Riportiamo da Informazione Corretta una lettera a Sergio Romano (e la risposta di quest’ultimo)da parte di un lettore del Corriere della Sera evidentemente stanco di dover leggere bugie intrise nell’odio antisraeliano pubblicate da questo personaggio su un quotidiano come il Corriere della Sera che si vanta di essere un giornale rispettabile e credibile.Continuiamo a ritenere che il solo fatto che questo signore (?) occupi il posto che fu di Indro Montanelli e poi di Paolo Mieli getti una macchia sul quotidiano di Via Solferino.
Per chi volesse saperne di più sul Gran Muftì di Gerusalemme consigliamo la visione di questo video
Manipola, ignora, cancella, adesso è senza pudore. Sergio Romano l’ha fatta troppo grossa, non riesce a coprirla
Complimenti al lettore Savino Isernia, che con la sua lettera a Sergio Romano ha provveduto a togliergli un altro velo, mostrandolo per quello che è, uno pseudo storico che usa la storia in modo disinvolto. Anche i sassi sanno chi era il gran Muftì di Gerusalemme ai tempi del nazismo, come lo ricorda giustamente il lettore del CORRIERE della SERA oggi, 03/05/2009 a pag.31. Con una piroetta a 360 gradi, Romano cancella tutto e lo presenta come un nemico degli inglesi ! A Romano manca anche il pudore. Ecco lettera e risposta:
«Bandiere palestinesi»
Caro Romano, è invalsa l’abitudine di sventolare le bandiere palestinesi alla festa del 25 aprile. Questi vessilli sono, a mio avviso, fuori luogo per due motivi: l’appoggio ideologico e militare dato dagli arabi e arabo-palestinesi al nazifascismo. Il Muftì di Gerusalemme, Amin al-Husayni, fu alleato di Hitler e Mussolini e ideatore della divisione di SS musulmane Handschar, che operò in Bosnia «eliminando» il 90% degli ebrei di Bosnia. Visitò i lager, raccomandando una «maggiore efficienza».
Diede impulso ai Fratelli Musulmani, organizzazione madre di Hamas e del terrorismo moderno. Disse di Eichmann: «Un diamante rarissimo, il vero salvatore degli arabi». Il panarabismo integralista nasce da lui. Per non parlare delle guerre di sterminio dichiarate, fatte e perse. «Butteremo a mare gli ebrei» era lo slogan. Le odierne manifestazioni di pensiero fascista, solo a titolo di esempio: la televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese, non diversamente da quella di Hamas, continua a trasmettere programmi per l’infanzia in cui si ribadisce che Israele, da Metulla a Eilat, è tutta «Palestina occupata da liberare» (Palestinian Media Watch, 28 ottobre 2008). Non sarebbe più appropriato sventolare, ad esempio, le bandiere del Tibet?
Savino Isernia
Credo che alle celebrazioni del 25 aprile siano apparse, a seconda dei tempi, molte bandiere (fra le le quali quelle di Cuba e del Vietnam del nord) non necessariamente gradite alla maggioranza dei manifestanti. Quanto al Gran Muftì, penso che sarebbe un errore definirlo fascista o nazista. Come altre personalità che collaborarono con la Germania e l’Italia durante la guerra, era semplicemente nemico degli inglesi: e quindi amico del nemico dei suoi nemici.
Sergio Romano
(Fonte Corriere della Sera, 3 Maggio 2009, pag. 31)