Armi dall’Italia verso l’Iran: arrestati due 007 di Teheran
MILANO – Proiettili, esplosivi e puntatori ottici di precisione. Fanno parte del materiale per uso militare che sarebbe dovuto partire nei prossimi giorni dall’Italia: con destinazione Teheran. Grazie a un’inchiesta milanese, 5 italiani e due agenti segreti iraniani sono stati arrestati con l’accusa di traffico illecito di armi e per non aver rispettato l’embargo verso l’Iran. Altri due 007 della Repubblica Islamica sono ricercati.
Erano tutti membri di un’organizzazione che faceva passare gli armamenti anche da Romania, Gran Bretagna, Germania e Svizzera. Per gli inquirenti il capo della banda è Alessandro Bon (43 anni), esperto di armi ed ex dipendente della Beretta. Insieme ad Arnaldo La Scala, un altro degli arrestati, ha fondato a Varese la ditta Antares srl. Da lì avrebbe gestito i movimenti. In manette anche la moglie di Bon, il titolare di una società vicentina di telecomunicazioni e un avvocato di Torino recatosi in Iran per contrattare con l’esercito.
Per quanto riguarda gli 007, uno degli arrestati faceva il corrispondente in Italia per la Tv iraniana Irib. L’altro è stato preso a Torino. E i due latitanti? Erano spesso a Dubai per facilitare il traffico di “merci”. Anche se non è indagato, la vicenda coinvolge anche un militare inglese, fermato a Londra con 100 puntatori ottici nella valigia. “Senza intercettazioni telefoniche non ce l’avremmo mai fatta”, ha detto Armando Spataro, il procuratore aggiunto di Milano.
(Fonte: City, 4 marzo 2010)
Nella foto: Le armi sequestrate dalla Guardia di Finanza
#1Emanuel Baroz
Traffico d’armi con l’Iran, nove arresti a Milano
In manette cittadini iraniani e italiani, tra di loro un avvocato torinese. L’operazione ha impedito l’esportazione di materiale bellico
La Guardia di Finanza sta procedendo all’esecuzione di nove arresti nei confronti di cittadini italiani e iraniani per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’esportazione illecita di armi e sistemi di armamento verso l’Iran, in violazione dell’embargo internazionale.
Tra le persone colpite dalle misure cautelari, ci sono anche alcuni soggetti appartenenti ai servizi segreti iraniani, in particolare sarebbero quattro gli agenti dei servizi segreti di Teheran, di questi due sono stati arrestati – Nejad Hamid Masoumi che si era accreditato come giornalista presso la sala stampa estera a Roma e Ali Damirchiloo, arrestato a Torino – mentre altri due sono irreperibili – Bakhtiyari Homayoun e Hamir Reza -, un quinto agente è stato solo perquisito.
Gli altri cinque personaggi coinvolti sono italiani, impegnati in società di import-export nel settore delle componenti per armi: Alessandro Bon – ritenuto dagli investigatori il promotore dell’organizzazione tramite la società Antares -, la sua compagna, Danila Maffei, un socio di Bon,
Arnaldo La Scala e un avvocato torinese, Raffaele Rossi Patriarca, che si sarebbe recato in Iran a contattare ufficiali dell’esercito per la compravendita degli armamenti. Infine, un altro arrestato è Guglielmo Savi, titolare di una società di telecomunicazioni.
Durante la conferenza stampa tenuta presso il Nucleo di Polizia Tributaria di Milano – a cui ha partecipato anche il Procuratore Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Milano, Armando Spataro – è stato affermato che l’operazione “Sniper” ha permesso di interrompere la fornitura di mille apparecchi ottici di precisione di produzione tedesca e di 120 giubbotti autorespiratori da immersione destinati a armamenti militari, soprattutto grazie alla collaborazione con le autorità inglesi, svizzere e romene.
L’intervento della finanza ha consentito anche di bloccare i preparativi relativi all’esportazione in Iran di un ingente quantitativo di proiettili traccianti, di esplosivi provenienti dall’est-Europa e una miscela di materiale altamente infiammabile usata nel settore militare come munizionamento, innesco esplosivo o per bombe incendiarie.
(Fonte: La Stampa, 3 marzo 2010)
#2Emanuel Baroz
SABATO 6 MARZO 2010
Sale tensione fra Italia e Iran su caso traffico armi
COMUNICATO STAMPA NUMERO 2 SULL’ARRESTO DEI TERRORISTI IRANIANI IN ITALIA
Ancora una volta vorrei ribadire la nostra netta posizione riguardo al recente arresto di uno degli agenti dei servizi segreti del regime fondamentalista dei mullah che sotto la copertura della professione del “giornalista” portava avanti la politica del terrorismo iraniano in Europa. Come ho già specificato in precedente comunicato la comunità iraniana ha accolto con grande entusiasmo il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine in campo della lotta al terrorismo e contro coloro che trasgredivano le sanzioni dell’Onu imposte al regime di Ahmadinejad.
Secondo le informazioni in mio possesso la maggior parte delle armi sequestrate venivano usate in Iraq e in Afghanistan contro le forze stranieri dislocate per il mantenimento della pace e dell’ordine in questi paesi. E’ doveroso ritenere che questa ammirabile operazione va anche considerato e apprezzato nell’ambito della salvaguardia della sicurezza dei soldati e delle forze militari italiane in Afghanistan e in altre parti del mondo.
A nome dell’Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia e di altre associazioni del mondo della dissidenza iraniana esprimo la piena solidarietà al governo italiano, al suo premier Berlusconi, al suo ministro degli esteri Franco Frattini e a tutti coloro che hanno lavorato freneticamente per scoprire questo giro terroristico iraniano. E alla fine chiedo alla magistratura italiana di non lasciarsi intimorire dalle minacce del regime iraniano e di proseguire sulla linea della fermezza e della determinazione.
Davood Karimi, presidente dell’Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia