New York Times: una lezione di giornalismo…..e di molto altro
di Maurizio Molinari
New York – Ethan Bronner è il corrispondente del “New York Times” da Gerusalemme, è sposato a un’israeliana e ha un figlio che veste la divisa di Tzahal. Alcuni gruppi di attivisti arabi hanno chiesto al giornale di richiamarlo perché “non più credibile” dopo la divulgazione delle notizie sul figlio. Il garante dei lettori ha dato loro ragione e ha sentenziato “è bene che torni”. Poi la parola è passata al direttore, Bill Keller, la cui risposta è stata: “Se rinunciassimo a Ethan per il figlio militare, poi ci chiederebbero di riunciare a mandare in Israele giornalisti sposati con israeliani e poi ci chiederebbero di non mandare dei giornalisti ebrei e poi ci sarebbero altri che ci chiederebbero di non mandare giornalisti sposati con arabi, o arabi loro stessi. Dunque Ethan resta al suo posto, anche perché fa un ottimo lavoro”. Una lezione di giornalismo, e anche di molto altro.
(Fonte: Rassegna Ucei, 17 Febbraio 2010)
#1dova cahan
Finalmente un po di giudizio anche in questo settore..l’intraprendenza araba ed islamica sta varcando ogni limite del bon ton…vogliono impadronirsi del mondo e mettere tutti in ginocchio a piacere loro….Con l’arma del petrolio si sono montati
la testa che tutti devono stare a fare cio che il loro fanatismo cieco ed irrazionale
impone ad una societa culturale e democratica…Meno male che il direttore del
New York Times non e caduto nella loro trappola…come forse altri si…
grazie
#2sammo
il direttore dle NYTimes ha dimostrato che l’informazione, quella seria, è fatta da uomini per uomini e non da burattini..
#3miranda azzolini
Quante cose nel mondo migliorerebbero se si usasse un po’ di intelligenza e di buon senso! Per me, rimane piuttosto triste il fatto che il comportamento di questo direttore che ha compiuto semplicemente il proprio dovere di essere pensante debba essere ormai annotato fra gli atti straordinari ed eroici del nostro tempo.
Sono avvilita….
#4andrea fehr
Sono d’accordo con tutti questi commenti (Miranda, Sammo, Dova). Non sono ebreo, sono cattolico e vengo da una famiglia protestante, ma mi riconosco sempre nelle riflessioni che emergono da questo sito. Che significa? Mi sembra solo di avere buonsenso, quando sento attaccare Israele o gli ebrei con dei pretesti assurdi (nel 99,9% dei casi, se non 100%) mi va il sangue al cervello come a voi…continuate, continuiamo a lottare pacificamente per fare emergere IL BUONSENSO
#5Micol
Bellissima storia, che fa onore al direttore e al suo giornale!