Si rafforza la cooperazione tra Hamas ed i suoi alleati Hezbollah
di Georges Malbrunot, Le Figaro – traduzione di Hurricane53
Gerusalemme – Aumenta la portata dei razzi. I servizi segreti militari israeliani affermano che i missili di Hamas ormai possono raggiungere i sobborghi vicini a Tel Aviv, ad oltre 50 km a nord della striscia di Gaza. Questa informazione dimostra che, dieci mesi dopo l’offensiva di Tsahal contro il loro confine sud dello Stato ebraico, gli islamisti palestinesi continuano a progredire nella loro capacità di azione contro Israele. Cinque anni fa, i loro razzi artigianali avevano solamente una portata di alcuni chilometri, e che molti di loro non riuscivano neppure a raggiungere il territorio israeliano, dopo il loro lancio da Gaza.
Questo miglioramento qualitativo si spiega soprattutto con l’aiuto fornito ad Hamas dagli sciiti libanesi di Hezbollah e dai loro padrini iraniani, che hanno approfittato dell’impasse del processo di pace e dalla marginalizzazione subita dagli islamisti per entrare nel gioco palestinese. A tal proposito, a Gerusalemme un diplomatico di solito ben informato ci segnala che, dopo la guerra dello scorso inverno, due delegazioni di esperti appartenenti a Hezbollah si sono recate a Gaza in primavera.
La prima per raccogliere lezioni dalla strategia militare adottata dagli islamisti durante i combattimenti contro Tsahal. Al termine di questa visita, molti quadri del ramo militare sono stati degradati, di contro membri del ramo politico sono stati trasferiti presso quelli militari. Durante l’attacco israeliano, Hamas, al riparo nelle sue trincee – come Hezbollah nel 2006 davanti a Tsahal nel sud del Libano – aveva combattuto poco. Questo gli aveva valso le critiche di alcune frange della popolazione di Gaza, che era stata la prima vittima del conflitto. La seconda delegazione che si è poi recata nell’enclave islamista era composta, da militari ed artificieri, che hanno ristrutturato il ramo militare, facendolo familiarizzare con i nuovi armamenti, ormai a disposizione di Hamas.
Anche se il principale movimento integralista palestinese non è agli ordini di Teheran, contrariamente a quanto alcuni pensano, queste visite sottolineano l’avvicinamento tattico operato in questi ultimi anni tra Hamas e la repubblica islamica, che hanno in comune il fatto di essere considerati come la peste da quella che viene considerata la Comunità internazionale, cioè gli Stati Uniti, la maggior parte dei paesi europei ed Israele.
#1Anonimo
l’importante e’ che il contatto riesca e che anche l’operazione sia di effettiva riuscita e non di sole parole.Il problema e’ coerelato alle parole e al ineficenza della parola.Ogniuno ha la propria capacita’ nel agire alle cose dette e c’e’ chi riesce sempre meglio anche di chi e’il meglio,per questo non ci si deve arrabbiare ma rendere dei alleati.come ha detto Gheddafi essere Alleato non significa essere amici.Arrabbiarsi nel proprio favore,in favore della propria Terra,del proprio Tempio,popolo non ha un buon effetto,anche se si va avanti.Si deve sopprimere il caos per essere dei padroni vincitori,per fare questo ci si deve anche per l’appunto alleare.