Boicottaggio prodotti “Made in Israel”: la Conad smentisce…ma non chiarisce!
Per correttezza riportiamo integralmente la nota dell’Ufficio Stampa della Conad, che smentisce le notizie circolate tra ieri ed oggi riguardanti il boicottaggio nei confronti dei prodotti “Made in Israel”, la quale però non ci convince perchè non risponde ad una domanda che secondo noi è fondamentale per capire la vicenda: come mai la Conad ha ritenuto necessario inoltrare questo tipo di richiesta alla Agrexco dopo aver ricevuto pressioni da parte dei soliti pacifinti? Ed inoltre: questo tipo di richiesta viene effettuata normalmente per tutti i prodotti provenienti dall’estero o è stata fatta una “eccezione” solamente per questo caso?
Conad: «Nessun boicottaggio»
La nota del gruppo dopo la notizia diffusa da organizzazioni umanitarie (organizzazioni umanitarie?! Brrr….)
MILANO – Non un boicottaggio, nessuna sospensione delle forniture. Conad precisa così la propria posizione dopo le notizie riportate dalla stampa sul blocco di un prodotto prodotti proveniente da Israele.
«In merito alle notizie apparse sulla stampa circa la denuncia da parte di alcune organizzazioni umanitarie relativa alla commercializzazione di prodotti che sarebbero stati coltivati nei Territori Occupati della Palestina (Territori contesi, prego!) , – si legge in una nota del gruppo – si puntualizza quanto segue:
-non è in atto alcuna attività di boicottaggio da parte di Conad; a lanciare campagne di boicottaggio sono le associazioni delle diverse parti in causa che vorrebbero coinvolgere e condizionare Conad, come ben si evince dalle oltre 600 pagine web;
-come già precisato nella nota diffusa alle agenzie, Nordiconad non ha intrapreso alcuna azione di boicottaggio, ma ha solo richiesto informazioni al fornitore;
-quanto sia strumentale questa vicenda lo testimonia il fatto che il prodotto in questione – il pompelmo proveniente da Israele – ha una sua stagionalità che, come ben sanno gli operatori, si è conclusa ad aprile; quando le produzioni di pompelmo saranno nuovamente disponibili, le forniture proseguiranno regolarmente; (ma siamo proprio sicuri che la questione riguardava solamente il pompelmo della Jaffa? Abbiamo i nostri dubbi….)
-Conad, contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di informazione, non ha mai sospeso forniture di prodotti – ortofrutta o altro – da Israele.
Diffidiamo pertanto ogni soggetto dal lanciare o riportare notizie imprecise, non veritiere e già destituite da ogni fondamento.
Conad si riserva infine di tutelare il proprio nome e gli interessi della catena in ogni sede competente.
#1Emanuel Baroz
MO: ISRAELE RISPONDE A COOP E CONAD, ORIGINE PRODOTTI CHIARA
(ANSA) – TEL AVIV, 25 MAG – «I prodotti agricoli freschi esportati dalla Agrexco sono segnati ed identificati nel rispetto delle regole e delle direttive europee»: lo ha affermato oggi la portavoce della società israeliana a partecipazione statale, Shira Segal Kuperman, commentando il blocco temporaneo imposto in Italia dalla Coop e dalla Conad ai prodotti importati da Israele per l’asserita impossibilità di distinguere esattamente da parte del consumatore quali di essi giungano da insediamenti ebraici in Cisgiordania. Ogni gruppo di pedane di prodotti agricoli freschi è accompagnato da documenti aerei che precisano la loro origine, ha sottolineato la portavoce.
«Una quantità modesta di prodotti freschi che proviene dalla valle del Giordano (0,4%) è identificata separatamente e trattata di conseguenza», ha precisato, spiegando che questa è accompagnata da una documentazione distinta, così come avviene per le relative tasse doganali.Agrexco esporta in Italia in prevalenza avocado e agrumi provenienti, secondo la portavoce, dalla zona centrale di Israele. Finora, in ogni caso, le esportazioni verso l’Italia proseguono senza alcun cambiamento. (ANSA).
#2Emanuel Baroz
ALIMENTI: VERNETTI (API), BOICOTTARE PRODOTTI ISRAELE È ATTO RAZZISTA E INTOLLERANTE
Roma, 25 mag. – (Adnkronos) – «Penso che la scelta di Coop e di Conad di boicottare i prodotti agricoli di Israele sia un fatto di una estrema gravità, che denota una cultura razzista e intollerante che ritenevo estranea al movimento cooperativistico». Lo ha sottolineato in una nota Gianni Vernetti, deputato di Alleanza per l’Italia e già sottosegretario agli Affari esteri. «La motivazione della non tracciabilità dei prodotti – ha proseguito Vernetti – è grottesca e il risultato che si ottiene non è altro che alimentare una pericolosa cultura del disprezzo nei confronti dello stato democratico di Israele».
«Voglio ricordare ai dirigenti di Coop e Conad che Israele è un paese con una democrazia matura (l’unica purtroppo in Medio Oriente), con stampa libera, multipartitismo, diritti umani e diritti sindacali pienamente rispettati. I lavoratori israeliani e palestinesi delle fabbriche e delle aziende agricole di Israele – ha proseguito Vernetti – godono degli stessi diritti ed hanno eguale rappresentanza sindacale».
«E la stessa libertà politica e sindacale non c’è purtroppo in molti paesi asiatici ed africani i cui prodotti abbondano negli scaffali degli Ipermercati di Coop e Conad. Da un’azienda come la Coop – ha concluso Vernetti- che tanti vantaggi ha avuto dal collateralismo con la politica, ci si aspetterebbe maggiore sobrietà e pacatezza».
#3esperimento
In un’email privata la Conad ha aggiunto quanto segue: “Il fornitore ci ha inviato una pronta risposta, che possiamo considerare esaustiva. Ci ha infatti assicurato di poter garantire la completa rintracciabilità delle forniture e ha certificato che la totalità (99,6%!) dei prodotti da esso importati da quelle aree proviene dallo Stato di Israele e non dai territori che l’Onu ha dichiarato illegalmente occupati. Per quanto ci riguarda, la risposta è più che sufficiente a rassicurarci.
Per quanto concerne la questione israeliano-palestinese, Conad non si è mai schierata per una parte. Conad è una catena distributiva a cui non compete esprimersi in merito ad una questione tanto complessa ed ampia. E’ invece compito di Conad dare risposte puntuali alle sollecitazioni dei propri consumatori e vigilare, nei limiti delle proprie competenze, sul rispetto dei capitolati di produzione per quanto riguarda sia gli aspetti igienico-sanitari, sia quelli relativi alla osservanza delle prescrizioni di legge (diritto dei lavoratori, rispetto della legalità, ecc.), specie se vi è una segnalazione in merito.
Relativamente all’associazione del nome di Conad all’antisemitismo, riteniamo che si tratti di affermazioni che nessuno avrebbe il diritto di fare con leggerezza, ragion per cui ci tuteleremo in tutte le sedi opportune.”
“Non si è schierata da una parte”, ma è “contro l’occupazione” (guarda caso però non si esprime sul terrorismo palestinese eh?). Questa storia puzza un po’ anche a me!
A proposito di questo un paio di segnalazioni/considerazioni che forse qualcuno di voi avrà già ricevuto: qui http://www.peacelink.it/mosaico/a/31859.html si può trovare l’elenco delle associazioni (a delinquere?) che stanno portando avanti l’istigazione al boicottaggio
Qui, invece: http://rete-eco.it/it/gruppi-ebraici/rete-eco/13321–appello-stop-agrexco-italia.html curiosamente al posto di una lettera accentata ce n’è una araba. Come è stato notato: Caratteri strani vengono fuori solitamente quando si digitano segni incompatibili con il programma in cui vengono pubblicati; spesso accade con le lettere accentate, come in questo caso. E i segni che vengono fuori sono segni alternativi messi a disposizione dal programma: in quelli europei vengono fuori quadratini, in quelli ebraici vengono fuori lettere ebraiche. Qui è venuta fuori una lettera araba.
Ergo…
#4Emanuel Baroz
@ esperimento: in effetti quella che ci segnali è una strana casualità……eh si, è proprio una casualità…;-)
#5Ufficio Stampa Conad
Riteniamo corretto rispondere alle domande che ci vengono poste.
Come già da noi precisato in altre sedi, al fornitore è stato richiesto di certificare mediante dichiarazione e documentazione di supporto che la produzione agricola all’origine avvenga nel rispetto del capitolato di fornitura e delle condizioni di legalità prescritte dal diritto nazionale e sovranazionale.
E’ infatti compito di Conad dare risposte puntuali alle sollecitazioni dei propri consumatori e vigilare, nei limiti delle proprie competenze, sul rispetto dei capitolati di produzione per quanto riguarda sia gli aspetti igienico-sanitari, sia quelli relativi alla osservanza delle prescrizioni di legge (diritto dei lavoratori, rispetto della legalità, ecc.), specie se vi è una segnalazione in merito.
Informazioni di questo tipo vengono richieste ogni volta che avvengono segnalazioni di non conformità, che andiamo a verificare nell’ambito delle nostre competenze. In molti casi le risposte dei fornitori, considerate esaurienti, vengono poi archiviate. In altri casi – come ad esempio quello che ha coinvolto un fornitore di peperoncino rosso che non è stato in grado di produrre documentazione sufficiente comprovante il non utilizzo del colorante Sudan Rosso 1 (area Far-east) – l’istruttoria si è conclusa con l’esclusione del fornitore.
Ufficio Stampa Conad
#6Ufficio Stampa Conad
Riteniamo corretto rispondere alle domande che ci vengono poste.
Come già precisato in altre sedi, al fornitore è stato richiesto di certificare mediante dichiarazione e documentazione di supporto che la produzione agricola all’origine avvenga nel rispetto del capitolato di fornitura e delle condizioni di legalità prescritte dal diritto nazionale e sovranazionale.
E’ infatti compito di Conad dare risposte puntuali alle sollecitazioni dei propri consumatori e vigilare, nei limiti delle proprie competenze, sul rispetto dei capitolati di produzione per quanto riguarda sia gli aspetti igienico-sanitari, sia quelli relativi alla osservanza delle prescrizioni di legge (diritto dei lavoratori, rispetto della legalità, ecc.), specie se vi è una segnalazione in merito.
Informazioni di questo tipo vengono richieste ogni volta che avvengono segnalazioni di non conformità, che andiamo a verificare nell’ambito delle nostre competenze. In molti casi le risposte dei fornitori, considerate esaurienti, vengono poi archiviate. In altri casi – come ad esempio quello che ha coinvolto un fornitore di peperoncino rosso che non è stato in grado di produrre documentazione sufficiente comprovante il non utilizzo del colorante Sudan Rosso 1 (area Far-east) – l’istruttoria si è conclusa con l’esclusione del fornitore.
Ufficio Stampa Conad
#7Alberto Pi
il caso
Coop, Conad e il no al made in Israel:«Sospensione, non è un boicottaggio»
Raisi: «Scelta razzista, straccio la mia tessera da socio»
Niente più agrumi Jaffa e frutta Jordain Plains, e neanche vini del Golan. Coop e Conad hanno deciso di escludere dai propri scaffali i prodotti che arrivano dagli insediamenti israeliani in Cisgiordania, da quei «territori» sparsi a macchia di leopardo dove i coloni israeliani vivono gomito a gomito con i palestinesi in perenne stato di tensione. La notizia ha scatenato un vortice di precisazioni da parte dei due colossi della grande distribuzione che smentiscono la tesi del boicottaggio: sui prodotti, si giustificano, non è precisato il luogo di provenienza.
Insomma, l’etichetta Made in Israel non basterebbe. Per tutelare il consumatore, dicono, bisogna chiarire che vini e agrumi arrivano dai territori occupati. «È una sospensione commerciale e non ideologica, sollecitata dalla nostra base sociale», spiega la portavoce di Ancc, l’associazione cooperative di consumatori che rappresenta al livello nazionale il movimento cooperativo (incluso il marchio Coop Italia, con sede a Casalecchio, che fa la parte del leone). Poi in una nota, Coop entra nel dettaglio: «Non accettiamo accuse di razzismo o di discriminazione nei confronti di Israele».
Le pressioni dal basso, però, hanno giocato un ruolo non da poco in questa vicenda. Coop riconosce che la richiesta di sospendere l’approvvigionamento è avvenuta «a seguito di richieste dei propri soci e consumatori in merito all’origine di alcuni prodotti ortofrutticoli etichettati Made in Israel, ma potenzialmente provenienti anche dai territori occupati». Poi: «Vogliamo valutare se esistono possibilità di specificare maggiormente l’origine. Siamo fiduciosi di poter trovare, con la collaborazione del fornitore, una soluzione».
Arriva anche la precisazione di Conad: «Non è in atto alcuna attività di boicottaggio. Abbiamo solo richiesto informazioni al fornitore. Quanto sia strumentale questa vicenda lo testimonia il fatto che il prodotto in questione, il pompelmo proveniente da Israele, ha una sua stagionalità che si è conclusa ad aprile; quando le produzioni di pompelmo saranno nuovamente disponibili, le forniture proseguiranno regolarmente».
Le primizie di cui si parla, distribuite in Italia dal marchio israeliano Agrexco, sono però da tempo al centro di una campagna di boicottaggio (con tanto di sito internet: stopagrexcoitalia.org). Secondo i firmatari della campagna, Agrexco «è il principale esportatore delle colonie illegalmente costruite nei territori palestinesi occupati ed è direttamente coinvolta nel sostegno economico delle colonie israeliane in Cisgiordania». Difficile pensare che questa mobilitazione non abbia pesato nella volontà di Coop e Conad di stoppare i prodotti «incriminati». Nella polemica entra anche il deputato bolognese del Pdl Enzo Raisi: «La scelta di Coop e Conad è pretestuosa e razzista verso Israele. Dalla mia esperienza come membro della commissione Attività Produttive in parlamento posso assicurare che oggi è impossibile garantire per la quasi totalità dei prodotti che non siano stati trasformati in paesi colpiti da sanzioni dell’Onu. Restituirò la mia tessera Coop, di cui ero socio pur essendo un uomo di destra».
Pierpaolo Velonà
26 maggio 2010
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2010/26-maggio-2010/coop-conad-no-made-israel-sospensione-non-boicottaggio-1703086209222.shtml
#8Daniel
Frattini: “Coop contro israeliani”. “Boicottaggio loro prodotti è razzista”
Un’iniziativa che “introduce nella dinamica del mercato un elemento di razzismo estremamente pericoloso”. Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha commentato da Washington la decisione di Coop e Conad di sospendere la vendita di alcuni prodotti ortofrutticoli israeliani provenienti dai Territori palestinesi occupati.
Si tratta, ha proseguito il ministro, di una “iniziativa pericolosa e affrettata” che “accomuna questioni politiche ed economiche e danneggia lo sviluppo dell’intera area”. E ha aggiunto: “Scegliere un prodotto sulla base della provenienza e non della qualità rischia di innescare dinamiche di tipo razzista”, a maggiore ragione in questo caso, “in cui la questione viene fatta con riferimento ai prodotti israeliani, perché sono ebrei”.
Tra l’altro, ha sottolineato Frattini, “nei Territori occupati lavorano decine di migliaia di palestinesi, quindi questa iniziativa può incidere sull’economia dei Territori che dà lavoro ai palestinesi”. Secondo il titolare della Farnesina, bisogna piuttosto “continuare a rafforzare l’impegno per la pace”.
#9Daniel
ISRAELE: CONAD REPLICA A FRATTINI, MAI INTERROTTA VENDITA PRODOTTI
(AGI) – Bologna, 26 mag. – “Conad non ha mai interrotto la vendita di prodotti agricoli israeliani e i consumatori possono tuttora continuare ad acquistare tali prodotti nella rete Conad”: e’ quanto ribadisce in una nota il consorzio nazionale dettaglianti Conad a proposito delle polemiche di questi giorni sulla sospensione della vendita di tali prodotti da parte di Conad e Coop.
Conad fa riferimento anche alle dichiarazioni sull’argomento rilasciate oggi a Washington dal Ministro degli Esteri Frattini – che ha paventato il rischio di razzismo parlando di ‘iniziativa pericolosa’ – e dice al proposito: “Vorremmo sperare, complice evidentemente la distanza che separa Waghington dall’Italia, che sia stato male informato”.
Conad ieri in una nota aveva espresso la propria posizione di contrarieta’ “a qualsiasi forma di boicottaggio” dei prodotti coltivati in Israele dicendo che si era solo limitata a chiedere “informazioni al fornitore”. (AGI) Mir
#10Sharon
voglio solo fare notare che mentre Conad cerca di smentire il proprio coinvolgimento (parlando addirittura di “diffide”), sul sito di “Stop Agrexco” continua a essere presente questo comunicato (insieme a tante altre cose), sotto la dicitura: Una prima vittoria per la campagna
COOP e Nordiconad interrompono la commercializzazione dei prodotti delle colonie nei territori palestinesi occupati
Un importante risultato della campagna di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro l’apartheid israeliano
22 maggio 2010 – A seguito della campagna di pressione della coalizione italiana contro la Carmel-Agrexco, due importanti catene italiane di supermercati, COOP e Nordiconad, hanno dichiarato la sospensione della vendita dei prodotti Agrexco, principale esportatore di prodotti agricoli da Israele e dalle colonie israeliane illegali nei Territori Palestinesi Occupati. Nordiconad è il gruppo cooperativo con funzione di centro di acquisto e distribuzione di CONAD che opera in nord Italia. Il direttore di Nordiconad, dott. Covili, ha dichiarato che dalla fine di aprile ogni prodotto riconducibile ad Agrexco non è più nei loro supermercati. COOP Italia nella persona del Dott. Zucchi, direttore qualità di COOP Italia, ha invece affermato che esiste un problema di tracciabilità commerciale, ovvero che il consumatore non è in grado di verificare se il prodotto in questione provenga o meno dai territori occupati. Pertanto COOP Italia ha deciso di “sospendere l’approvvigionamento di prodotti provenienti dai territori occupati”.
La campagna di pressione sulle aziende della grande distribuzione ha preso il via a gennaio di quest anno dopo un incontro nazionale della coalizione Stop Agrexco a Savona, dove arrivano le navi container di Agrexco per la distribuzione in Italia. Viene coordinata a livello europeo con movimenti analoghi, inclusa la Coalition Contre Agrexco in Francia, che riunisce più di 90 associazioni nell’obbiettivo comune di opporsi all’insediamento della ditta israeliana al porto di Sete (Languedoc-Roussillon). In Italia, clienti e soci Coop e associazioni attive nella campagna hanno iniziato a inviare lettere di protesta alle riviste dei consumatori Coop per chiedere di ritirare dalla vendita le merci prodotte nelle colonie dei territori occupati. Questa iniziativa è stata estesa anche a CONAD. La campagna è culminata il 30 marzo, quando in occasione della giornata della Giornata della Terra Palestinese e del BDS Day, manifestazioni, sit in e azioni informative si sono coordinate nei supermercati di varie città italiane. Dopo queste azioni è iniziata una corrispondenza con le dirigenze di COOP e CONAD, a cui sono seguiti contatti diretti e incontri con rappresentanti della Coalizione italiana Stop Agrexco. Negli incontri i rappresentanti di Stop Agrexco hanno documentato ulteriormente in maniera puntuale la denuncia della commercializzazione illegale di prodotti provenienti dalle colonie e della situazione di violazione della legalità internazionale e dei diritti umani in Palestina che caratterizza la produzione di quelle merci
Il risultato ottenuto grazie alle pressioni messe in campo da consumatori responsabili, soci e attivisti è senza dubbio positivo. Tuttavia gli attivisti e le attiviste di Stop Agrexco continueranno a vigilare se alle dichiarazioni seguiranno i fatti, e invitano tutti e tutte a partecipare a questa lotta per il rispetto del diritto internazionale, e la libertà e l’autodeterminazione del popolo palestinese.
Contatti:
Stop Agrexco Italia
333 11 03 510
[email protected] Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Ulteriori informazioni sulla campagna contro l’Agrexco sono disponibili sul sito internet della coalizione: http://www.stopagrexcoitalia.org
Scarica la risposta della COOP Italia
CHI È L’AGREXCO: Agrexco Agricultural Export Company Ltd.è il principale esportatore di prodotti agricoli israeliani, inoltre commercializza il 60-70% di frutta, verdura, fiori e erbe aromatiche prodotte nelle colonie costruite illegalmente in territorio Palestinese. La società è stata fondata nel 1956, è per metà di proprietà dello stato Israeliano che ne detiene il 50% delle azioni. La Agrexco ha circa 500 dipendenti e sedi in Europa, Giappone e USA. Nel 2008 il ministero delle finanze israeliano ha deciso di privatizzare la società, anche se ad oggi la privatizzazione non e’ ancora effettiva. Durante un processo tenutosi in Inghilterra nel 2004, il direttore generale della Agrexco UK, Amos Orr, ha testimoniato che la Agrexco commercializza il 60-70% di tutti i prodotti provenienti dalle colonie israeliane. Nello stesso sito della Agrexco vengono pubblicizzati dei fichi provenienti da Masuah, una colonia della Valle del Giordano. Questi prodotti, insieme ai prodotti provenienti da Israele sono distribuiti sotto il marchio “Carmel” . L’80% dei prodotti della Agrexco viene esportato e venduto in Europa, principalmente in Inghilterra. A partire dall’estate 2009 l’Italia contribuisce a distribuire i prodotti illegali delle colonie, offrendo uno dei due principali porti di attracco Europei per le navi Agrexco a Vado Ligure, Savona.
LA CAMPAGNA BDS: Nel 2005 la società civile palestinese ha formulato una proposta unitaria ai movimenti internazionali di solidarietà: individuare modalità di boicottaggio di prodotti israeliani, disinvestimento da attività commerciali in Israele, sanzioni sullo Stato di Israele, boicottaggio accademico o culturale delle istituzioni israeliane che collaborano con l’occupazione e l’Apartheid o che non prendono posizione contro queste cose. Tutte queste richieste sono state formulate coerentemente nella campagna BDS (www.bdsmovement.org). Il movimento di BDS ha già collezionato molti successi (ad esempio contro le compagnie Veolia, Africa-Israel, Motorola) ed ha trovato adesioni in organizzazioni della società civile, accademiche, sindacali e governative di tutto il mondo, Israele inclusa. Tutti i sindacati degli stessi lavoratori palestinesi, sfruttati come forza lavoro a basso costo nelle società e piantagioni israeliane, sono tra i promotori della campagna di BDS.
STOP AGREXCO ITALIA: La coalizione italiana contro la Carmel-Agrexco è nata nell’autunno del 2009 a seguito di una conferenza a Pisa sulla campagna internazionale di boicottaggio disinvestimento e sanzioni (BDS), la risposta nonviolenta della società civile palestinese all’occupazione Israeliana. La coalizione italiana contro l’Agrexco aderisce alla chiamata palestinese al BDS in ogni suo aspetto, insieme ad un numero sempre crescente di organizzazioni e movimenti italiani ed internazionali. L’obiettivo è far sì che iniziative di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele simili a quelle applicate al Sud Africa nel periodo dell’Apartheid possano indurre il governo israeliano a riconoscere il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione ed a rispettare le norme del diritto internazionale. L’appello della Coalizione Italiana contro l’Agrexco ha ricevuto ad oggi più di 50 adesioni di associazioni nazionali e locali, sindacati e partiti politici, tra cui Assopace, Attac, Donne in nero, Federazione della Sinistra, FIOM-CIGL, Forum Palestina, Pax Christi Italia, rete ECO (Ebrei Contro l’Occupazione), Servizio Civile Internazionale, Sinistra Critica, Un Ponte Per..
#11Emanuel Baroz
“Made In Israel”, lettera-appello a Levi Montalcini e Litizzetto
Premio Nobel e attrice convincano Conad e Coop a desistere dalla “scelta suicida”
Roma, 27 mag (Il Velino) – “Facciamo appello alla sensibilità e all’intelligenza di due donne coraggiose della cultura italiana, l’onorevole Senatrice a vita nonché premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini, che per la sua Fondazione di ricerca accetta fondi della Coop, e Luciana Litizzetto, che presta il suo volto alla pubblicità della stessa catena di supermercati, affinché chiedano a Coop e NordiConad di desistere da una scelta ‘suicida’, che farebbe più danni agli italiani che ad Israele”. Inizia così la lettera aperta indirizzata a Rita Levi Montalcini e Luciana Litizzetto sulla cosiddetta questione del “made in Israel”. Una missiva che porta le firme del responsabile politiche giovanili Partito Repubblicano Italiano Vito Kahlun e, tra gli altri, dei parlamentari Pdl Maurizio Gasparri, Benedetto Della Vedova, e Fiamma Nirenstein, di Gianni Vernetti (Api), del direttore di fare futuro Filippo Rossi, come del segretario associazione Radicale “Certi Diritti”, Sergio Rovasio.
“La posizione – prosegue la lettera – è talmente faziosa che non merita neppure di essere discussa. Preso tal quale, il provvedimento di Coop e NordiConad dovrebbe piuttosto applicarsi a tutti i Paesi dove non sono rispettati i diritti umani fondamentali, dove le libertà individuali sono violate o inesistenti, dove la censura non permette al mondo e neppure alle organizzazioni umanitarie di verificare le condizioni di vita della popolazione, specialmente dei detenuti, dove non c’è libertà di parola, di stampa, di opinione, dove non si può liberamente usare Internet, Google e Twitter, dove la contestazione è repressa nel sangue e i manifestanti torturati, dove i bambini sono costretti a fare i soldati o gli schiavi nelle produzioni low cost, e le donne fatte abortire quando portano in grembo una femminuccia, dove le signore non possono guidare l’automobile o ereditare la casa del marito e se portano il capo scoperto o i pantaloni o amano un uomo senza esserne le spose sono lapidate, dove le bambine vengono infibulate e vendute, quasi impuberi, a mariti- padroni… Forse Coop e NordiConad rifiutano di approvvigionarsi di prodotti iraniani e cinesi o dei tanti paesi del mondo dove queste violenze sono cronaca quotidiana?”
“Con una distribuzione Israele-free – si legge ancora nella lettera-appello , sembra quasi che Coop e NordiConad vogliano venderci l’ideologia del politicamente corretto un tanto al chilo e con lo sconto soci. Ci permettiamo inoltre di far notare che in questa congiuntura economica, è quantomeno irresponsabile mettere a repentaglio l’occupazione degli addetti del settore: i “cattivi” prodotti israeliani, infatti, non giungono per teletrasporto fin dentro i magazzini dei supermercati, bensì attraverso una filiera in gran parte italiana. NordiConad e Coop hanno spiegato che non di boicottaggio si tratta, ma di “una sospensione commerciale limitata” a quei prodotti “potenzialmente provenienti anche dai territori occupati”. Ma c’è qualcosa di tristemente comico in questa giustificazione: è noto che la Siria compra regolarmente le ottime mele del Golan coltivate nelle più moderne aziende agricole israeliane e i regnanti dell’Arabia Saudita vogliono solo pompelmi Jaffa. In Italia purtroppo sempre più spesso proprio quella sinistra che dovrebbe essere equa e solidale, vuole essere perfino più realista del re… arabo! Vi ringraziamo per l’attenzione e speriamo di potere ottenere il Vostro aiuto”.
(Fonte: Il Velino, 27 Maggio 2010)
#12Emanuel Baroz
Marcia indietro inutile e tardivo
di Dimitri Buffa
Il “day after” della pensata politically correct di Coop e Conad, che si sono sentite in dovere di rispondere alle istigazioni di “Stop Agrexco” e di “Forum Palestina”, tese a boicottare i prodotti agricoli provenienti da Israele, rassicurando queste due organizzazioni che i loro negozi non avrebbero più esposto prodotti provenienti da Giudea e Samaria, visto che non era possibile distinguerli dai prodotti “made in Israel”, è stato all’insegna della toppa che è peggiore del buco.
La Conad in una lunga lettera smentisce di avere messo in opera boicottaggi e parla di “stagione dei pompelmi israeliani ormai finita” nonché di “forniture” che “proseguiranno regolarmente”. La Coop e la Conad, però, di fatto hanno sospeso l’esposizione di prodotti la cui tracciabilità non sarebbe chiara e al proposito Andrea Ronchi, ministro finiano per le politiche europee, ieri in un’intervista a “Il Giornale” ha parlato di “distinguo e precisazioni” che però non risolvono il problema. Aggiungendo che le “strutture distributive devono stare attente a non cadere nella trappola di chi cavalca il condizionamento indiretto per cui tutto ciò che viene da Israele è guardato con diffidenza”.
Condizionamento in cui almeno la Coop è invece caduta in pieno, basta leggere la lettera di Zucchi a quelli di “Stop Agrexco”, scritta con un ossequio che non si usa neanche verso i direttori di banca che ti devono concedere un mutuo. Pesanti poi le dichiarazioni del ministro degli Esteri Franco Frattini da Washington, che ha accusato di razzismo sia chi compie questiii tentativi di boicottaggio anti israeliano sia chi vi soggiace per opportunismo, pavidità o conformismo politically correct. Per Frattini quanto fatto da Coop e Conad è “un’iniziativa che introduce nella dinamica del mercato un elemento di razzismo estremamente pericoloso”. E ha aggiunto: “scegliere un prodotto sulla base della provenienza e non della qualità rischia di innescare dinamiche di tipo razzista, a maggiore ragione in questo caso, in cui la questione viene fatta con riferimento ai prodotti israeliani, perché sono ebrei”. Insomma “una iniziativa pericolosa e affrettata che accomuna questioni politiche ed economiche e danneggia lo sviluppo dell’intera area”.
Cosa questa notata anche dal senatore Luigi Compagna, un liberale vero che milita nel Pdl: “nel furore antisionista che la anima, la sinistra italiana non si accorge di colpire, offendere e mortificare migliaia di lavoratori palestinesi che a quei prodotti hanno lavorato. Incredibile come sull’argomento l’onorevole Bersani finora non abbia avuto nulla da dire”.
http://www.opinione.it/articolo.php?arg=1&art=92222
#13arrapoelkan
fa benissimo la conad a boicottare i prodotti made in israel quello che non dice il giornalista e che probabilmente molti dei prodotti esportati in europa sono coltivati e processati su territori occupati e che l’irrigazione di questi campi miracolo avviene con l’acqua rubata ai siriani dalle alture del Golan, quindi prima di dire TERRITORI CONTESI prego e’ meglio verificare le proprie affermazioni.
#14Emanuel Baroz
Appunto: le verifichi lei prima di scrivere amenità