Leader di Anp brucia prodotti ebraici
Protesta a Salfit, boicottaggio contro prodotti insediamenti
Salfit (Cisgiordania), 5 Dicembre 2010 – Il premier dell’Anp, Salam Fayyad ha partecipato a Salfit a una manifestazione in cui sono stati dati alle fiamme prodotti ebraici (magari israeliani….). Questi erano stati confiscati in negozi palestinesi nel quadro di una campagna di boicottaggio dei prodotti degli insediamenti lanciata dall’Anp. Il ministro dell’economia palestinese Hassan Abu Libdeh ha detto che il fine del boicottaggio e’ eliminare totalmente la presenza di prodotti degli insediamenti nei negozi palestinesi.
(Fonte: ANSA, 5 gennaio 2010)
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N.B. Abbiamo lasciato il titolo originale del lancio di agenzia dell’ANSA (“prodotti ebraici”….?!) per far capire a chi ci legge la qualità delle informazioni che ci arrivano tramite i mass media italiani
#1Alberto Pi
Viviamo in un mondo libero e non siete obbligati ad amare gli Ebrei; ma se proprio non vi piacciono, allora vi propongo di boicottare alcuni tipici prodotti ebraici, quali:
– il test della reazione di Wassermann per la diagnosi della sifilide;
– la digitale, scoperta dal dottor Nuslin;
– l’insulina, scoperta dal dottor Minofsky;
– il Chloral hydrate, scoperto dal dottor Lifreich;
– il test di Schick per la diagnosi della difterite;
– le vitamine, scoperte dal dottor Funk;
– la streptomicina, scoperta dal dottor Woronan;
– la pillola antipoliomielite del dottor Sabin e il vaccino del dottor Jonas Salk.
Avanti, boicottateli pure!
Per essere coerenti con l’umanità, gli Ebrei hanno offerto questi doni a ogni persona nel mondo.
Per essere coerente con se stesso, il fanatico antisemita deve accettare, per questioni di principio:
– la sifilide;
– il diabete;
– l’epilessia;
– la malnutrizione;
– la poliomielite;
– la tubercolosi
– la difterite;
– disturbi cardiaci;
Volete avercela con gli Ebrei? Abbiatecela pure!
Ma lasciate che vi dica una cosa: non vi sentirete poi tanto bene.
#2M.acca
Credo che sia giusto “prodotti ebraici”. D’altro canto la foto pubblicata a corredo dell’articolo non ricorda il rogo dei libri da parte dei nazisti a Berlino e in altre parti della Germania nel 1933? Qual è la differenza? Da una parte i libri prodotti della “creatività” ebraica di allora e dall’altra altri prodotti ma sempre provenienti dal lavoro e dalla laboriosità ebraica odierna. Bruciarli significa eliminare un elemento che certifica l’inferiorità di chi si sente un “superuomo”. E’ interessante leggere anche questo articolo sull’argomento: http://jssnews.com/2010/01/06/carrefour-porte-plainte-contre-les-antisemites-pro-palestiniens/ che ho pensato di tradurre un estratto dal gruppo FB:http://tinypaste.com/9cb5b
#3Alberto Pi
Israele, palestinesi boicottano i prodotti delle colonie ebraiche in Cisgiordania
Molte fattorie israeliane sono state costrette a chiudere o tagliare le ore dei dipendenti – Gli abitanti palestinesi della Cisgiordania stanno boicottando, con crescente successo, tutti i beni prodotti nelle colonie ebraiche. Le fattorie ebraiche, quindi, hanno dovuto diminuire nettamente la loro produzione o tagliare le ore ai dipendenti. Il boicottaggio, appoggiato dal presidente palestinese Mahmous Abbas, ha ricevuto un’ulteriore spinta dopo che anche a Ramallah sono stati vietati in tutti i supermercati i prodotti dei coloni israeliani. “L’obiettivo è garantire che entro la fine dell’anno non vi siano beni dei coloni sul mercato palestinese”, ha dichiarato il primo ministro Salam Fayyad al varo della nuova campagna Store to Store di Ramallah che è iniziata nel supermercato Alameen. “Promuoviamo il rifiuto all’occupazione israeliana nella nostra vita quotidiana”, ha chiarito Fayyad, “e questo aiuterà l’economia palestinese a diventare auto-sufficiente.”Nelle prossime settimane, una squadra composta da 66 mila volontari ispezionerà i negozi alimentari della Cisgiordania. I volontari forniranno certificati e apporranno etichette sulle vetrine degli esercizi commerciali che rispettano il boicottaggio. Dopo un primo periodo di moratoria, i negozianti trovati con beni delle colonie ebraiche saranno passibili di multe pari a 9 mila sterline e potranno scontare cinque anni di carcere. La campagna è stata fortemente criticata da politici, analisti e uomini d’affari israeliani per il danno economico che potrebbe arrecare. La vendita commerciale alla Cisgiordania, infatti, garantisce un introito di 200 milioni di dollari e alcune fattorie dei coloni ebraici vendono fino al 30 percento dei loro prodotti ai palestinesi che abitano in quest’area.Il boicottaggio rischia di avere conseguenze negative anche per i palestinesi che lavorano per i coloni ebraici. Tra i 5 mila e i 6 mila lavoratori della zona industriale di Barkan sono palestinesi. In totale, secondo la Associazione manifatturiera israeliana, circa 22 mila palestinesi sono impiegati nelle fattorie ebraiche nelle colonie.
(Fone: Peace Reporter, 2 Luglio 2010)