Libano: Hezbollah in possesso di armi chimiche
Roma, 3 set (Velino) – Il deposito di armi di Hezbollah esploso il 14 luglio scorso nei pressi del villaggio di Hirbet Salim, nel Sud del Libano al confine con Israele, conteneva anche armi chimiche. A rivelarlo oggi è il quotidiano kuwaitiano Al-Siyassa, che cita fonti di intelligence europee.
Degli undici miliziani rimasti uccisi, tre sarebbero morti per intossicazione chimica. Per 24 ore dopo l’esplosione Hezbollah ha negato l’accesso alla zona all’esercito regolare libanese e alle forze Unifil, ma dalle indagini successive alcune tracce di armi chimiche sono comunque state individuate. Il gruppo sciita libanese ha cercato di negare persino l’esistenza di un deposito di armi, che a meno di 20 chilometri dal confine con Israele sarebbe in violazione delle risoluzioni dell’Onu. Eppure, si sospetta che Hezbollah abbia disseminato circa 35 tra depositi e postazioni oltre i limiti consentiti.
Secondo le stesse fonti di intelligence europee, che operano sul terreno in Libano insieme alla forza Unifil, Hezbollah avrebbe recentemente ricevuto una fornitura di maschere e altro equipaggiamento da guerra chimica, di granate e missili a corto raggio con testate chimiche, e sarebbe sul punto di ricevere anche armi biologiche. Il materiale sarebbe stato spedito per via aerea dall’Iran in Siria, e da qui fatto arrivare in Libano.
Secondo i rapporti d’intelligence trasmessi a un certo numero di capitali dell’Unione europea e al comando generale della Nato a Bruxelles, Hezbollah avrebbe costruito dallo scorso dicembre diversi depositi che contengono armi chimiche. Sarebbero sparsi per lo più lungo il tragitto Damasco-Beirut, nel centro del Paese, e lungo entrambe le sponde del fiume Litani, soprattutto nei pressi di Tiro, cioè al di fuori dell’area in cui sono dispiegate le forze Unifil. La fornitura di equipaggiamenti protettivi da guerra chimica e biologica, avvertono fonti della Difesa tedesche, indicano l’intenzione di Hezbollah di usare missili a lunga gittata e armi chimiche contro Israele in un futuro conflitto.
(Fonte: Il Velino, 3 Settembre 2009)
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