La polemica – L’ autore inglese accusa, gli organizzatori scozzesi prima cedono ma poi respingono le sue tesi
Ken Loach: boicottate quel festival, finanziato da Israele
«Soldi sporchi del sangue di Gaza», lite su 300 sterline inviate a Edimburgo
GERUSALEMME — «Inorridisco!». «Demonizzatore!». Dagli applausi della Croisette, alla doccia fredda scozzese. Dal calcio sentimentale del film su (e con) Eric Cantona, appena presentato a Cannes, al calcio nei sentimenti politici di un regista che non sta mai in un cantone. Piovono pietre su Ken Loach. Per un pugno di sterline, 300 per l’ esattezza, che il Film Festival di Edimburgo ha accettato dal governo israeliano e che il rosso Kenneth considera «il prezzo della vergogna». Nei giorni scorsi il regista era andato giù pesante e aveva invitato al boicottaggio, se i curatori della rassegna scozzese non avessero restituito subito «quei maledetti soldi sporchi del sangue di Gaza». Non fosse mai: pur facendo notare che ogni Paese versa denaro a sostegno delle proprie pellicole in concorso (e che Israele l’ aveva fatto per pagare le spese di soggiorno della regista Tali Shlaom Ezer, in cartellone con Surrogate), pur di non perdere il grande Loach, gli organizzatori s’ erano rassegnati a restituire il contributo.
Sembrava finita lì. Finché non s’ è mosso il ministero degli Esteri di Gerusalemme, tramite l’ ambasciata a Londra, biasimando il festival per aver ceduto alle pressioni «di elementi che cercano di delegittimare e di demonizzare lo stato d’ Israele». E ricordando allo stesso Ken Loach che «il nostro è un Paese pluralistico, nel quale coesistono voci e opinioni diverse, alcune anche molto critiche». Il pane salato del festival, le rose spinose della polemica.
Il settantaduenne Ken non ha voluto sentire ragioni, furibondo per essere finito in proiezione accanto a film finanziati dal governo israeliano: «Una manifestazione che prende i soldi da Israele! Sono sicuro che, come me, sarebbero inorriditi molti altri registi. I massacri e il terrorismo di Stato praticato contro Gaza rendono questo denaro inaccettabile. Mi rincresce, ma ho dovuto invitare a stare alla larga da Edimburgo». La direzione della rassegna un pò se l’ aspettava – perché Loach aveva già minacciato il boicottaggio ai danni del Festival di San Francisco, proprio per la presenza israeliana, e dopo Gaza aveva ripetuto di «non essere sorpreso» se nel mondo cresce l’ antisemitismo -, ma ora si dichiara «apolitica», prende atto della protesta e garantisce che Shlaom Ezer sarà comunque ospite «a spese della comunità di Edimburgo».
La rissa al cinema è solo l’ ultima, fra Israele e Gran Bretagna. Da tempo, le associazioni di consumatori rifiutano l’ ortofrutta prodotta dai coloni (proprio sicuri che sia prodotta dai coloni e non da semplicie contadini?….) E non si contano le proteste israeliane per gli inviti a conferenzieri di Hamas e di Hezbollah. Proprio ieri, è stata tolta dal metrò di Londra una pubblicità turistica che mostrava una mappa d’ Israele con dentro il Golan e i Territori palestinesi. Stavolta, però, la retromarcia di Edimburgo è criticata anche fra i laburisti: «Vietare al governo israeliano di sostenere il festival – pensa Lord Braunstone, già leader dei deputati d’ origine ebraica – è come escludere Israele dalla cultura inglese». L’ unica a non prendersela troppo è lei, Shalom Ezer, la regista contesa: «Ho sempre considerato Loach un grande. Continuerò ad ammirarlo per quel che filma, non per quel che dice».
Francesco Battistini
(Fonte: Corriere della Sera, 23 Maggio 2009, pag. 43)
#1Emanuel Baroz
Ken Loach boicotta Israele
Il regista britannico Ken Loach, vincitore della Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes, ha preso posizione contro Israele, aderendo a una richiesta di boicottaggio delle sue manifestazioni culturali, lanciata da registi e artisti palestinesi. Loach, che ha rifiutato l’invito del festival di Haifa, chiede inoltre ai suoi colleghi di unirsi alla campagna contro lo stato ebraico.
“Aderisco all’invito di registi, artisti e altri palestinesi – ha scritto Loach in una dichiarazione, pubblicata dal sito della ‘Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele’ – di boicottare le istituzioni culturali sponsorizzate dallo stato di Israele, e invito altri a unirsi a questa campagna”.
Il regista spiega che “i palestinesi sono stati portati a questa richiesta di boicottaggio dopo quaranta anni di occupazione della loro terra, di distruzione delle loro case, di rapimento e uccisione dei loro civili e – sottolinea – non hanno speranza immediata che questa oppressione abbia fine. E’ impossibile ignorare l’appello dei palestinesi e per questo, declinerò – conclude – ogni invito dell’Haifa Film Festival o per qualsiasi altra occasione”. La notizia, pubblicata ieri da ‘Haaretz’, ha scatenato una valanga di commenti sulla versione online del quotidiano israeliano: molti utenti hanno affermato che boicotteranno a loro volta i film di Loach, cui qualcuno ha anche assegnato la ‘palma dell’intolleranza’.
(28-08-2006)
http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/ken-loach-boicotta-israele/311564
#2Francesca
Comunque adesso capisco perché Loach ha successo a Cannes e affini!
Ma cosa ci dobbiamo di diverso aspettare da un inglese? 🙁
#3Daniele Coppin
La mente umana è veramente strana. Da un regista come Loach ci si aspetterebbe, se non apertura mentale, almeno un minimo di logica. Nel cinema israeliano, così come nella letteratura, ci sono registi impegnati nel dialogo e per la pace. Film come “Il giardino dei limoni”, tanto per fare un esempio recente di una pellicola israeliana che affronta il problema del confronto israelo-palestinese in modo delicato e, allo stesso tempo, schietto ne è un esempio. Eppure Loach “boicotta”. Perchè? Perchè i film sono prodotti con soldi del governo, dimostrando l’elevato livello di democrazia della società israeliana, dove si finanziano anche film che, magari, criticano l’atteggiamento dei governi verso i Palestinesi; dove un pubblico di ragazzi e ragazze in divisa canta una canzone pacifista.
Evidentemente Loach tutto questo non lo sa o non lo vuole sapere. E’ solo il classico esempio di antisemita britannico, probabilmente risentito per le batoste prese dalla Royal Army durante il mandato brittannico in Palestina. Quanta miseria intellettuale in tutto ciò!
#4Emanuel Baroz
“miseria intellettuale”……ecco, non avrei saputo dir meglio!