ORDIGNO VICINO LA SINAGOGA DI FIRENZE
Firenze, 18 Gennaio 2009 (ANSA) – Aveva la possibilità di esplodere anche se la sua potenzialità, come hanno spiegato gli inquirenti, “era limitata”, il piccolo ordigno rudimentale trovato davanti all’ingresso di un centro di accoglienza ebraico, ad un centinaio di metri dalla sinagoga di Firenze. L’ordigno era stato confezionato con una bomboletta da campeggio collegata ad una miccia di carta, imbevuta di liquido infiammabile, a cui era stato dato fuoco ma che si è spenta prima di riuscire a fare da detonatore.
L’ordigno era stato lasciato la notte scorsa davanti alla porta della ‘Chabad House’, la sede del centro Lubavitch, un gruppo religioso ebraico ortodosso, che svolge funzioni di accoglienza e ritrovo.
A chiamare i carabinieri, poco prima delle 20 di ieri sera, è stato il rabbino capo di Firenze Josef Levy. In realtà il piccolo ordigno era stato trovato la mattina, intorno alle 10,30, da uno dei gestori del centro che, secondo quanto si è appreso, ha deciso di non dare immediatamente l’allarme sia perché ha giudicato la cosa un atto dimostrativo e non pericoloso, sia per una questione di rispetto del sabato ebraico. La piccola fiamma non ha lasciato tracce all’ingresso del centro. Il centro si trova in via dei Pilastri all’angolo con via Farini, dove ha sede la sinagoga di Firenze il cui ingresso è a circa cento metri ed è presidiato dalle forze dell’ordine. Anzi, nel mese di dicembre il prefetto Andrea De Martino, d’intesa con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, aveva già aumentato la sorveglianza intorno agli obiettivi considerati sensibili, e tra questi la sinagoga. Vigilanza che, dopo il ritrovamento dell’ordigno, è stata ulteriormente rafforzata.
“Un gesto molto grave che ci dimostra come da parole irresponsabili si possa passare ad azioni come questa”, ha detto il rabbino capo Levy, commentando il ritrovamento dell’ordigno. “Chi è in una posizione di responsabilità – ha aggiunto – deve sempre misurare le proprie parole”.