Vancouver: la stupidità dei pacifinti sbarca anche alle Olimpiadi Invernali
Vandali in azione «Free Palestine» sulle bandiere di Israele
Lo spirito olimpico di Vancouver è già stato messo alla prova. La città si prepara a ospitare il mondo e ha esposto nei viali le bandiere delle nazioni partecipanti ai Giochi. Da ieri quelle di Israele mancano. In entrambi i punti in cui sventolavano sono state rovinate da vandali, su una hanno scritto “Palestina libera” e così a Vancouver hanno deciso di toglierle: “Se le rimettessimo subito quasi certamente i vandali si ripresenterebbero. Speriamo abbiano altro a cui pensare, le bandiere saranno rimpiazzate prima della cerimonia di apertura”. Mark Gurvis, capo dell’associazione ebraica di Vancouver concorda: “Non possiamo stupirci, sappiamo che la nostra bandiera è un target, soprattutto ora che il Canada è al centro dell’attenzione, siamo fieri dei nostri atleti e speriamo che la bandiera sventoli per i loro risultati».
(Fonte: La Stampa, 30 Gennaio 2010)
#1Emanuel Baroz
Vancouver, caso Israele. Le bandiere imbrattate
Vandalismo contro i vessilli con la stella di David. Gli organizzatori dei giochi invernali le rimuovono senza però sostituirle, una scelta discutibile che scatena le polemiche
di Claudio Stefanizzi
ROMA – A Vancouver tutto è pronto per ospitare la 21a edizione dei Giochi Olimpici Invernali, che prenderanno il via il prossimo 12 febbraio. Ma altrettanta prontezza hanno dimostrato anche quei vandali che, ancor prima che la manifestazione abbia inizio, hanno già trovato il modo di rovinare la kermesse. Le bandiere di tutte le nazioni partecipanti sventolano già nei viali della città canadese. Ma due sono state profanate. Quelle con la stella di David, manco a dirlo. La scritta ‘Free Palestine’, che campeggiava in bella mostra su entrambi i vessilli dello Stato ebraico, ha costretto gli organizzatori a rimuoverle. “Se le avessimo rimesse subito le avrebbero sicuramente imbrattate di nuovo”, dicono. E anche se ciò avverrà in ogni caso prima della cerimonia inaugurale, quelle bandiere mancanti, seppure solo per pochi giorni, hanno l’effetto di un pugno nello stomaco.
UN RAPPORTO TORMENTATO – Israele e le Olimpiadi, un rapporto tormentato che si arricchisce di nuovi capitoli quasi ad ogni edizione della rassegna. Del massacro di Monaco si sa tutto: 11 atleti prelevati dal villaggio e trucidati da un commando di fedayyin il 5 settembre 1972, dietro il pretesto del mancato accoglimento da parte del Cio della richiesta di partecipazione di una delegazione palestinese ai Giochi. Ma c’è stato anche dell’altro. Per citare gli episodi più recenti, nel 2008, a Pechino, un nuotatore iraniano, Mohammad Alirezaie, si rifiutò di scendere in vasca per la presenza nella stessa batteria del collega israeliano Tom Beeri, per poi ‘ribadire il concetto’ l’anno seguente ai mondiali di Roma, quando avrebbe dovuto misurarsi con un altro israeliano, Mickey Malul. Persino alle paralimpiadi, sempre a Pechino, la nazionale iraniana di basket si rifiutò di affrontare nei quarti di finale gli Stati Uniti, ufficialmente a causa di un improvviso e non gradito cambio di orario. In caso di passaggio del turno, l’Iran avrebbe trovato la vincente di Canada-Israele. E anche al di fuori dell’ambito olimpico, il mese scorso un funzionario della Federcalcio iraniana è stato addirittura costretto a dimettersi per il solo fatto di aver inviato una normalissima mail di auguri, tra le altre, anche alla Federazione israeliana.
TONI SMORZATI – Mark Gurvis, capo dell’associazione ebraica di Vancouver, preferisce non esacerbare i toni: “Non mi stupisco di quest’atto vandalico, so bene che la nostra bandiera è un target e che i Giochi Olimpici rappresentano un’occasione unica, come cassa di risonanza. Ma noi siamo fieri dei nostri atleti e speriamo che quella bandiera torni a sventolare soprattutto grazie ai loro risultati”. Probabilmente non accadrà, ma sarebbe bellissimo.
(Fonte: La Repubblica, 3 febbraio 2010)