MO: GAZA, SPIAGGIA PRECLUSA A BAGNANTI ‘IMMODESTE’
di Aldo Baquis
TEL AVIV / GAZA, 5 Luglio 2009 – Si è presentata sulla spiaggia di Gaza senza il velo islamico: per questa ragione la giornalista palestinese Asma al-Ghul è entrata in rotta di collisione con agenti di Hamas che l’hanno ruvidamente trascinata in un commissariato. Prima di rilasciarla, dopo un interrogatorio, l’hanno avvertita che ora seguiranno il suo comportamento. Nel frattempo con la posta elettronica le è giunta una minaccia anonima, ma molto precisa. “Ti uccideremo – era scritto – e poi getteremo il tuo cadavere sulla spiaggia”.
Raggiunta al telefono da Tel Aviv, Asma ha detto all’ANSA che non si lascerà intimidire. “Sono una donna, sono una giornalista, e sono forte” ha esclamato. Anche a Gaza, ha aggiunto, deve essere possibile essere al tempo stesso islamici e laici. “Non vogliamo che qua si crei una ‘nuova Gaza’, non vogliamo vivere come in Afghanistan, o in Arabia Saudita”. In passato Asma ha lavorato da Gaza per il quotidiano al-Ayam, un giornale malvisto da Hamas perché vicino all’ Autorità nazionale palestinese. Giorni fa, alla ricerca di una serata di relax, Asma ha raggiunto la spiaggia al-Andalus con una amica e tre amici. In seguito, in un vicino commissariato, sarebbe stata accusata di aver pubblicamente “fatto festa” e di aver anche danzato: lei lo nega.
La serata, racconta, volgeva al termine quando è stata avvicinata da tre “tipi barbuti”, nerovestiti. “Hanno trovato disdicevole che non fossi accompagnata da uno stretto congiunto” dice Asma. Lei ha replicato che non aveva bisogno di lezioni da alcuno. Sul posto le hanno confiscato il passaporto e il computer. I suoi amici sono pure stati fermati, e poi percossi. Prima di tornare a casa hanno dovuto impegnarsi che in futuro agiranno in modo modesto. Asma ci tiene a chiarire: lei, in spiaggia, va con pantaloni e t-shirts, possibilmente scure. Entra in mare quando fa buio. La sua colpa principale, pare, è essere entrata in mare senza il ‘hijab’, il velo islamico. Hamas, dice, cerca di incutere paura a chi vuole un diverso stile di vita. Se Hamas abbia davvero istituito squadre vere e proprie di ‘Buoncostume’ è oggetto di dibattito sulla stampa. Formalmente la cosa viene smentita.
Ma il portavoce del ministero degli interni di Hamas, Islam Shahwan, ha confermato che agenti di polizia sono effettivamente dislocati nelle spiagge per proteggere le donne da uomini troppo invadenti. Di recente, ha aggiunto, ci sono state in merito diverse denunce. Citato dal Jerusalem Post, Shahwan ha detto che Hamas non si intromette nel modo con cui le donne si vestono. Nei luoghi pubblici, ha spiegato, è preferibile rispettare la tradizione, mentre nelle piscine private ognuna resta libera di abbigliarsi come crede.