Nella tarda serata di Sabato, il gabinetto israeliano riunito ha votato in favore di un cessate il fuoco unilaterale, mediato dall’Egitto. Tre settimane dopo il suo inizio, l’operazione “Piombo Fuso” può dirsi completata.
Alla conferenza stampa avvenuta in contemporanea all’annuncio, il Primo Ministro Ehud Olmert ha espresso soddisfazione per il “raggiungimento completo” di tutti gli obiettivi proposti nella guerra contro Hamas, e che il cessate il fuoco verrà osservato a partire dalle 2 antimeridiane di domenica.
Se Hamas dovesse continuare a sparare da Sud, in ogni caso, Israele si riserva il diritto di intervento. “Non consiglio loro di provarci”, ha detto letteralmente. I leader del gruppo terroristico hanno ribadito che non rispetteranno alcuna tregua fino a quando che l’esercito israeliano rimarrà all’interno della Striscia di Gaza.
Olmert ha poi ringraziato il suo ministro degli esteri Tzipi Livni per i suoi sforzi diplomatici e il ministro della Difesa Ehud Barak per la sua professionalità, unitamente ad una lista che includeva anche molte figure militari dell’IDF, dello Shin Bet, del Mossad, della polizia e del Magen David Adom. (Gen. Gabi Ashkenazi, Yuval Diskin, Meir Dagan, tra gli altri).
Ha espresso soddisfazione per il sostegno pervenuto dal Primo Ministro inglese Gordon Brown, il Presidente francese Nicolas Sarkozy, il Premier italiano Silvio Berlusconi and e il Cancelliere tedesco Angela Merkel.
Si è soffermato sui soldati e i civili morti durante l’operazione “Cast Lead” – “Piombo Fuso”, ammettendo che la perdita di vite umane è stata inferiore alle aspettative ma che questo non lenisce il dolore per ogni singola vita persa.
Il Ministro Barak è poi passato a parlare dei civili palestinesi assicurando che durante la guerra Israele ha compiuto tutti gli sforzi possibili per minimizzare ogni perdita umana. Ha citato il numero approssimativo di fax e telefonate fatte per avvisare i civili palestinesi degli attacchi (250mila) e che gli aiuti umanitari non sono mai stati sospesi durante le operazioni di guerra.
Ha menzionato il soldato dell’IDF ancora prigioniero dei terroristi di Hamas (dal 2006), Gilad Schalit, e ribadito che il governo farà il possibile per vederlo ritornare sano e salvo a casa.
Nove sono stati i ministri che hanno votato favorevolmente per questo accordo, con due voti contrari e un’astensione. (Il Ministro delle finanze Ronnie Bar-On, quello del Lavoro Eli Yishai, e il Ministro della Previdenza Sociale Rafi Eitan).
#1Emanuel Baroz
ABU MAZEN: ORA VIA LE TRUPPE. A Sharm il vertice della pace, c’è anche Berlusconi
Tregua violata, 5 razzi contro Israele
L’esercito di Gerusalemme replica con un raid su Bei Hanoun, feriti una donna e una bambina
MILANO – Il cessate il fuoco è durato lo spazio di poche ore, forse addirittura solo una manciata minuti. Hamas è stato di parola e come aveva annunciato dopo la diffusione della notizia del benestare del gabinetto di sicurezza israeliano allo stop unilaterale alle ostilità, ha deciso di continuare a combattere, «fino a che le loro truppe non avranno lasciato il nostro territorio». E anche Israele è stato di parola: aveva detto che la tregua sarebbe stata condizionata all’interruzione dei lanci di missili verso Israele e che in caso contrario l’esercito di Gerusalemme avrebbe risposto al fuoco. E così è stato.
ATTACCO E RITORSIONE – I razzi contro Israele, il cui lancio è stato rivendicato dalla Jihad islamica, hanno raggiunto la cittadina di Sderot e secondo quanto riferito da un portavoce militare israeliano non ci sono stati vittime o danni. L’aviazione israeliana ha replicato colpendo alcuni obiettivi nel nord della Striscia di Gaza, in particolare nell’area di Beit Hanoun. Stando alle prime informazioni, una donna e la sua bambina sono rimasti feriti. Secondo quanto risulta al Corriere della Sera, poi, il numero di razzi partiti all’indirizzo di Israele sarebbe più alto dei cinque riportati dai bollettini ufficiali. E va registrata a Khan Yunis la morte di un ragazzo colpito da un cecchino (ascolta il racconto dell’inviato Lorenzo Cremonesi).
COLPI DI ASSESTAMENTO – «Ci saranno certamente alcuni incidenti isolati. Ci vorranno due o tre giorni prima che tutto si fermi completamente e perché Hamas capisca che siamo in un nuovo scenario», ha dichiarato alla radio militare Benyamin Ben Eliezer, ministro israeliano delle Infrastrutture e membro del gabinetto di sicurezza. Al di là di questo incidente, un portavoce militare aveva spiegato in precedenza che il cessate il fuoco proclamato unilateralmente da Israele è stato sostanzialmente rispettato anche da Hamas e che anche questa volta, al di là di piccoli screzi, «la situazione è calma».
OLMERT E ABU MAZEN – Tuttavia è lo stesso premier israeiliano, Ehud Olmert, ad ammettere che «la tregua è fragile». «Stamane – ha detto nel corso del tradizionale appuntamento domenicale del governo a Gerusalemme – i palestinesi hanno di nuovo dimostrato che la tregua è fragile e che va riaggiustata minuto dopo minuto. Speriamo che il fuoco si fermi: se continua l’esercito risponderà. È pronto e preparato a farlo». Sul fronte opposto interviene il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, che in una dichiarazione diffusa dalle agenzie di stampa spiega che il cessate il fuoco unilaterale è «insufficiente» e che deve essere accompagnato dal ritiro dalla zona delle forze dello stato ebraico. Due posizioni, insomma, che restano distanti.
I LEADER EUROPEI – Per oggi, intanto, è previsto il vertice per la pace a Sharm El Sheikh, patrocinato dall’Egitto e a cui prenderanno parte i leader di molti Paesi che hanno deciso di impegnarsi sul fronte diplomatico. Tra loro anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. I capi di stato e di governo europei si sono però mossi in ordine sparso e anche la presidenza di turno della Ue, la Repubblica Ceca, è rimasta indecisa sul da farsi. I leader di Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania, invece, hanno deciso di indirizzare una lettera al presidente egiziano Hosni Mubarak, che ha tenuto le file del lavoro diplomatico attorno all’interruzione delle ostilità, in cui si impegnano ad assumere «una serie di misure tese a facilitare» il risultato di un cessate il fuoco duraturo. Parole un po vaghe ma che in sostanza, riassumono fonti diplomatiche, si potrebbero concretizzare nella partecipazione ad una forza internazionale per il controllo dei confini della Striscia, la creazione di una squadra navale per frenare il traffico di armi verso la Striscia (anche l’Italia ha dato la sua disponibilità) ed anche, in prospettiva, aiuti per la ricostruzione di Gaza. Dopo il vertice di Sharm, Brelusconi si trasferirà in Israele, insieme al presidente francese Nicolas Sarkozy ed al cancelliere tedesco Angela Merkel. I tre leader incontreranno le autorità israeliane che non saranno presenti al summit sul Mar Rosso.
L’IRAN: «ISRAELE SCONFITTO» – Mentre a Occidente la notizia del cessate il fuoco unilaterale era stata accolta con sollievo e vista come gesto distensivo da pare di Israele, dall’Iran la decisione è stata considerata «un simbolo della sua sconfitta». Da Teheran il ministro degli Esteri iraniano, Manucher Mottaki, ha poi sottolineato che una tregua senza un ritiro delle forze dello stato ebraico da Gaza non può garantire una fine dei combattimenti. Soltanto la riapertura dei valichi di frontiera può ripristinare la calma, ha aggiunto in una nota.
18 gennaio 2009
http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_18/razzi_gaza_israele_replica_al_fuoco_36e57152-e538-11dd-9276-00144f02aabc.shtml