Hezbollah pronto a scatenare l’inferno: lo scudo perfetto di UNIFIL
Scritto da Miriam Bolaffi (W.I.)
Nei giorni scorsi ha fatto rumore la notizia data dal Times che Hezbollah avrebbe nel sud del Libano almeno 40.000 missili puntati su Israele, ma quella del Times altro non è che la scoperta dell’acqua calda.
E’ noto a tutti infatti che il gruppo terrorista sciita si sia notevolmente riarmato in barba alla risoluzione 1701/96 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, anzi, che lo abbia fatto sotto l’egida dell’ONU e proprio grazie alla presenza di UNIFIL.
Un rapporto che dovrebbe essere reso pubblico nei prossimi giorni evidenzia come siano decine i depositi di armi di Hezbollah a sud del fiume Litani. Quello che ci si chiede è come sia obbiettivamente possibile che un volume così consistente di armi sia passato sotto gli occhi di migliaia di soldati dell’ONU senza che essi se ne accorgessero e, soprattutto, come sia possibile che un osservatore esterno riesca a individuare con precisione i depositi di armi di Hezbollah ma non lo facciano i militari di UNIFIL con tutte le attrezzature in loro possesso e coperti dal mandato ONU.
E’ logico domandarsi il perché di tutto questo. Perché UNIFIL ha permesso a Hezbollah, un gruppo riconosciuto come terrorista, di riarmarsi? Perché viene implicitamente riconosciuto a Hezbollah di avere un potentissimo apparato militare quando legalmente questo non sarebbe possibile all’interno di uno Stato sovrano? Perché persone come Hassan Nasrallah non vengono arrestate?
Le risposte potrebbero essere tante, da quelle più diplomatiche che UNIFIL ha un mandato limitato (ma allora perché rimangono in Libano?) a quelle più dirette che vogliono la missione di pace dell’ONU ad inconscia copertura del riarmo di Hezbollah in configurazione anti-israeliana. Di certo c’è che la presenza dei militari UNIFIL è servita solo ad Hezbollah, sia per bonificare i terreni interessati dalla presenza di cluster bomb che per impedire i raid israeliani contro i numerosi convogli di armi che dalla Siria rifornivano alla luce del sole i depositi di Hezbollah.
A palese dimostrazione delle perfetta inutilità di UNIFIL o addirittura della nocività dell’essere uno scudo in mano ad Hezbollah c’è l’episodio avvenuto lo scorso 19 luglio quando a seguito dell’esplosione di un deposito di armi nella città di Kherbet Selem i militari UNIFIL (francesi e italiani) che volevano indagare sul fatto venivano attaccati e allontanati dalla popolazione, fatto gravissimo che ha comportato il ferimento (seppur leggero) di 14 militari (tre italiani e 11 francesi). Ebbene l’ONU invece di aprire una inchiesta e di inviare rinforzi ha abbassato la testa e girato i tacchi. E sulla stampa silenzio quasi assoluto sul gravissimo episodio. Mi chiedo cosa sarebbe successo se un fatto del genere fosse accaduto in una città israeliana. Altro che titoli a caratteri cubitali.
Tutto questo per dire che c’è verso Hezbollah un atteggiamento di protezionismo da parte dell’ONU e da parte di buona parte della stampa occidentale, come se fosse perfettamente normale che un gruppo terrorista possa disporre di armi potentissime, tanto potenti da minacciare ben due Stati, il Libano e, soprattutto, Israele. Ma non è normale. Non è normale che un gruppo armato terrorista controlli oltre il 50% del territorio di uno Stato sovrano, come non è normale che il suo leader (Hassan Nasrallah), non un politico eletto dalla gente ma il capo di un movimento terrorista, se ne vada tranquillamente in giro a dettare legge (in Libano) e a minacciare altri Stati sovrani (Israele). Non è normale che si protegga un gruppo terrorista che si finanzia con decine e decine di attività illegali in tutto il mondo, dal Sud America all’Africa. Ma soprattutto, non è normale che sia l’ONU a farlo.
Le intenzioni di Hezbollah sono chiare, talmente chiare che gli stessi leader del movimento terrorista non perdono occasione per sbandierarle al pari dei loro cugini mullah iraniani e dei loro alleati di Hamas: distruggere Israele. Non capisco come possa l’ONU diventare parte attiva in questo piano, perché di questo si tratta. La missione UNIFIL ha permesso il riarmo di Hezbollah e se dovesse scoppiare un conflitto saranno i militari dell’ONU a fare da scudo (umano) ai terroristi di Hezbollah. Uno scudo perfetto come solo UNIFIL può essere.
martedì 11 agosto 2009