“Collaborazionisti” uccisi a Gaza, è scontro Hamas-Fatah
Il conflitto tra Fatah e Hamas trova un nuovo terreno di scontro. Questa volta a mettere l’uno contro l’altro i due principali partiti palestinesi è la fucilazione di due presunti collaborazionisti di Israele, avvenuta la scorsa settimana nella striscia di Gaza controllata dal 2007 dal movimento islamico.
Salam Fayyad, primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) controllata da Fatah, ha duramente condannato l’esecuzione e ha posto l’attenzione sulle condanne a morte comminate negli ultimi anni nell’enclave palestinese, definite “illegali e incostituzionali”, oltre che “lesive dei diritti umani”. Fayyad ha poi affermato che la pena capitale nei Territori palestinesi può essere applicata solo con l’autorizzazione del presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
I richiami del dirigente di Fatah (e le proteste delle organizzazioni per i diritti umani) non sono stati però raccolti da Hamas, che anzi ha fatto sapere subito che le esecuzioni capitali dei collaborazionisti non si fermeranno. “Il mio ministero – ha detto il responsabile degli Interni del movimento islamico, Fathi Hamad – non continuerà a giustiziare traditori e collaborazionisti (…) e il governo non esiterà ad attuare le condanne a morte di tutti coloro che hanno danneggiato i nostri interessi nazionali”.
Mohammad Ismail e Nasser Abu Freh, i due presunti collaborazionisti fucilati la scorsa settimana, erano stati processati davanti a una “corte militare” e riconosciuti colpevoli di spionaggio a favore del “nemico sionista”, compiuto durante l’offensiva Piombo Fuso condotta da Israele tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009.
(Fonte: Osservatorio Iraq, 20 aprile 2010)