Gattegna (Presidente UCEI) sul caso-Babini: «Ridicola successione di dichiarazioni e di smentite»
“La più bieca propaganda antisemita”, così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, definisce le presunte dichiarazioni del Vescovo Emerito di Grosseto monsignor Babini. “Stiamo assistendo a una ridicola successione di dichiarazioni e di successive smentite che non è più tollerabile. Si rischia di perdere la pazienza”, ha affermato dal canto suo il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Ma Gattegna ha voluto anche sottolineare e ricordare che tali affermazioni “non sono in linea con le tradizionali posizioni della chiesa cattolica di rispetto e amicizia con il popolo ebraico”.
“Nel prendere atto della successiva smentita, le Comunità ebraiche si augurano – spiega ancora Gattegna – che le gerarchie ecclesiastiche e gli organismi rappresentativi dell’episcopato italiano vogliano fare chiarezza sull’episodio, sulla confusione mediatica che ne è derivata e sulle eventuali responsabilità”.
Di dichiarazioni “gravi, insulse e offensive dell’intelligenza umana” ha invece parlato il Consigliere Ucei Gadi Polacco definendo l’accaduto “uno scivolone concettuale e di pessimo gusto che cade neanche a farlo apposta, alla vigilia delle celebrazioni del Giorno della Shoà“. “Appare però in giornata la smentita di Babini – dice ancora il Consigliere – alla quale segue invece la conferma del sito Pontifex che dichiara di avere anche i nastri delle dichiarazioni e a questo punto – invita a riflettere Polacco – chi è che complotta veramente?”.
“Se lo scopo è quello di distrarre l’opinione pubblica dalle responsabilità di alcuni e isolati casi di presunta pedofilia, cavalcando gli stereotipi più retrivi dell’antisemitismo cattolico preconciliare – ha spiegato invece Pacifici – auspichiamo oggi più che mai lo spirito che ha accompagnato, con forte emozione, la visita di Benedetto XVI in sinagoga. Una visita che riteniamo utile alla società civile tutta nello spirito del dialogo e del confronto fra ‘fratelli'”. Il presidente della Comunità Ebraica romana ha poi ringraziato il portavoce della sala stampa vaticana, padre Lombardi, per “lo sforzo profuso in queste settimane nel ricucire questi constanti strappi e che ci fa guardare al futuro con ottimismo. Ci appelliamo però ai vescovi italiani tutti a una presa di posizione inequivocabile che chiarisca quale è il loro pensiero e la loro considerazione del mondo ebraico al di là della tormentosa e complicata vicenda che sta vivendo il vaticano a causa delle accuse di queste settimane”.
(Fonte: Notiziario Ucei, 12 aprile 2010)
Nella foto: monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto
#1Emanuel Baroz
«Che ci sia un’epidemia?»
di Anna Foa
Molti anni fa, feci una lezione di aggiornamento sulla storia degli ebrei agli insegnanti di religione della diocesi di Napoli. Un enorme anfiteatro pieno di docenti attentissimi, un monsignore, l’organizzatore del corso, seduto accanto a me. Alla fine, dopo molte domande, un professore chiese dal fondo: “Ma se gli ebrei hanno subito tutte queste persecuzioni, non ci sarà la mano di Dio?”. Il monsignore accanto a me si agitò sulla sedia come se fosse diventata incandescente e poi mi sussurrò all’orecchio: “Non si preoccupi, lo teniamo d’occhio, ma non possiamo licenziarlo, tiene famiglia!” Ecco, immagino che il vescovo emerito di Grosseto, monsignor Babini, che ha fatto al blog Pontifex dichiarazioni decisamente antisemite, non tenga famiglia, ma data la rapidità della smentita, e il suo tono chiaramente farina del sacco della Santa Sede, evidentemente lo si tiene d’occhio lo stesso. Certo, dopo che i buoi sono già scappati dalla stalla. Le sue dichiarazioni erano così folli che, più che scomodare l’antisemitismo, bisognava forse pensare a qualche problema d’età o di testa. Ma intanto sabato, sullo stesso blog, il vescovo emerito di Foligno, monsognor Arduino Bertoldo, ribadisce il concetto: gli ebrei sono deicidi, nemici della Chiesa, e si sentono sempre il popolo eletto. Che si convertano e la piantino. Che ci sia un’epidemia?
(Fonte: Notiziario Ucei, 12 aprile 2010)
#2alfonso margani
Io invece dico che sono stufo di tutta questa pazienza e che si dovrebbe passare all’azione con toni ben più duri. Fino a quando continueremo a cerdere di poter lavorare di fioretto con gente che adopera la clava e il cannone? svegliatevi una buona volta, e tanto per cominciare buttate fuori da israele certe suore,preti e frati che fanno semplicemente comunella con i palestinesi e i negazionisti.