Cisgiordania, raid palestinese contro Hamas: 6 morti
QALQILYA, Cisgiordania, 31 Maggio 2009 (Reuters) – Sei persone sono morte oggi quando le forze fedeli al presidente palestinese Mahmoud Abbas hanno fatto irruzione in un nascondiglio di Hamas, pochi giorni dopo la promessa di Abbas a Washington di mantenere i suoi impegni per la sicurezza.
La violenza è iniziata quando la polizia ha circondato una casa a Qalqilya, città della Cisgiordania, dove un alto comandante di Hamas, Mohammad Samman, e il suo vice Mohammad Yasin si erano rifugiati, secondo quanto riferito da testimoni e funzionari della sicurezza.
Entrambi gli uomini sono morti nella sparatoria, insieme a tre poliziotti.
Si tratta del più sanguinoso scontro interno tra palestinesi in Cisgiordania da quando Abbas, appoggiato dall’Occidente, ha lanciato un’operazione sicurezza e ha ripreso i colloqui di pace con Israele nel 2007, dopo aver rotto con Hamas sul suo controllo della Striscia di Gaza.
Testimoni hanno riferito che Samman e Yasin hanno ignorato gli appelli ad arrendersi, mentre un portavoce delle forze di sicurezza ha detto che la polizia ha provato a negoziare.
“Sono stati sparati migliaia di colpi contro gli agenti”, ha detto il portavoce, aggiungendo che nel nascondiglio è stato scoperto un enorme quantitativo di esplosivo.
Il raid a Qalqilya potrebbe far salire le credenziali di Abbas a Washington in un momento in cui il presidente Usa Barack Obama è in disaccordo con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulle colonie ebraiche in Cisgiordania.
Obama ha ospitato Abbas alla Casa Bianca giovedì scorso e si è complimentato con lui per i passi fatti nella sicurezza in Cisgiordania nell’ambito della “road map” per la pace del 2003.
#1Emanuel Baroz
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KALKILYA (Cisgiordania) – Le scatole cinesi dei caricatori sono sparse sulle scale, nella casa. Ci giocano già i bambini, bravo chi raccoglie più bossoli. In una delle due stanze, il letto è rovesciato come la vita che ci stava sopra, quella di Mohammad Samman, 34 anni, il capo Hamas delle Brigate Qassam per la Cisgiordania del nord: resta l’ impronta d’ una mano insanguinata che striscia giù, verso il battiscopa. Gli israeliani ricercavano Samman da sei anni: a Kalkilya è dal 2005 che comanda Hamas e lo sapevano tutti, sindaco in testa, che lui viveva qui. Lo sapevano anche i 25 poliziotti palestinesi che di domenica mattina, presto, hanno sfondato la porta per arrestarlo.
La versione ufficiale dice che Samman e il suo vice, Mohammad Yassin, hanno risposto con un fuoco furioso: tre poliziotti ammazzati, due feriti gravi. Di sicuro, c’ è che sono arrivati i rinforzi con le granate e che la sparatoria è durata fino alle 10 del mattino. Fino all’ uccisione dei due uomini di Hamas e d’ un poveraccio, colpito per sbaglio. Fatah contro Hamas. Il coprifuoco imposto non copre il senso di queste pareti bucherellate. E’ dalla primavera di Gaza, 2007, che non si sparavano addosso con tanta violenza.
E’ la pietra tombale, se qualcuno ci credeva ancora, sulle prove d’ unità palestinese: lo dice Fawzi Barhum, numero due del movimento islamico nella Striscia, la parola fine ai cinque incontri del Cairo da febbraio a oggi, un inutile avanti-indietro per un’ introvabile linea comune; lo conferma un portavoce di Abu Mazen, Nabil Rudeineh, quando ricorda che «in Cisgiordania c’ è una sola autorità, una sola legge, una sola pistola: non possiamo tollerare il caos d’ una Gaza-bis».
Un sondaggio di qualche giorno fa sostiene che il 58% dei palestinesi vorrebbe un accordo fra le due fazioni, ma il 51 lo vede lontano e il 27 non lo vede affatto. Questa seconda sparatoria in pochi giorni è qualcosa di più d’ una scaramuccia, con Hamas che annuncia vendetta contro i poliziotti «istruiti in Giordania dagli americani», che hanno «ucciso i due martiri a sangue freddo, solo perché si sono rifiutati d’ arrendersi».
La vera, ultima goccia è stato il viaggio di Abu Mazen a Washington. Un riconoscimento politico, nonostante i dubbi del Washington Post sul vecchio leader («si può ancora puntare su di lui?»), a dispetto delle voci che giuravano su un canale segreto Obama-Hamas. Il movimento islamico ha ripetuto che in quell’ incontro «s’ è sostenuta la linea del governo sionista»: nessuna speranza di riconoscere l’ ennesimo governo di Salam Fayyad, nominato il 19 maggio, chiusa ogni trattativa sul rilascio dei detenuti di Hamas, dopo i quaranta arresti degli ultimi giorni.
Alla polizia palestinese è arrivato in dotazione dagl’ israeliani lo «skunk», la puzzola, un gas che emana un tanfo pazzesco e ha effetti più potenti dei normali lacrimogeni. A Kalkilya, nel pomeriggio, si spara un pò per le vie strette. Le prefiche urlano per cadaveri che non ci sono più. I poliziotti vogliono evitare funerali pubblici, se li portano via. Li seppelliscono di notte. Di nascosto.
(Fonte: Corriere della Sera, 1 Giugno 2009, pag. 14)
#2Emanuel Baroz
01/06/2009 – Due terroristi di Hamas, tre poliziotti palestinesi e un passante uccisi sabato notte durante uno scontro a fuoco nella città di Kalkilia (Cisgiordania), scoppiato quando i terroristi Hamas hanno reagito con le armi al tentativo di arrestarli da parte dei poliziotti dell’Autorità Palestinese di Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
L’Autorità Palestinese ha dichiarato un parziale coprifuoco sulla città. Fatah nega che gli arresti fossero motivati politicamente. Un funzionario della sicurezza palestinese ha spiegato che gli uomini di Hamas vengono arrestati per detenzione illegale di armi, riciclaggio di denaro e istigazione alla violenza.
Hamas ha giurato di vendicare l’incidente, accusando Fatah di essere ”al soldo del nemico sionista e dei complotti americani”. “Riteniamo Abu Mazen personalmente responsabile per l’assassinio dei nostri santi combattenti”, ha dichiarato domenica Fawzi Barhum, portavoce di Hamas a Gaza.
(Fonte: Israele.net)