La Morgantini colpisce ancora….

 
admin
4 dicembre 2008
20 commenti

Ancora una volta l’odio che questo personaggio nutre nei confronti dello Stato di Israele ha impedito al Parlamento Europeo di compiere il proprio dovere, votando a favore di un protocollo che non sarebbe servito ad altro che facilitare i rapporti tra l’Europa e Israele. Non è la prima volta che accade, ma speriamo sinceramente che sia l’ultima: sicuramente il’Europa non merita un vice presidente del proprio Parlamento intriso di pregiudizio come quello attuale….

Parlamento Europeo

Protocollo Israele- UE: rinviato il voto

uno dei PEGGIORI vicepresidenti del Parlamento Europeo che la storia ricordi...

Luisa Morgantini: uno dei PEGGIORI vicepresidenti del Parlamento Europeo che la storia ricordi...

Strasburgo – Il Parlamento Europeo ha rinviato il voto sul protocollo di cooperazione tra Israele e UE: 194 deputati contro 173 hanno chiesto di posporre il voto su richiesta del gruppo Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica e dei Verdi con Socialisti, Liberali e qualche popolare. “E’ tempo che il governo israeliano non si consideri al di sopra della legalità”, ha detto Luisa Morganitini, vice presidente del Parlamento UE.

(Fonte: Corriere della Sera, 4 Dicembre 2008, pag. 16)

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  • #1Tore Pirino

    Su questa proposta che reputo folle, ho spedito una mai ad Agnoletto, altro deputato europero che mena vanto d’essere il padre di questa emendanto. Una mail in cui gli esternavo il mio orrore per questa Sinistra che si perde dietro la propoaganda di hamas. Risposta: lei non è informato. Ma guardi che Israele viola continuamente i trattati. Insomma, pura propaganda. Che vergogna questa mia Sinistra parolaia, confusionaria, e pronta a farsi abbindolare dai pallestinesi

    5 Dic 2008, 13:04 Rispondi|Quota
  • #2Focus on Israel

    Caro Tore, è un piacere trovarti qui da noi!!! 😉

    Su Agnoletto che dire?……..credo che ormai abbiano capito tutti che tipo di personaggio sia…lui e i suoi compari di merende!

    5 Dic 2008, 13:14 Rispondi|Quota
  • #3Giuseppe D.

    io ora oso: per me chi ragiona in questo modo ha simpatie naziste. come i nazisti non perdono occasione di esternare la loro ostilità e il palese odio per gli ebrei ieri e per lo stato degli ebrei oggi. chi nega l’evidenza e indirettamente o direttamente si impegna per sostenere o per lo meno tollerare le posizioni oltranziste di hamas (ma fatah non è da meno) ha un atteggiamento nazista. Perchè per codesti personaggi, è un dogma: anche di fronte ai fatti continuano con questa pedissequa litania contro Israele richiamandosi ai “trattati internazionali”, materia alquanto evanescente e piena di ambiguità. Chi nega l’evidenza ed assume posizioni dogmatiche, è un fondamentalista. Esattamente come lo sono i fondamentalisti islamici di hamas e fatah e hizbullah. E non per altro durante la seconda guerra mondiale i loro progenitori erano alleati del fuhrer.

    5 Dic 2008, 13:42 Rispondi|Quota
  • #4esperimento

    L’hanno fatta anche vicepresidente??? Ecco perché l’Europa va a rotoli. Ma per i parlamentari non è previsto il licenziamento quando ne combinano di così grosse??

    OT Una curiosità: ma tra di voi (quanti siete a gestire il blog?) c’è anche Sharon N.?

    5 Dic 2008, 14:11 Rispondi|Quota
  • #5onlio

    e poi parlano dell’iran… in Italia e in Occidente,gli stati laici… non cè neanche la libertà di fare una telefonata senza essere intercettati!!

    5 Dic 2008, 16:36 Rispondi|Quota
  • #6Focus on Israel

    Siamo in tanti….;)…..ma Sharon N. non c’è!!!!

    5 Dic 2008, 16:53 Rispondi|Quota
  • #7Daniel

    Dal quotidiano “Il Manifesto” del 13-04-2006

    Eurodeputati da Hamas

    Un gruppo di 9 eurodeputati guidato da Luisa Morgantini (Prc) ha incontrato ieri a Ramallah e a Gaza diversi parlamentari palestinesi fra cui esponenti di Hamas, che la Ue (adeguandosi agli Usa) ha deciso di mettere in quarantena. Gli europarlamentari, ha detto Morgantini, hanno aderito all’iniziativa «a titolo individuale». A Ramallah gli eurodeputati hanno incontrato in particolare il nuovo presidente e il segretario del parlamento palestinese Aziz Dweik e Mahmud al Ramahi, entrambi di Hamas. Morgantini ha affermato che l’Europa «non deve abbandonare il popolo palestinese, e lasciarlo morire di fame ». L’Ue ha deciso nei giorni scorsi una sospensione degli aiuti diretti al governo palestinese, ora formato da Hamas. Morgantini ha affermato che l’Europa deve portare avanti il dialogo con le nuove autorità palestinesi» e non deve praticare «una politica dei due pesi e due misure ». Oltre a Morgantini, fanno parte del gruppo eurodeputati dei gruppi del centrosinistra (Pse, Sinistra unitaria, Verdi, Liberal-Democratici) e una parlamentare belga del Ppe.

    http://www.ilmanifesto.it

    Per chi lo volesse sapere cito i nomi degli eurodeputati complici della Morgantini:

    Luisa Morgantini (GUE/NGL, Italia) [email protected]
    Chris Davies (ALDE, GB) [email protected]
    André Brie (GUE/NGL, Germania) [email protected]
    David Hammerstein Mintz (GREENS/EFA, Spagna) [email protected]
    Veronique Mathieu (PPE-ED, Francia) [email protected]
    Proinsias De Rossa (PES, Irlanda) [email protected]
    Margrete Auken (GREENS/EFA, Danimarca) [email protected]

    Ricordo anche che la Morgantini è la Presidente della Commissione Sviluppo al Parlamento Europeo

    5 Dic 2008, 17:10 Rispondi|Quota
  • #8Daniel

    http://www.ejpress.org/article/7996
    http://www.totallyjewish.com/news/national/?content_id=3403

    Manifesto, Il
    “Europarlamento Morgantini con il liberale Davies, dimessosi dopo critiche a Israele”
    Data: 09/05/06

    Europarlamento – Morgantini con il liberale Davies, dimessosi dopo critiche a Israele

    L’europarlamentare italiana Luisa Morgantini invita tutti a mandare mail di solidarietà a Chris Davies, il leader dei liberali britannici che lo scorso 4 maggio si è dimesso (pur mantenendo la carica di deputato europeo) in seguito alle polemiche scatenate in Inghilterra da uno scambio epistolare molto acceso con una sua elettrice ebrea. «Non so esattamente quanto Davies sia stato offensivo con l’elettrice in questione – scrive Morgantini – so però che a lui va tutta la mia solidarietà perché per quanto riguarda la violazione dei diritti umani e della legalità internazionale perpetrata dalle politiche del governo israeliano in Palestina , quanto ha dichiarato è giusto». Davies aveva sostenuto che Israele pratica politiche di apartheid in Palestina. «Fai lo stesso errore di molti altri che si definiscono liberali», gli aveva scritto un’elettrice ebrea. E lui: «Quello che dici suona razzista nei miei confronti. Spero che ti diverta a sguazzare nella tua stessa sporcizia». La notizia era stata riportata da «Jewish News» e le polemiche hanno portato alla dimissione da leader dei Liberali.

    5 Dic 2008, 17:11 Rispondi|Quota
  • #9Daniel

    Il farneticante appello del Vicepresidente del Parlamento Europeo..

    11.04.2007 La sicurezza di Israele è solo un pretesto, subito i profughi palestinesi in Cisgiordania e Gaza
    il falso umanitarismo di Luisa Morgantini

    Testata: Corriere della Sera
    Data: 11 aprile 2007
    Pagina: 47
    Autore: Luisa Morgantini
    Titolo: «I profughi palestinesi in Iraq»

    I palestinesi sono, pare, insicuri in Iraq, paese travagliato dal terrorismo e forse dalla vendette susseguenti al crollo del reglme di Saddam Hussein (sempre sostenuto dall’Olp .
    Ma Luisa Morgantini, “Vicepresidente del Parlamento Europeo “, non pensa certo di riflettere sull’argomento.
    Nè di chiedere che siano paesi arabi, o l’Europa. Ad accogliere i palestinesi d’Iraq.
    Essi devono piuttosto essere accolti “nella loro terra, i territori occupati palestinesi (che per lei includono Gaza, ndr) sebbene Israele si opponga ammantando le solite questioni della sicurezza”.
    Luisa Morgantini ignora evidentemente l’esistenza del terorrismo contro i civili israeliani. Le esigenze di sicurezza di Israele, secondo lei, sono un pretesto.
    Una posizione che rivela soltanto che il reale pretesto è un altro: quello “umanitario” della Morgantini. Prtesto contro Israele, naturalmente.

    Ecco il testo:

    I profughi palestinesi in Iraq
    Dall’inizio dell’occupazione militare e la fine del regime di Saddam Hussein, nell’aprile 2003, i profughi palestinesi in Iraq sono stati sottoposti a ogni sorta di discriminazioni, vessazioni e crudeltà, non vengono risparmiati donne, bambini e anziani. Molti sono i «desaparecidos», gli assassinii e gli stupri. Milizie armate sciite, ma anche esercito iracheno hanno costretto migliaia di palestinesi (sunniti) a lasciare le loro case, accusandoli di essere stati protetti da Saddam. Tutti i loro permessi di residenza, temporanei e permanenti sono stati annullati, i documenti per i nuovi nati sono stati sospesi fin dal 2003. Varie organizzazioni umanitarie denunciano che una «sistematica campagna di pulizia etnica» contro i rifugiati palestinesi è in atto a Bagdad: nel solo 2006 sono stati oltre 600 gli uccisi. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) stima che su 34mila palestinesi oggi ne siano rimasti in Iraq circa 20mila, i quali vivon nel terrore di essere uccisi. Per i palestinesi iracheni scappare è l’unica via, ma anche una via interdetta. Senza passaporto e costretti in tende nei campi profughi nel deserto ai confini di Siria e Giordania che rifiutano di ospitarli.
    La Comunità internazionale deve intervenire innanzitutto chiedendo a Israele, responsabile per i profughi del ’48 e del ’67, di aprire alle vittime palestinesi irachene la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Certo la soluzione più giusta sarebbe quella di impedire la persecuzione dei palestinesi, divenuti capri espiatori e bersagli delle milizie fondamentaliste, e chiedere al governo iracheno e alle forze occupanti di difenderli e proteggerli. Non lo permette, però, lo stato attuale in cui versa la società irachena, sommersa dagli scontri, dai bombardamenti e dagli attentati.
    Sarebbe allora ancora più giusto permettere l’accoglienza dei profughi nella loro terra: i territori occupati palestinesi, sebbene Israele si opponga ammantando le solite questioni della sicureza. Il governo palestinese è al momento privato della propria sovranità per poter decidere di accoglierli. Ad oggi l’azione dell’Unhcr ha trovato una soluzione solo per un totale di 62 rifugiati (54 accolti dal Canada e 8 dalla Nuova Zelanda). Troppo poco.
    Luisa Morgantini
    Vicepresidente del Parlamento Europeo

    5 Dic 2008, 17:13 Rispondi|Quota
  • #10Daniele Coppin

    Sarebbe ora che questa Signora (?) onorevole (?) ricevesse le risposte che si merita dai più alti livelli istituzionali nazionali ed internazionali. Noi possiamo anche discutere qui delle falsità che, per l’ennesima volta diffonde, spalleggiata da un gruppo di antisemiti travestiti da deputati di sinistra; possiamo anche scriverle mail di protesta. Il fatto è che questa presunta intellettuale imperversa e diffonde falsità impunemente, senza alcun richiamo o provvedimento. Non so come funzionino le cose al Parlamento europeo, ma qualche norma ci sarà pure per contrastare le farneticazioni sue e di Agnoletto. Altrimenti bisogna solo sperare che, alle prossime elezioni europee, facciano la stessa fine che hanno fatto i loro partiti di riferimento alle ultime elezioni italiane: scompaiano dal Parlamento.

    6 Dic 2008, 09:44 Rispondi|Quota
  • #11Daniel

    Cooperazione Ue-Israele: L’ Europarlamento rinvia il voto conclusivo

    Bruxelles, 3 dic – Il parlamento europeo ha rinviato il voto, previsto per domani, sull’accordo scientifico-tecnologico fra Ue e Israele.

    La proposta di rinvio è nata nelle file del gruppo della Sinistra europea (Gue) e di quello dei Verdi.

    Rinvio approvato con 194 voti favorevoli e 173 contrari.
    Francis Wirtz capogruppo del Gue e Luisa Morgantini (Prc) vice presidente del Parlamento Europeo hanno motivato il loro assenso alla proposta: Il primo ritiene che sia necessario aspettare fino a quando Israele non darà segnali seri di buona volontà tradotti in segnali tangibili sul terreno nelle sue relazioni con i palestinesi. La seconda sulla stessa lunghezza d’onda ha dichiarato: “E’ tempo che il governo israeliano non si consideri al di sopra della legalità ed inizi a rispettarla, a cominciare dal blocco degli insediamenti e dalla fine dell’assedio a Gaza fino a quando questi segnali non verranno dati dal governo israeliano il Parlamento Europeo non è disposto a votare”

    7 Dic 2008, 16:23 Rispondi|Quota
  • #12Alois

    Ma che é questo sito, la succursale del “sito sionista” della Fait Deborah?
    Ci ritroviamo Tore Pirino, Giuseppe D., Daniele Coppin…tutta
    la bella brigata di lorsignori e lordame!!

    14 Dic 2008, 11:28 Rispondi|Quota
  • #13Focus on Israel

    Nessuna succursale….ci limitiamo a riportare le notizie che normalmente non vengono riportate dai mass media italiani….se poi i signori da lei elencati ci vogliono onorare della loro presenza e dei loro pensieri non può che farci piacere.

    14 Dic 2008, 16:49 Rispondi|Quota
  • #14debora fait

    La Morgantini non dice tutta la verita e cioe’ che i palestinesi sono odiati in Iraq perche’ Saddam Hussein aveva riservato loro un trattamento di favore a scapito degli iracheni. I palestinesi potevano entrare in appartamenti di proprieta’ di iracheni e non pagare l’affitto e altre prepotenze mafiose del genere. Alla morte di Saddam la popolazione irachena li ha scacciati e ancora oggi gli da la caccia. Altro che profughi!

    14 Dic 2008, 18:47 Rispondi|Quota
  • #15Daniele Coppin

    Come sempre, chi è a corto di argomenti non sa far altro che ricorrere all’offesa, secondo il più classico degli stili seguiti dai simpatizzanti dei regimi autoritari, che siano essi di destra, di sinistra o religiosa.

    14 Dic 2008, 19:47 Rispondi|Quota
  • #16Pino Modola

    Palestinesi in Iraq: altro che profughi! … sicuramente mafiosi privilegiati in vacanza in un paese da sogno. E poi?
    E poi non credete che gli israeliani tutti debbano sempre considerare almeno con rispetto la situazione dei profughi? 2000 anni di diaspora non hanno lasciato traccia? E i 60 anni di diaspora imposta a 700.000 palestinesi non dovrebbero impedire a Israele e ai suoi supporter di fare dell’ironia sulle vittime di quella che è comunque una tragedia, come ogni ebreo sa benissimo per averla patita nella sua storia?
    In definitiva, non provate neanche un po’ di vergogna a dire certe cose in questo sito, oltre a tacciare di antisemitismo o addirittura di nazismo chiunque osi criticare Israele? (E poi avete il coraggio di affermare: “Come sempre, chi è a corto di argomenti non sa far altro che ricorrere all’offesa, secondo il più classico degli stili seguiti dai simpatizzanti dei regimi autoritari, che siano essi di destra, di sinistra o religiosa.” Eccellente autoritratto, caso mai non ve ne foste accorti!).
    A questo punto provo veramente ribrezzo per una così sfacciata esibizione di inumanità. Rinuncio a ogni ulteriore tentativo di dialogo o di discussione.
    Ripetendo alla lettera ciò che il vostro Emanuel Baroz (persona peraltro molto più seria di quasi tutti i postatori di questo blog) ha scritto in risposta agli inqualificabili e stupidi interventi di un mentecatto (quello sì probabilmente antisemita), vi dico sinceramente: andate affanculo!
    Così siamo pari, almeno dal punto di vista degli insulti (per me “antisemita” è un insulto, come “nazista”, visto che non sono né l’uno né l’altro; ma rivendico il diritto civile e intellettuale di muovere critiche fondate e argomentate a Israele se e quando lo ritengo giusto o opportuno. Mai sentito parlare di democrazia?).

    18 Gen 2009, 05:45 Rispondi|Quota
    • #17Emanuel Baroz

      12) Ma perché i palestinesi non possono tornare a casa loro?

      Chi può essere qualificato “profugo palestinese”? Secondo l’ONU era considerato profugo palestinese qualunque arabo che avesse vissuto in Palestina per due anni, e che avesse lasciato il paese nel 1948. Due anni di permanenza ed ecco che anche un siriano, un iracheno, un giordano, tutti sono trasformati in palestinesi e profughi. Quando nella Dichiarazione Balfour del 1917 si garantiva agli ebrei una National Home in Palestina, per Palestina non s’intendeva il territorio al di qua del Giordano, ma in realtà tutta la Palestina, cioè il territorio del futuro Mandato nella sua interezza. Quindi la National Home ebraica doveva essere costituita su una parte della Palestina e non su una parte di una piccola parte della Palestina. Il distacco della Giordania, che rappresentava il 75% della Palestina, fu un atto arbitrario di Londra ed una violazione della Dichiarazione Balfour. Quanto ai profughi palestinesi del ‘48/’49, il loro numero, come abbiamo già visto, non superava i 4/500.000, anche considerando “refugees” chi era entrato in Palestina solo due anni prima. Se nelle ultime richieste di Yasser Arafat, quel numero viene moltiplicato per dieci, è evidente che non c’è volontà (o possibilità) di giungere a un accordo definitivo. Nessun paese al mondo potrebbe assorbire un numero di immigrati pari all’80% della sua popolazione.

      Non vi sono precedenti nella Storia di un “diritto al ritorno”, né la giurisprudenza internazionale lo prevede. Giusto o sbagliato che sia, l’orologio della Storia non può esser rimesso indietro di oltre mezzo secolo. E’ curioso poi che tale “diritto” sia stato preteso non per il ritorno dei palestinesi in uno Stato palestine-se, ma nello Stato d’Israele.

      http://www.focusonisrael.org/2008/05/18/israele-21-domande-21-risposte/

      18 Gen 2009, 10:32 Rispondi|Quota
      • #18Emanuel Baroz

        7) Ma Israele non ha voluto accogliere i profughi palestinesi

        In seguito agli accordi di Oslo del 1993, il negoziato di pace tra Israele e Organizzazione per la Liberazione della Palestina di Yasser Arafat, sembrava giunto a conclusione a metà del 2000: Israele aveva offerto ai palestinesi il 98% della Cisgiordania e naturalmente Gaza, con la possibilità di una strada extraterritoria-le che unisse la prima alla seconda, e un settore orientale di Gerusalemme. L’offerta, avallata negli Stati Uniti dal Presidente Clinton, venne però respinta da Arafat, il quale volle aggiungere alle clausole di pace anche l’impegno d’Israele di prendersi – nel territorio d’Israele – quattro milioni, quattro milioni e mezzo di “profughi” palestinesi, quanti cioè sembravano essere diventati secondo i calcoli dell’OLP, i discendenti di quei 41500.000 del 1948. Con una popolazione ebraica di cinque milioni, la pretesa diventava palese-mente provocatoria, come ebbe a dichiarare senza mezzi termini lo stesso Presidente degli Stati Uniti ad Arafat. Facendo le debite proporzioni, come farebbe l’Italia, con tutta la buona volontà, ad assorbire 40, 45 milioni di immigrati nel suo territorio?

        http://www.focusonisrael.org/2008/05/18/israele-21-domande-21-risposte/

        18 Gen 2009, 10:35 Rispondi|Quota
  • #19admin

    I profughi ce li abbiamo anche noi: nel 1967, ma non cerchiamo “alibi” per condurre terrorismo morte e distruzione. I nostri “profughi” sono perfettamente integrati in Israele e in altri paei civili e non sono rimasti ai margini delle società per sbandierare la disumanità dei regimi arabi che li hanno cacciati, tenere in ostaggio le istituzioni internazionali, farsi ricoprire di denaro dall’Europa, ecc.

    Qualche dato veloce:

    Algeria: nel 1948 140.000 ebrei, nel 2000 meno di 100
    Egitto: 75.000 – 200
    Iran: 100.000 – 20.000 (stimati)
    Libano: 20.000 – 100
    Libia: 38.000 – 0
    Marocco: 265.000 – 5.800
    Siria: 30.000 – 200
    Tunisia: 105.000 – 1.500
    Yemen: 55.000 – 200

    E chissà quanti sarebbero OGGI i loro discendenti, se applicassimo le stesse regole dell’UNRWA!!!

    Grazie per avermi dato la possibilità di ricordarlo. Sa che c’è, i numeri e i fatti son TUTTI dalla nostra parte, e serve sempre la collaborazione di qualche amico antisemita per aiutarci a ricordare certe cose.

    L’offesa invece, la qualifica.

    18 Gen 2009, 09:05 Rispondi|Quota
  • #20Pino Modola

    L’Italia non ha scacciato dal suo territorio una grossa fetta di popolazione, grazie al cielo. Anzi: ha dovuto accogliere un po’ di suoi cittadini fuggiti o “invitati” a fuggire dall’Istria. Quindi il paragone è improponibile.
    I filo israeliani non hanno bisogno di citare i loro profughi dai paesi arabi dell’ultimo mezzo secolo: la storia stessa del popolo ebraico è una storia di rifugiati e profughi negli ultimi 2000 anni, maltrattati anche e soprattutto da noi cosiddetti cristiani; e si tratta di una sofferenza che dovrebbe essere ben nota e – pertanto – rispettata. Non dico di farvi carico del dramma dei profughi palestinesi (in realtà non ci pensate neppure, e neppure per un decimo dei profughi ufficiali originari): chiederei rispetto e non sarcasmo o irrisione. Ma forse sbaglio. Forse gli arabushim non meritano – per loro natura – rispetto, ma solo sarcasmo e irrisione. E magari qualche tozzo di pane, se fanno i bravi.
    Per questo ho insultato i postatori di questo blog usando l’identica espressione utilizzata da Emanuel Baroz (uno dei vostri, non so con quale funzione, ma almeno persona seria) contro un suo interlocutore che probabilmente se lo meritava. E naturalmente sono diventato antisemita (vero “admin”, che mi accusavi di vittimismo perché qui nessuno mi aveva dato dell’antisemita?), per aver mandato a quel paese chi, informato dei fatti e in parte causa di tali fatti, si permette di irridere i profughi palestinesi. Come volevasi dimostrare.
    Ma perché lasciate aperto questo sito al contributo di chi non la pensa come voi, se poi il risultato è regolarmente questo? E’ democratico, ma anche un po’ frustrante, non trovate? Non sarebbe più elegante pubblicare un sito di legittima propaganda filoisraeliana, con pagine informative e una buona site map? Evitereste di insultare gratuitmente un bel po’ di persone e di ricevere ogni tanto insulti gratuiti (la mamma degli imbecilli è sempre incinta) o anche sofferti, come il mio (che mi crediate o no).

    18 Gen 2009, 15:42 Rispondi|Quota