I media «riscrivono» la guerra nella Striscia
di Fabio Perugia
Il fosforo bianco. Le immagini di bambini insanguinati. I missili sopra i tetti dei palazzi Onu. Il conflitto tra Israele e Hamas si è combattuto nella Striscia di Gaza e sui Media. Dal 27 dicembre al 18 gennaio la guerra scatenata su giornali, televisioni, siti internet ha condizionato l’opinione di tutto il mondo.Ma a ormai un mese di distanza dal giorno in cui l’esercito israeliano ha fatto rientro nei propri confini, alcuni numeri e fatti vengono riscritti.
Fosforo bianco
Durante il conflitto Israele è stato accusato di utilizzare bombe al fosforo bianco nei combattimenti nella Striscia di Gaza. I sospetti erano stati avanzati dall’Ong americana Human Rights Watch e dal sottosegretario dell’Onu con delega per gli Affari Umanitari, John Holmes. L’Iran chiese a riguardo anche un’inchiesta internazionale. Ma a quanto sembra non è stato fatto uso di fosforo bianco durante il conflitto. Il 14 gennaio, il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, Jacob Kellenberger, ha riferito al New York Times che non sono state trovate prove dell’uso illegale di fosforo da parte di Israele. Questa è anche la linea dell’Israel Defence Force.
Assalto all’Unrwa
Il 6 gennaio i media riportavano la notizia di un attacco israeliano alla scuola dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu, piena di profughi a Jabaliya, facendo 42 morti tra i civili. I primi di febbraio, però, proprio l’Unrwa ha smentito la notizia. Sul giornale canadese The Globe John Ging, direttore esecutivo dell’agenzia a Gaza, ha ammesso che i proiettili israeliani non hanno fatto vittime nella scuola. Le morti, spiega, ci sono state ma fuori dall’edificio dell’Onu: «Erano persone esposte al tiro dei mortai di Hamas e ai cecchini appostati nelle strade».
Aiuti umanitari
Prima della fine dei combattimenti sono entrati nella Striscia di Gaza quarantamila tonnellate di aiuti umanitari. Il governo di Israele ha ricevuto una lettera di ringraziamento dalla Croce Rossa Internazionale. I media, però, durante il conflitto, hanno accusato a più riprese lo Stato «ebraico» di non far passare gli aiuti. Una delle ragioni per cui non sempre il sostegno umanitario è arrivato alla popolazione civile è che Hamas confiscava i beni che da Israele arrivavano a Gaza. A proposito, il 28 gennaio la Mezza Luna giordana ha condannato le milizie. Il 6 febbraio la stessa agenzia dell’Onu, l’Urnwa, ha annunciato la sospensione dell’introduzione degli aiuti umanitari a causa di Hamas, che aveva appena confiscato dieci camion carichi di riso e farina. Due giorni prima il portavoce dell’Urnwa, Christopher Gunnes, aveva spiegato che 3.500 coperte e 400 razioni di cibo, destinati agli abitanti di Gaza, erano state sequestrate da Hamas. Episodi simili si sono verificati il 12, 19 e 20 gennaio.
Vittime civili
Come ha anche ricordato il Corriere il 21 gennaio scorso, Hamas denunciava 1300 vittime civili durante il conflitto. Ma finita la guerra i numeri hanno iniziato a «sgonfiarsi». Cifre e nomi precisi non sono stati forniti dai miliziani. E anche mettendo a confronto più fonti, quelle che circolano non combaciano ma non arrivano a parlare di 1300 morti. Secondo un medico dell’ospedale Al Shifah, nella Striscia, i civili deceduti potrebbero essere tra i 500 e i 700 al massimo. Israele invece afferma che due terzi dei palestinesi morti erano membri di organizzazioni terroristiche. Channal 2 ha riportato la relazione dell’intelligence militare e del Coordinatore delle attività di governo nei Territori, elencando 1134 palestinesi deceduti di cui 673 appartenevano ufficialmente ad Hamas e altri gruppi terroristici. Ma della cifra totale, spiega la relazione, solo 288 erano civili innocenti. Inoltre, l’uso dei palestinesi come scudi umani è stato a più riprese confermato dagli stessi abitanti della Striscia di Gaza.
#1Alberto Cross
Fantastico…la verità trionfa. In ritardo, ma trionfa…
#2Emanuel Baroz
Consigliamo la lettura di questo articolo:
http://www.faustobiloslavo.com/news/99.pdf