Hamas contro Fatah e Fatah contro al-Jazeera
Gaza, 17 lug – Il ministro degli Esteri del deposto governo di Hamas, Mahmoud al Zahar, ha affermato che le forze di sicurezza operanti a Gaza hanno sventato un complotto che mirava all’assassinio di alcuni alti esponenti del movimento islamico al potere nella Striscia.
Secondo al Zahar la morte dei dirigenti di Hamas avrebbe comportato la fine del negoziato in corso tra lo stesso movimento islamico e i laici di Fatah al potere in Cisgiordania. Il politico islamico ha poi aggiunto che il piano è stato ordito da ex elementi delle forze di sicurezza palestinesi attive a Gaza prima della presa del potere nella Striscia da parte di Hamas.
Sempre di complotto si è parlato poche ore prima a Ramallah da dove il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas, ha respinto come “bugie” le accuse che gli sono state rivolte di avere avuto un ruolo nella morte, avvenuta nel 2004, del suo predecessore Yasser Arafat.
“Mr. Palestine” morì in circostanze misteriose l’11 novembre a Parigi e nel corso di una intervista con al-Jazeera l’ex consigliere di Arafat Faruk Qaddumi ha accusato Abbas di aver partecipato a un complotto per sbarazzarsi dell’allora presidente.
“Bugie fabbricate per sabotare il sesto congresso di Fatah (in programma nelle prossime settimane a Betlemme, ndr)”, ha protestato alla tv palestinese il capo dell’Anp che ha anche assicurato di volere perseguire “a ogni livello in seno a Fatah” le accuse di Qaddumi.
Intanto sull’Anp è giunta la condanna della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), la stessa che ha espulso Israele dal suo seno all’unanimità a inizio settimana. Una nota dell’Ifj chiede al governo di Abbas di ritornare sulla sua decisione di chiudere l’ufficio di corrispondenza di al-Jazeera in Cisgiordania. Definita “una serie violazione della libertà di stampa”, la chiusura della sede del network qatarino, era stata motivata dall’Anp per le trasmissioni “di incitamento all’odio e falsa informazione”.
Nel chiedere al procuratore generale palestinese Ahmed Al-Mughni di chiudere al-Jazeera, il primo ministro Salam Fayyad aveva spiegato che l’Anp è impegnata ad assicurare la libertà di stampa ma anche ad agire “contro qualunque attività che possa causare discriminazione tra le fazioni” e allargare la frattura politica nazionale.
(il Velino, 17 luglio 2009)
#1Emanuel Baroz
Revocato il bando contro Al Jazeera
L’emittente potrà riprendere l’attività in Cisgiordania
RAMALLAH – L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha annunciato oggi, sabato, che consentirà alla Tv satellitare del Golfo Al Jazeera di riprendere le sue attività dopo aver ordinato la chiusura del suo ufficio di corrispondenza.
Il premier Salam Fayyad ha detto che la sospensione sarà «revocata» ma che contro l’emittente verrà avviato un procedimento legale «per i suoi continui attacchi contro l’Olp e l’Anp».
La chiusura dell’ufficio di Al Jazeera in Cisgiordania era stata ordinata tre giorni fa. L’emittente era stata accusata di raccogliere «provocazioni» e di avere diffondere «menzogne», in particolare a proposito della morte di Yasser Arafat.
A suscitare la collera dei vertici palestinesi sembra sia stata la messa in onda di dichiarazioni di Faruk Kaddumi – dirigente radicale dell’Olp da sempre contrario agli accordi di pace di Oslo – in cui questi è tornato a imputare all’attuale presidente dell’Anp, il moderato Abu Mazen (Mahmud Abbas), di aver provocato la morte di Arafat (avvenuta nel novembre del 2004), complottando con uomini del suo entourage e con Israele per avvelenarlo.
Walid Al Omary, responsabile di Al Jazeera per Israele e i Territori palestinesi, ha accolto con favore la decisione ed ha detto che non bisogna mai mettere il bavaglio ai mezzi di informazione. «Se hanno qualcosa contro di noi, dovrebbero rivolgersi alla magistratura», ha affermato.
(Corriere del Ticino, 18 luglio 2009)