Mentre i terroristi di Hamas compiono esecuzioni sommarie nei confronti di loro fratelli considerati collaborazionisti, o spingono i civili nelle zone di combattimento sotto la minaccia delle armi, o sequestrano gli aiuti umanitari, i militari israeliani avvisano i civili palestinesi che presto entreranno in azione a Rafah: la differenza c’è…..basta solo avere l’onestà intellettuale di vederla
Gaza/ Israele invita popolazione ad allontanarsi da zona Rafah
Avrebbero tempo fino alle 20 ora locale
Gaza, 7 gen. (Apcom) – Secondo quanto riportato dalla rete televisiva israeliana Channel 10 i residenti avrebbero tempo fino alle 20 ora locale per allontanarsi.
Dopo la fine della tregua umanitaria di tre ore accordata oggi sono riprese le operazioni militari nella Striscia ed il lancio di razzi Qassam contro obiettivi israeliani. Le autorità militari israeliane hanno reso noto che in base alle condizioni di sicurezza sul terreno un corridoio umanitario per gli aiuti potrebbe essere aperto ad intervalli regolari, possibilmente giornalieri.
Secondo fonti militari israeliane l’aviazione avrebbe condotto 40 incursioni nella giornata di oggi, mentre almeno 130 miliziani di Hamas sarebbero stati uccisi dall’inizio delle operazioni terrestri, 5 giorni fa. Fonti palestinesi parlano di 29 morti nelle ultime 24 ore, tra cui almeno 22 civili; una famiglia di quattro persone sarebbe morta in un raid aereo che ha colpito l’auto sulla quale viaggiavano.
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha inoltre “approvato il proseguimento delle operazioni terrestri, compresa una terza fase che allargherà il fronte dell’offensiva penetrando maggiormente nelle zone abitate”, hanno reso noto fonti governative, sottolineando tuttavia che l’applicazione della decisione sul terreno spetterà ai responsabili del Ministero della Difesa.
Il Ministero da parte sua ha annunciato l’invio domani al Cairo di Amos Gilad – consigliere politico del titolare del dicastero, Ehud Barak – per discutere i dettagli di un eventuale cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, come previsto dal piano di pace franco-egiziano al quale lo Stato ebraico ha dato il suo accordo di principio.
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