31 Marzo 1977: una dichiarazione sconcertante….
Non sono molti a conoscere Zahir Muhsein che fu un leader dell’OLP tra il 1971 ed il 1979. La cosa che rende importante la sua conoscenza è racchiusa in un’intervista che Zahir Muhsein rilasciò al giornale olandese Trouw.
Nell’intervista del Marzo 1977 egli affermò:
“Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno stato palestinese è solamente un mezzo per continuare la nostra lotta per l’unità araba contro lo Stato d’Israele. In realtà oggi non c’è differenza tra giordani,palestinesi, siriani e libanesi. Oggi parliamo dell’esistenza di un popolo palestinese per ragioni politiche e strategiche poichè gli interessi nazionali arabi richiedono che venga assunta l’esistenza di un distinto “popolo palestinese” da opporre al sionismo. Per ragioni strategiche la Giordania, che è uno stato sovrano con confini ben definiti non può vantare diritti su Haifa e Jaffa mentre io, come palestinese, posso senz’altro vantare diritti su Haifa, Jaffa, Beersheva e Gerusalemme. Comunque nel momento in cui i nostri diritti saranno riconosciuti non attenderemo nemmeno un minuto per unire la Palestina alla Giordania.”
Non credo servano commenti.
#1elio
E’ tanto che lo penso, ma quando lo dico non mi crede nessuno, neanche molti israeliani. Questa dichiarazione di Muhsein andrebbe ricordata, diffusa nei media dappertutto.
#2sandro l.
die dumkopfn sind immer heutig…..ossia gli imbecilli ci sono sempre.
si arriverà all’incontro tra 2 volontà di pace,che usano la ragione e non le bandiere verdi al vento o attente al suono delle trombre di jerico??
un saluto s.
#3Emanuel Baroz
il problema è che questo imbecille era un rappresentante dell’OLP…..
#4cahan dova
L’ articolo e veramente a suo posto…il popolo palestinese non e mai esistito,
E stato creato dopo la guerra dei sei giorni nel 1967 da Yassar Araf per
aderire agli stati arabi con terrore e denaro…contro il sionismo.
Grazie
Dova Cahan Tel Aviv Israele
#5cahan dova
messaggio per Emanuel Baroz,
Ciao Emanuel,
sai che dopo che ho scritto questo commento anche su Facebook sono
stata tolta dalla rete…non so se e per questo articolo…o e una pura
combinazione…..Fammi sapere qualcosa se puoi…grazie
Cahan Dova
#6Emanuel Baroz
Credo tu sia incappata in qualche hacker….
#7Barzilai
sono passati 32 anni ! forse è il caso di chiedersi se sono passati invano!
#8Emanuel Baroz
Il popolo “palestinese” non esiste
Di Joseph Farrah
Posted: July 11, 2002
© 2002 WorldNetDaily.com
Un titolo provocatorio? E’ molto di più. E’ la verità.
La verità non cambia. La verità è la verità. Se una cosa era vera 50 anni fa, 40 anni fa, 30 anni fa, è ancora vera oggi.E la verità è che solo 30 anni fa, non c’era molta confusione riguardo alla questione palestinese.
Forse vi ricorderete che l’ex Primo Ministro israeliano GOLDA MEIR FECE LA CORAGGIOSA DICHIARAZIONE POLITICA: “NON ESISTE UN POPOLO PALESTINESE”.
Questa affermazione da allora è stata fonte di scherno e derisione da parte dei propagandisti arabi. Amano parlare del “razzismo” di Golda Meir.Amano insinuare che si trattasse di negazionismo storico. Amano dire che la sua affermazione è palesemente falsa, una deliberata menzogna, un inganno strategico.
Ciò di cui non amano parlare, invece, sono LE DICHIARAZIONI MOLTO SIMILI FATTE DA YASSER ARAFAT e dal suo ristretto cerchio di dirigenza politica anni dopo che Golda Meir aveva detto la verità – che non esiste una distinta identità culturale o nazionale palestinese.
Così, nonostante il fatto che sia comunemente accettato che esista un popolo palestinese, voglio riportare queste dichiarazioni scomode fatte da Arafat e dai suoi sostenitori quando ancora non si preoccupavano molto delle pubbliche relazioni.
Il 31 marzo 1977, il giornale olandese Trouw pubblicò un’intervista con un membro del comitato direttivo dell’OLP, Zahir Muhsein. Ecco le sue dichiarazioni: “IL POPOLO PALESTINESE NON ESISTE. La creazione di uno Stato Palestinese è solo un mezzo per continuare la nostra lotta contro lo Stato d’Israele per “l’unità araba”. In realtà non c’è differenza fra giordani, palestinesi, siriani e libanesi. SOLO PER RAGIONI POLITICHE E STRATEGICHE OGGI PARLIAMO DELL’ESISTENZA DI UN POPOLO PALESTINESE, visto che gli interessi arabi richiedono che venga creato un distinto “popolo palestinese” che si opponga al sionismo. Per motivi strategici, la Giordania, che è uno Stato sovrano con confini definiti, non può avanzare pretese su Haifa e Jaffa mentre, come palestinese, posso indubbiamente rivendicare Haifa, Jaffa, Beer- Sheva e Gerusalemme. Comunque, appena riconquisteremo tutta la Palestina, non aspetteremo neppure un minuto ad unire Palestina e Giordania”.
Piuttosto esplicito, vero? E’ perfino più chiaro della dichiarazione di Golda Meir. Conferma quello che ho scritto nel titolo. E non si tratta di una dichiarazione unica nel suo genere. Arafat stesso fece una dichiarazione di questo tipo, decisa ed inequivocabile, nel 1993. Questo dimostra che, alla fine, LA QUESTIONE DELLO STATO PALESTINESE E’ UN SOTTERFUGIO IDEATO PER ARRIVARE ALL’OBIETTIVO DI DISTRUGGERE ISRAELE.
In effetti, lo stesso giorno in cui Arafat firmò la “Declaration of Principles” nel giardino della Casa Bianca nel 1993, spiegò la sua azione alla TV giordana. Ecco cosa disse: “Visto che non possiamo sconfiggere Israele con la guerra, dobbiamo farlo in diverse tappe. Prenderemo tutti i territori della Palestina che riusciremo a prendere, vi stabiliremo la sovranità, e li useremo come punto di partenza per prendere di più. Quando verrà il tempo, potremo unirci alle altre nazioni arabe per l’attacco finale contro Israele”.
Non importa quante persone siano convinte che il desiderio di fondare uno Stato Palestinese sia sincero e che sia la soluzione per portare la pace in Medio Oriente, queste persone vengono prese in giro.
L’ho detto prima e lo ripeterò ancora, nella storia del mondo, LA PALESTINA NON E’ MAI ESISTITA COME NAZIONE. La regione conosciuta come Palestina è stata governata prima dagli antichi romani, poi dai musulmani e dai crociati cristiani, poi dall’impero ottomano e, per poco tempo, dagli inglesi dopo la prima guerra mondiale. Gli inglesi acconsentirono a restituire almeno una parte della terra agli ebrei, visto che era la terra dei loro padri. Non è mai stata governata dagli arabi come una nazione a se stante.
Perché adesso è diventata una priorità cruciale?
La risposta sta NELLA MASSICCIA CAMPAGNA DI DISINFORMAZIONE E NELLO SPIETATO TERRORISMO DEGLI ULTIMI 40 ANNI.
Golda Meir aveva ragione. La sua dichiarazione viene avvalorata dalla verità della storia e dalle esplicite, ma poco conosciuti, dichiarazioni di Arafat e dei suoi seguaci.
Israele e l’occidente non devono arrendersi al terrorismo concedendo agli assassini quello che vogliono – il trionfo nelle pubbliche relazioni e una vittoria strategica. Non è troppo tardi per dire no al terrorismo. NON E’ TROPPO TARDI PER DIRE NO AD UN ALTRO STATO ARABO TERRORISTA. NON E’ TROPPO TARDI PER DIRE LA VERITA’ RIGUARDO ALLA PALESTINA.
Joseph Farah è un arabo-americano di religione cristiano-evangelica. Dirige il quotidiano online WorldNetDaily, una delle voci più ascoltate della cultura conservatrice americana.
Traduzione dall’inglese a cura del
Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana
http://digilander.libero.it:80/asdfghj2/dossier/palestina%20e%20palestinesi%20mai%20esistiti.htm
#9Emanuel Baroz
il popolo palestinese? un’invenzione modellata negli anni 60 sui film dei pellerossa (e non solo)
La Storia e il significato di Palestina e Palestinesi
Questo articolo è stato tradotto dalla newsletter TIME TO SPEAK
(In and About Israel: News, Commentary, History – VOLUME I: N. 2 – 15 Febbraio 2001)
Non esiste affatto una nazione araba palestinese. Palestina è il nome che i Romani diedero a Eretz Yisrael con il precipuo scopo di far infuriare i giudei… perché dovremmo usare il nome derisorio inteso per offenderci?
“Gli inglesi scelsero di chiamare la terra di cui essi avevano il mandato di governo Palestina e gli arabi lo assunsero come il loro antico nome della loro presunta nazione, sebbene non fossero in grado neanche di pronunciarlo correttamente e lo trasformarono in Falastin, un’entitá inventata.” – Golda Meir citata da Sarah Honig, Jerusalem Post, 25 Novembre 1995
La Palestina non è mai esistita… come un’entitá autonoma. Non esiste una lingua conosciuta come palestinese. Non esiste una distinta cultura palestinese. Non è mai esistita una terra conosciuta come Palestina governata dai palestinesi. I palestinesi sono arabi, indistinti dai giordani (un’altra recente invenzione), siriani, libanesi, iracheni, ecc.
Teniamo conto che gli arabi controllano il 99,9 % delle terre del Medio Oriente. Israele rappresenta un decimo di una percentuale di tutta l’area. Ma è troppo poco per gli arabi. La vogliono tutta. E in ultima analisi questo è il motivo per cui si combatte in Israele oggi… non importa quante concessioni di terra da parte di Israele, non sarà mai abbastanza. – da “Miti del Medio Oriente”, Joseph Farah, Editore Arabo-Americano e giornalista, WorldNetDaily, 11 Ottobre 2000
Dalla fine dello Stato di Israele nell’antichità all’inizio del dominio britannico, l’area ora designata con il nome Palestina non era una nazione e non aveva frontiere, solo confini amministrativi… – Professor Bernard Lewis, Commentary Magazine, Gennaio 1975
Discorsi e materiale scritto su Israele e il Medio Oriente presentano il nome “Palestina” e “palestinesi”, le frasi “territorio palestinese” e perfino “Israele ha occupato il territorio palestinese”. Troppo spesso questi termini vengono usati con riferimento al loro significato storico o geografico, cosicché l’uso crea illusioni piuttosto che chiarire la realtà.
CHE COSA SIGNIFICA “PALESTINA”
Non è mai stato il nome di una nazione o di uno stato. È un termine geografico usato per indicare la regione nei tempi in cui non vi era nazione o stato.
La parola in se stessa deriva da “Peleshet”, un nome che appare frequentemente nella Bibbia ed è approdato in inglese come “Philistine”. Il nome iniziò ad essere usato nel tredicesimo secolo A.C., a causa di un movimento migratorio di genti chiamate “gente del mare”, provenienti dall’area del Mare Egeo e delle Isole Greche e si insediarono sulla costa del Sud della terra di Canaan. Là fondarono cinque Città-Stato indipendenti (inclusa Gaza) sulla stretta striscia di terra conosciuta come Philistia. I Greci e i Romani la chiamarono “Palestina”.
I “Philistini” non erano ne’ arabi e ne’ semiti. Essi non avevano legami storici etnici o linguistici con l’Arabia o gli arabi. Il nome “Falastin” che gli arabi oggi usano per “Palestina” non è un nome arabo. È la pronuncia araba di ciò che i Greco-Romani chiamavano “Palestina” derivato da Peleshet.
COM’È DIVENTATA LA TERRA DI ISRAELE “PALESTINA”?
Nel primo secolo D.C. i Romani annientarono lo stato indipendente della Giudea. Dopo la rivolta fallita di Bar Kokhba nel Secondo Secolo D.C., l’Imperatore Romano Adriano determinò di spazzare via l’identità di Israele-Giuda-Giudea. Perciò egli prese il nome Palestina e lo impose alla Terra di Israele. Nello stesso tempo egli cambiò il nome di Gerusalemme in Aelia Capitolina.
I Romani uccisero molti giudei e ne vendettero ancor di più come schiavi. Coloro i quali sopravvissero ancora liberi lasciarono il paese devastato, ma non ci fu mai un completo abbandono della terra. Non c’è mai stato un periodo in cui non siano esistiti giudei e comunità giudee, sebbene le loro dimensioni e condizioni fluttuarono grandemente.
LA STORIA DI PALESTINA
Migliaia di anni prima che i Romani inventassero “Palestina”, la terra era conosciuta come “Canaan”. I Cananei avevano molte piccole Città-Stato, ognuna di esse indipendenti e a volte vassalle di re Ittiti o Egiziani. I Cananei non si unificarono mai in uno Stato.
Dopo l’esodo dall’Egitto probabilmente nel Tredicesimo Secolo A.C., ma forse anche prima, i figli di Israele si insediarono nella terra di Canaan. Là essi formarono la prima confederazione tribale, quindi i regni biblici di Israele e Giuda e il regno post-biblico di Giudea.
Dall’inizio della storia fino ai nostri giorni, Israele-Giuda-Giudea ha l’unico stato nazionale unito, indipendente, sovrano che mai sia esistito in “Palestina” ad Ovest del fiume Giordano.(In tempi biblici, Ammon, Moab e Edom così come Israele avevano terre ad Est del Giordano, ma questi scomparvero nell’antichità e nessun’altra nazione prese il loro posto fino a che gli inglesi inventarono la Trans-Giordania negli anni ’20 del 1900).)
Dopo la conquista romana della Giudea, la “Palestina” divenne una provincia dell’impero pagano romano poi dell’impero cristiano bizantino e per poco dell’impero zoroastriano persiano. Nel 638 D.C. un califfo arabo-musulmano sottrasse la “Palestina” all’impero di Bisanzio e ne fece parte di un impero arabo-musulmano. Gli arabi, che non avevano nessun nome loro proprio per questa regione, adottarono il nome greco-romano Palestina che essi pronunciavano “Falastin”.
In quel periodo molte delle popolazioni miste della Palestina si convertirono all’Islam e adottarono la lingua araba. Esse erano sudditi di un califfo lontano che li governava dalla sua capitale, che dapprima era a Damasco e più tardi a Baghdad. Non divennero una nazione o uno stato indipendente, ne’ svilupparono una società e una cultura distinte.
Nel 1099, i crociati cristiani d’Europa conquistarono la Palestina-Falastin. Dopo il 1099 non fu mai più sotto un governo arabo. Il regno crociato cristiano era politicamente indipendente, ma non sviluppò mai una identità nazionale. Rimase un’istanza militare dell’Europa cristiana e durò meno di cent’anni. Dopo ciò la Palestina fu unita alla Siria in qualità di provincia sottomessa dapprima ai Mammalucchi, una mescolanza etnica di schiavi-guerrieri, e in seguito ai Turchi Ottomani, la cui capitale era Istambul.
Durante la Prima Guerra Mondiale, gli inglesi presero la Palestina da i Turchi Ottomani. Alla fine della guerra, l’impero ottomano crollò e tra le sue province assoggettate, la “Palestina” fu assegnata alla Gran Bretagna che doveva governarla temporaneamente secondo il mandato della Lega delle Nazioni.
LA CASA NAZIONALE DEI GIUDEI
Viaggiatori verso la Palestina dall’Occidente lasciarono testimonianze di ciò che essi avevano visto. Il tema di tutti i loro resoconti era sgomento: la terra era vuota, negletta, abbandonata, desolata, caduta in rovina.
Niente là, (a Gerusalemme) da vedere se non qualcosa delle vecchie mura che tuttora rimangono e tutto il resto è erbaccia e muschio — English pilgrim nel 1590
Il paese è considerevolmente disabitato e perciò il suo più immediato bisogno è quello di una popolazione.” British consul, nel 1857
Non c’è un solo villaggio per tutta la sua estensione (valle di Jezreel)– non per 30 miglia in qualsiasi direzione… si può viaggiare per 10 miglia e non incontrare più di 10 esseri umani.
Se cercate un perfetto stato di solitudine che vi renda mesti, venite in Galilea… Nazareth è desolata… Gerico giace in uno sgretolamento rovinoso… Betlemme e Betania nella loro povertà e umiliazione… inaccudite da anima vivente.
Un paese desolato il cui terreno fertile è sufficientemente ricco, ma è dato interamente all’erbacce… una silenziosa e funerea estensione… una desolazione… Non abbiamo mai visto un essere umano sulla strada… raramente un albero o un cespuglio da qualche parte. Perfino gli ulivi e i cactus, quegli amici sicuri di un terreno incolto, hanno per lo più abbandonato il paese.
La Palestina siede con sacchi su ceneri, desolata e brutta… Mark Twain, The Innocents Abroad 1867
La restaurazione della terra ‘desolata e brutta’ inizia nella seconda metà del XIX sec. con i primi pionieri giudei. Le loro fatiche crearono nuove e migliori condizioni e opportunità, che a loro volta attirarono emigranti da molte parti del Medio Oriente, sia arabi che altro.
La Dichiarazione di Balfour del 1917, confermata dal Mandato della Lega delle Nazioni, assegnò agli inglesi il governo sul principio che “il Governo di Sua Maestà veda con favore l’insediamento in Palestina di una Casa Nazionale Giudea, e userà i Suoi migliori mezzi per il raggiungimento di questo obiettivo… ” Fu specificato sia che quest’area fosse aperta ‘a insediamenti vicino a giudei” e che i diritti di tutti gli abitanti già nel paese fossero preservati e rispettati.
Il Mandato in Palestina includeva originariamente tutto ciò che oggi è la Giordania così come tutto ciò che oggi è Israele e i territori tra loro. Comunque quando l’Emiro Abdullà, protetto degli inglesi, fu obbligato a lasciare il dominio ancestrale Hashemmita in Arabia, gli inglesi crearono per lui un dominio che includeva tutta Manfata di Palestina ad Est del Giordano. Non c’era un nome storico o tradizionale arabo per questa terra, quindi fu chiamata come il fiume: dapprima Trans-Giordania e più tardi Giordania.
Attraverso questo atto politico, che violava le condizioni della Dichiarazioni di Balfour e il Mandato, gli inglesi tagliarono più del 75% della Casa Nazionale dei Giudei. A nessun giudeo fu permesso di risiedere in Trans-Giordania, Giordania.
Meno del 25% allora rimase del Mandato di Palestina, e anche in questo rimanente, gli inglesi violarono i requisiti del Balfour e del Mandato per una “Casa Nazionale Per i Giudei” e per gli “insediamenti vicini giudei”. Progressivamente si restrinsero i luoghi dove i giudei potevano abitare, vivere, costruire, coltivare o lavorare.
Dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1967, Israele era finalmente in grado di fondare insediamenti in alcuni piccole parti di quelle terre da cui i giudei erano stati banditi dagli inglesi. Successivi governi inglesi regolarmente condannarono quegli insediamenti come “illegali”. In realtà, furono gli inglesi ad agire illegalmente bandendo i giudei da quelle parti della Casa Nazionale dei Giudei.
CHI É UN PALESTINESE?
Durante il Mandato erano i giudei conosciuti come i “palestinesi”, inclusi quelli che avevano servito nell’esercito britannico nella Seconda Guerra Mondiale.
La politica inglese era di ridurre il loro numero e di limitare progressivamente le immigrazioni giudee. Dal 1939 La Carta Bianca pose virtualmente fine all’ammissione di Giudei in Palestina. Questa politica fu applicata nella maniera più restrittiva nel momento in cui vi era il maggior bisogno di una casa per il giudeo, cioè dopo il sorgere delle potenze naziste in Europa. I giudei che avrebbero potuto insediarsi nelle terre vuote di Palestina e lasciare una progenie là, morirono invece nelle camere a gas in Europa o nei mari che stavano solcando cercando di raggiungere la Terra Promessa.
Nello stesso tempo in cui gli inglesi chiusero le porte in faccia ai giudei, permisero o ignorarono immigrazioni massicce illegali nella Palestina Occidentale da paesi arabi, Giordania, Siria, Egitto, Nord-Africa. Nel 1939, Winston Churchill osservò che “lungi dall’essere perseguitati, gli arabi si sono ammassati nel paese e si sono moltiplicati… ” Statistiche esatte della popolazione potrebbero essere problematiche, ma sembra che dal 1947 il numero degli arabi nell’ovest del Giordano era approssimativamente il triplo di quello che era stato nel 1900.
Il mito attuale è che questi arabi erano insediati da molto tempo in Palestina, fino a che i giudei arrivarono e li “rimpiazzarono”. Il fatto è che recenti immigrazioni di arabi in Palestina “rimpiazzarono” i giudei. Che l’aumento della popolazione araba fosse molto recente è attestato dalle norme delle Nazioni Unite: Che qualsiasi arabo che aveva vissuto in Palestina per due anni e che avessero lasciato il paese nel 1948 è chiamato “Rifugiato Palestinese”.
Le statistiche della popolazione per i giudei e gli arabi in Palestina di rado riescono a stabilire come la popolazione è giunta a formarsi. Uno degli elementi della politica britannica fu di tenere fuori i giudei mentre portavano dentro gli arabi. Un altro fattore fu la violenza: i giudei venivano uccisi o esiliati perfino quando si erano stabiliti là da molto tempo.
Esempio: il legame ebraico con Ebron risale ai tempo di Abramo e là è sempre esistita una comunità Giudaico-Israelita fin dai tempi di Giosuè, molto tempo prima che fosse la prima capitale del re Davide. Nel 1929, arabi riottosi, con il passivo consenso degli inglesi — uccisero o esiliarono di fatto tutta l’intera comunità ebraica.
Altro esempio: nel 1948 la Trans-Giordania si accaparrò molta terra di Giudea e Samaria (che chiamavano West Bank, cioè la riva d’Ovest), la parte Est di Gerusalemme e la Città Vecchia. Essi uccisero o scacciarono via tutti gli ebrei.
Ora viene proposto un principio morale e legale internazionale che tutti i luoghi divenuti Judenrein per opera di inglesi e arabi debbano rimanere tali. In contrasto, Israele il 17% della terra assegnata del mandato di Palestina abbia una larga e crescente popolazione di cittadini araba.
DALLA PALESTINA A ISRAELE
Che cosa avrebbe dovuto diventare la “Palestina” dopo il Mandato? A questa domanda hanno provato a dare risposta diverse commissioni internazionali e britanniche e altri organi che hanno culminato nelle Nazioni Unite nel 1947. Durante la diverse deliberazioni, ufficiali arabi, politici, opinionisti e scrittori hanno espresso la loro veduta sulla “Palestina”.
“Non esiste nessun paese che si chiami Palestina. ‘Palestina’ è un termine che si sono inventati i sionisti…Il nostro paese per secoli è stato parte della Siria. ‘Palestina’ ci è aliena. Sono stati i sionisti che l’hanno introdotta.” Il leader arabo locale alla commissione Peel, 1937
“Non esiste nessuna Palestina nella storia, assolutamente no”– Professor Philip Hitti, storico arabo alla commissione di indagini Anglo-Americana, 1946
“È comunemente noto che la Palestina non sia altro che il Sud della Siria.” –Ahmed Shukairy, il Consiglio per la Sicurezza delle Nazioni Unite, 1956.
Col 1948, gli arabi non avevano ancora scoperto la loro antica nazione Falastin. Quando è stata loro offerta la metà della Palestina ad Ovest del Giordano, l’offerta fu violentemente rifiutata. Sei paesi arabi minacciarono una guerra distruttiva contro il nascente Stato di Israele. Il loro scopo non era quello di fondare una Falastin indipendente. Il loro scopo era quello di spartirsi l’ovest della Palestina tra loro.
Non riuscirono ad annientare Israele, ma la Trans-Giordania riuscì a prendersi la Giudea e la Samaria (West Bank, la riva Ovest) e la parte Est di Gerusalemme uccidendo o scacciando tutti i giudei che avevano abitato quei luoghi, bandendo tutti i giudei di qualsiasi nazione da luoghi santi giudei. L’Egitto riuscì a prendersi la striscia di Gaza. Questi due stati tennero le terre fino al 1967. Poi mossero un’altra guerra contro Israele con lo scopo di distruggerla e come risultato persero le terre che avevano preso nel 1948.
Durante quei 19 anni, 1948-1967, la Giordania e l’Egitto non hanno mai ceduto quelle terre per formare lo stato indipendente di Falastin. I “Palestinesi” non l’hanno mai cercata. A nessuno al mondo era mai venuto in mente, tanto meno nessuno la pretese.
Alla fine nel 1964, fu fondato il Movimento per la Liberazione della Palestina, Ahmed Shukairy, che meno di dieci anni prima aveva negato l’esistenza della Palestina, fu il primo leader. Il suo statuto proclamò il suo unico scopo essere la distruzione di Israele. Quel fine favorì l’attacco arabo ad Israele nel 1967.
Il risultato di quell’attacco ispirò un alterazione della retorica pubblica. Per la propaganda, suonava meglio parlare di liberazione di Falastin piuttosto che la distruzione di Israele. Molta gente, governi, e opinione pubblica nei mass media, accettano virtualmente senza analizzare seriamente il neo mito di una nazione araba di Falastin, i cui territori sono occupati illecitamente da i giudei.
Dalla fine della Prima Guerra Mondiale, agli arabi del Medio Oriente e del Nord Africa è stato dato il 99,5 % della terra che hanno preteso. Lord Balfour una volta espresse la speranza che una volta dato agli arabi così tanto, essi non avrebbero più lesinato ai giudei quel piccolo lotto a loro promesso.
[Nota: una parte del materiale citato qui sopra è stato tratto dal libro From Time Immemorial di Joan Peters]
http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it:80/print/1831396.html
#10Emanuel Baroz
DOCUMENTAZIONE
Dichiarazioni pubbliche di Abbas Zaki, ambasciatore dell’Olp in Libano:
“A mio parere, con la soluzione a due stati Israele crollerà perché, quando se ne andranno da Gerusalemme, che cosa ne sarà di tutti i loro discorsi sulla terra promessa e sul popolo eletto? Cosa ne sarà di tutti i sacrifici che hanno fatto, solo per sentirsi poi dire di andar via? Loro considerano che Gerusalemme abbia uno status spirituale; gli ebrei considerano Giudea e Samaria [Cisgiordania] come il loro sogno storico. Se gli ebrei dovranno abbandonare questi luoghi, l’idea sionista inizierà a crollare. Regredirà con il loro stesso assenso. E poi noi andremo avanti”. (TV ANB, 7.05.09)
“Noi siamo totalmente convinti che il diritto al ritorno [all’interno di Israele] sia garantito dalla nostra volontà, dalle nostre armi e dalla nostra fede. L’Olp è l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese e non ha cambiato una virgola della sua piattaforma programmatica. Alla luce della debolezza della nazione araba e della carenza di valori, e alla luce del controllo americano su tutto il mondo, l’Olp ha deciso di procedere per fasi, ma senza cambiare il suo obiettivo strategico.Lasciatemi dire: quando l’ideologia di Israele inizierà a crollare e noi prenderemo perlomeno Gerusalemme, crollerà l’ideologia d’Israele nella sua interezza, e noi inizieremo a procedere con la nostra ideologia, ad Allah piacendo, e a buttarli fuori da tutta la terra di Palestina”. (TV NBN, 9.04.08)
(Da: MEMRI, 14.05.09)
#11Parvus
Dovremmo fare un mea culpa anche noi, ogni volta che scriviamo palestinesi.
Ci vuol così tanto a scrivere: Arabi dei territori? O arabopalestinesi?