Visita di Papa Benedetto XVI in Sinagoga a Roma: lettera ufficiale degli ex deportati consegnata nelle mani del pontefice
Di seguito pubblichiamo la lettera ufficiale, scritta dagli ex deportati e consegnata a papa Benedetto XVI, in occasione della sua visita alla Sinagoga di Roma, il 17 gennaio 2010:
Thanks to Politicalive
#1Alberto PI
Son passati due giorni ed è giunto il tempo di riflettere sul senso della visita del Pontefice nel Bet Akneset, chi scrive era fra il pubblico ed ha visto e sentito.
Una visita attesa, che ha portato a polemiche e lacerazioni all’interno della nostra comunità, indubbiamente un successo dal punto di vista organizzativo: La macchina allestita, che possiamo definire una grande scenografia con tanto di luci teatrali puntate su via Catalana, ha funzionato in maniera impeccabile. I discorsi del Rav Riccardo di Segni e del Presidente della Comunità Riccardo Pacifici hanno emozionato il pubblico, risultando di grande impatto.
Le polemiche, nascoste o esplicite,nei testi hanno raggiunto l’interlocutore che ha incassato impassibile, forse come chi sa di non aver bisogno di rispondere.
Dulcis in fundo, con il beneficio di chi ha l’ultima parola ha parlato il Pontefice.
Il suo discorso lo ritengo una pietra miliare nella ideologia della sostituzione e per di più in compiuta in un Bet Akneset. La teologia del “Novus Israel” fondata sulla contrapposizione fra la Vecchia e la Nuova Alleanza e su quella fra Vecchio e Nuovo Testamento la conoscevo,ma avrei preferito non doverla ascoltare in un Bet Akneset, perché i ghetti,le conversioni forzate, i roghi del talmud e i soprusi sopportati per secoli sono nient’altro che la logica conseguenza di questa ideologia.
E se vogliamo puntualizzare, l’antesimitismo di matrice cristiana, ha costituito un terreno fertile per lo sviluppo della ideologia nazista, che lungi dall’essere idolatra ha profonde radici nella cultura europea, come testimoniato dalla leggi spagnole sulla “limpeiza de sangre”.
E allora preferisco che il Papa prosegua a parlare la domenica dal soglio Ponteficio e in latino,
non avendo bisogno di ascoltare che i comandamenti si riassumono nell’amore così come nel pieno solco dell’insegnamento di Paolo di Tarso.
E ribadisco che nel mio mondo, quello della “mizvà”, i comandamenti non si riassumono ma si rispettano.