In Gran Bretagna l’odio antisraeliano cresce giorno dopo giorno

 
Emanuel Baroz
4 maggio 2009
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Una compagnia aerea inglese cancella Israele, le università continuano il boicottaggio

di  Michael Sfaradi

bmiIn Israele si sono susseguite diverse commemorazioni: il ricordo delle vittime della Shoah, a seguire il giorno della memoria per i caduti nella difesa dello Stato e dopo queste due tristissime date si è arrivati al vero giorno di festa, il 61º anniversario dell’indipendenza.

Mentre gli israeliani festeggiavano c’è stato chi ha manifestato sentimenti diametralmente opposti. Infatti la compagnia aerea inglese Bmi, anticipando il sogno proibito del presidente iraniano Ahmedinejad di cancellare Israele dalle carte geografiche, ha deciso di eliminarla da quelle di volo in dotazione ai suoi aerei.

Quando la cosa è venuta alla luce l’amministratore delegato della compagnia ha dichiarato che la cancellazione dello Stato di Israele dalle carte nautiche è dovuto a un semplice errore. Francamente rimane difficile crederlo anche perché le città indicate al posto della “nazione sparita” riportavano i nomi arabi cioè: Haifa era diventata Kaifa e Jafo era predominante su Tel Aviv.

Sembrava di vedere una carta geografica antecedente il 1948. Ha anche dichiarato che “l’errore” si è verificato solamente sui documenti in dotazione a due suoi aerei mentre sugli altri aeromobili della flotta erano assolutamente in regola. Così dicendo vorrebbe farci credere che le carte nautiche in dotazione agli aerei siano fatte a mano, magari disegnate con inchiostro e pennino come quelle che venivano utilizzate sulle navi della compagnia delle Indie, e non realizzate in serie, precise fin nei minimi particolari ed utilizzando tecnologia computerizzata.

La Bmi, tra l’altro, ha recentemente firmato un accordo con il ministero del turismo israeliano che gli garantisce l’aumento del numero dei voli dall’Inghilterra verso Israele in concomitanza con la visita di Papa Benedetto XVI. Capire come possa aver cancellato una nazione con la quale ha appena firmato degli accordi commerciali è davvero difficile.

Non ci stupiamo che una cosa del genere possa essere accaduta in ambito britannico, infatti da troppo tempo nel Regno Unito l’antisionismo sta prendendo piede al punto che le università inglesi, che da anni boicottano i rapporti con le quelle israeliane, neanche davanti alla possibilità di una pandemia dovuta alla febbre suina hanno ripensato alla loro stolta politica e ripreso i contatti con i centri di ricerca israeliani in particolare con l’istituto Weizmann, uno dei più moderni istituti di ricerca al mondo, al fine di arrivare nei tempi più brevi possibili ad un vaccino contro questa possibile epidemia che sta mettendo, giorno dopo giorno, a dura prova l’Oms. Ci chiediamo: se il vaccino sarà il frutto della ricerca israeliana la Gran Bretagna non lo utilizzerà continuandola sua politica di boicottaggi?

(Fonte: L’Opinione.it, 1 Maggio 2009)

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