivo del fondamentalismo e del terrorismo islamico, perché trucidare ebrei, massacrare un rabbino, sua moglie e i suoi correligionari è una delle massime aspirazioni di questa parte dell’islam. Certo, quello che produce i ragazzini che seminano morte a Mumbai è un islam ultraminoritario, non rappresenta che una piccola parte del grande mondo musulmano. Ma sino a quando non avremo notizia che da tutte le capitali arabe e islamiche, da tutte le grandi università coraniche, sono arrivate forti parole di sdegno e di condanna per la morte del rabbino Holtzberg, per sua moglie e le altre vittime ebree di Mumbai – e temiamo di non avere mai queste notizie – rivendichiamo il diritto di sentire un profondo senso di angoscia nei nostri cuori.
(Fonte: Il Foglio, 29 Novembre 2008, pag.3)