Odio, insulti, falsità. L’orrore antisemita dilaga su Internet
Milano, allarme del Centro di documentazione ebraica: “Cospirazioni giudaiche, racket sul traffico d’organi, aumento di siti negazionisti”
di Stefania Consenti
MILANO, 4 maggio 2010 – È boom dell’antisemitismo online. Se nel ’95 ne esisteva solo uno, oggi nel mondo si contano 8mila siti e blog antiebraici. Una miriade di spazi nel social network, forum e chat che ripropongono gli orrori classici dell’odio antisemita con l’aggravante della pervasività del mezzo. E, in Italia, tra i 40 e i 50 quelli di rilievo.
A dare l’allarme è l’Osservatorio dell’antisemitismo del Cdec di Milano (Centro di documentazione ebraica contemporanea). Una puntuale rassegna di siti antisemiti è stata presentata da Stefano Gatti, dell’Osservatorio, ascoltato come esperto, insieme ad Andrè Oboler, giovane ricercatore australiano, in un’audizione in Parlamento nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sull’antisemitismo, svolta dalle Commissioni Esteri e Affari Costituzionali congiunte.
“Sul web si trova di tutto — precisa Gatti che ha suddiviso i siti in quattro gruppi —. C’è un classico sito catto-integralista come Holy War, che ripropone, tra l’altro, il falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion. E ci sono pagine web che presentano il tema della cospirazione giudaica per impadronirsi del mondo. Siti anticonciliari. Nostalgie ariane. Siti apertamente negazionisti. L’agenzia Infopal, sulle cui pagine web si parla anche di ‘pulizia etnica sionista’. Fino ad arrivare a spazi online che diffondono la calunnia che vedrebbe gli ebrei impegnati in un racket internazionale del traffico di organi”.
Gruppi sdoganati da internet. Prima scrivevano su riviste di settore, difficili da divulgare e soprattutto da acquistare. Si pensi al film Süss l’ebreo, proibito in Germania e Francia e facilmente scaricabile dalla Rete in tutte le lingue. Come ha spiegato anche Oboler, “l’impatto dei social media è 50 volte più potente rispetto ai mezzi convenzionali della carta stampata”.
Oboler ha studiato l’aspetto della diffusione dell’antisemitismo online a livello globale sviluppando un concetto di ‘Antisemitismo 2.0’, cioè la sempre più diffusa accettazione nel mondo di internet dell’antisemitismo, o di altri atteggiamenti discriminatori che la società reale in cui viviamo ha imparato a ripudiare. Uno fra i siti più gettonati è Holy War, gestito da un italo-norvegese. Ricco di materiale antiebraico e vignette terribili, è da più di 15 anni online. L’Osservatorio del Cdec (le cui ricerche sono finanziate anche con i proventi dell’8 per mille all’Ucei, Unione delle Comunità ebraiche italiane) ha censito anche i siti negazionisti, cresciuti negli ultimi anni. Nove quelli più corposi. E Marcello Pezzetti, storico della Shoah, auspica che il nuovo Museo della Shoah non si occupi soltanto di Memoria, ma anche di denunciare e combattere ogni forma di antisemitismo.
(Fonte: Quotidiano.net, 4 maggio 2010)
Nella foto: la copertina del libro “Il ritorno dell’antisemitismo”, di Gabriel Schoenfeld, edizioni Lindau, 2005, un libro di cui consigliamo la lettura
#1Emanuel Baroz
Convegno a Roma sui siti dell’odio
Boom dell’antisemitismo on line
di Valeria Pannuti
Allarmante il quadro che e’ emerso dall’incontro “Antisemitismo on line: non cadere nella rete”, organizzato a Roma dal Bene’ Berith giovani insieme alla Consulta della Comunita’ ebraica di Roma
Roma, 29-04-2010 – L’antisemitismo non e’ un problema ebraico, e’ un problema che riguarda la societa’. Questo il messaggio chiave dell’esperto Andre’ Oboler, coordinatore del Comitato per la lotta all’antisemitismo online per il ‘Forum globale contro l’antisemitismo’, intervenuto ad un convegno a Roma.
Allarmante il quadro che e’ emerso dall’incontro “Antisemitismo online: non cadere nella rete”, organizzato dal Bene’ Berith giovani insieme alla Consulta della Comunita’ ebraica di Roma, che si e’ tenuto a palazzo Valentini, sede della Provincia.
Un boom di siti e spazi nei social network, blog, forum, chat, che ripropongono tutti gli orrori classici dell’odio antisemita, con l’aggravante della pervasivita’ del mezzo e della difficolta’ nel perseguire i responsabili.
Antisemitismo 2.0. Cosi’ chiama Andre’ Oboler questo nuovo fenomeno, che segue l’evoluzione della rete, attraverso percorsi sempre piu’ interattivi.
Il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha evidenziato proprio le difficolta’ che si incontrano quando si tenta di perseguire siti web con contenuti antisemiti, soprattutto quelli con sede sociale all’estero. E ha richiamato l’attenzione su quanto sia rischioso mettere dati e informazioni personali, sui social network dove non di rado si incontrano identita’ virtuali false.
“Il fenomeno dell’antisemitismo online, specie con la costante diffusione dei social network, costituisce uno degli aspetti piu’ rilevanti dell’antisemitismo odierno”, spiega l’onorevole Fiamma Nirenstein, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati (Pdl).
“La polizia postale e rapporti di esperti indicano come ci sia un boom di siti che diffondono un vasto raggio di teorie antisemite: dalla cospirazione giudaica per impadronirsi del mondo (con un revival nella diffusione del falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion), a forme aberranti di anti-israelismo, che descrivono Israele come la nuova potenza genocida che non ha diritto di esistere”, aggiunge Fiamma Nirenstein. Che cita il rapporto, curato dal Centro studi dell’ Universita’ di Tel Aviv sull’antisemitismo e sul razzismo: una conferma del netto aumento degli episodi di violenza a sfondo antisemita nel mondo. Nel 2009 sono stati registrati 1.129 episodi violenti di antisemitismo, il doppio di quelli avvenuti nel 2008 (559). Da qui l’importanza anche – spiega l’onorevole – della Commissione di indagine sull’antisemitismo: il Parlamento e’ poi obbligato a prendere delle misure.
Da Facebook a Myspace a Youtube, l’odio antisemita si moltiplica in modo esponenziale sulla rete, spiega spiega Adre’ Oboler, mentre su un grande schermo scorrono le immagini impressionanti di alcuni dei tanti siti che negano la Shoah, o di gruppi neonazisti e rappresentanti del cosiddetto “orgoglio bianco”.
Anche la musica fa la sua parte. Band neonaziste diffondono le loro idee disgustoste al ritmo rock o techno o metal. Un gruppo si chiama senza tanti giri di parole “Jew slaughter”, “Massacra l’ebreo”.
L’impatto dei social media – spiega Oboler – e’ 50 volte piu’ potente rispetto ai mezzi convenzionali della carta stampata. Ed e’ in grado di veicolare e fare apparire socialmente accettabile l’antisemitismo. Accettare l’antisemitismo significa minare i legami stessi e i valori di una societa’, alimentando la cultura dell’odio, del razzismo fino ad alimentare il comportamento antisociale.
Una rassegna di siti antisemiti italiani e’ stata presentata da Stefano Gatti, redattore del portale Osservatorio Antisemitismo del Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea).
Siti che sovrappongono spesso antisionismo a stereotipi antiebraici.
A volte in un sito che si presenta solo come antisionista possono emergere poi stereotipi antiebraici. Magari attraverso link a siti amici, e collaborazioni incrociate con spazi web che portano dritti ai ‘Protocolli di Sion’, o alle ‘Omelie contro gli ebrei’ di San Giovanni Crisostomo, o che parlano dei complotti mondiali ebraici, etc.
Oppure vengono pubblicate vignette offensive che usano immagini legate alla dolorosa memoria della Shoah per esprimere un’opinione politica.
Tra i siti elencati da Stefano Gatti c’e’ un classico della propaganda nazista come Holywar, che ripropone, tra l’altro, proprio il falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion. Nostalgie ariane. Siti apertamente negazionisti. Pagine web che ripropongono il tema della cospirazione giudaica per impadronirsi del mondo. Siti catto-integralisti e anticonciliari. L’agenzia Infopal, sulle cui pagine web si parla anche di “pulizia etnica sionista”. Blog personali di propaganda antiebraica.
Fino ad arrivare a spazi on line che diffondono la ripugnante calunnia, partita da un giornale svedese, che vede gli ebrei impegnati in un racket internazionale del traffico di organi.
Spesso gli utenti sottovalutano i rischi che incorrono nel dare informazioni personali e delicate, ha detto l’esperto di social network Alex Zarfati. Da qui, l’importanza per esempio che gli utenti Facebook, personalizzino le impostazioni della privacy in modo da essere garantiti il piu’ possibile. Attraverso una identita’ falsa, si riesce ad avere informazioni su riunioni, celebrazioni religiose, o addirittura feste private.
Un auspicio che il nuovo Museo della Shoah si occupi non soltanto di Memoria, ma anche di denunciare e combattere ogni forma di antisemitismo, e’ arrivato da Marcello Pezzetti, storico della Shoah.
Andre’ Oboler, e Stefano Gatti, sono stati ascoltati come esperti in un’audizione in Parlamento nell’ambito dell’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo, svolta dalle commissioni Esteri e Affari Costituzionali congiunte.
Importante una attenzione istituzionale, per non trattare con leggerezza o sminuire il fenomeno. Trattandolo magari come ‘folklore’ o violenza “solo” verbale. Infatti, come scrive Jeff Jacoby , spiega Oboler, gli ebrei ” sono il canarino nella miniera di carbone della civilta’. Quando diventano oggetto di ferocia e odio, vuol dire che l’aria e’ avvelenata, e l’esplosione sta per arrivare”.
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=140229