I pacifinti amici di Hamas sono pronti a sbarcare a Gaza, ma nonostante questo Israele cerca di trovare una soluzione pacifica
Ministero degli Esteri israeliano: “Gli organizzatori della flottiglia cercano solo di farsi pubblicità, e gli aiuti umanitari a Gaza arrivano senza problemi attraverso i valichi“
Gerusalemme, 26 Maggio 2010 – Israele ha cercato di prevenire scontri fra le sue forze e gli attivisti anti-israeliani che intendono sbarcare illegalmente nella Striscia di Gaza, offrendo a diversi paesi di trasferire il materiale umanitario dalle imbarcazioni degli attivisti al porto di Ashdod per poi farlo recapitare nella striscia di Gaza attraverso Onu e organizzazioni umanitarie, una volta controllato il contenuto. La proposta israeliana è stata rifiutata. In particolare la Turchia, da dove sono salpate diverse delle imbarcazioni in questione (su una delle quali, ricordiamo, è presente anche il famigerato Hilarion Capucci,che ancora si presenta come Arcivescovo di Gerusalemme quando ormai è risaputo che non ha mai ricoperto quella carica!) , ha detto di non sentirsi responsabile per l’operazione e le sue conseguenze. Ne ha dato notizia martedì Yedioth Ahronoth.
Israele è convinto che i sedicenti pacifisti che accorrono in aiuto al regime di Hamas a Gaza cercheranno di creare scontri con le Forze di Difesa israeliane, chiamate a far rispettare la legalità, per filmarli e usarli nelle campagne di propaganda anti-israeliana. La Marina israeliana ha l’ordine di intercettare le imbarcazioni quando entreranno nelle acque territoriali israeliane e portare gli attivisti in un apposito centro istituito ad Ashdod, da dove i cittadini stranieri verranno espulsi dopo i dovuti accertamenti.
Il ministero degli Esteri israeliano ha ricordato che le imbarcazioni che intendono forzare il blocco al regime di Hamas nella striscia di Gaza non aiutano affatto i palestinesi che vi vivono, giacché i generi necessari già vi giungono attraverso i valichi controllati: “Organizzazioni internazionali e privati di Gaza – afferma il comunicato – garantiscono che gli alimenti, i medicinali e il vestiario necessari pervengano nella striscia di Gaza attraverso Israele. Se gli organizzatori della flottiglia fossero realmente interessati a fornire aiuti umanitari, e non a inscenare sceneggiate pubblicitarie, non farebbero altro che utilizzare i canali appropriati per garantire la consegna di tutte le forniture”.
(Fonte: Israele.net)
Nella foto: Hilarion Capucci, amico di Dalemmah e del terrorismo palestinese
#1Emanuel Baroz
Fotilla per Gaza? Solo una provocazione contro Israele
<>. Ha sostenerlo in una conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio a Tel Aviv è il colonnello Moshe Levi, comandante del distretto di Gaza e responsabile per l’ufficio di coordinamento per gli affari umanitari.
Il Colonnello Levi ha poi snocciolato le cifre a cui faceva riferimento. Oggi come oggi a Gaza entrano oltre 100 camion di aiuti umanitari al giorno. Negli ultimi mesi questi camion hanno consegnato tra le altre cose, oltre 1.200 tonnellate di medicinali e attrezzature mediche, 155 tonnellate di cibo, 2.900 tonnellate di calzature e abbigliamento, 17milioni di litri (3,85 milioni di galloni) di combustibile diesel.
< > ha poi continuato il colonnello Levi. < < Grazie agli aiuti provenienti da Israele oggi a Gaza il tasso di disoccupazione è sceso al 38% contro il 48% di pochi anni fa e questo nonostante la forte opposizione di Hamas a qualsiasi processo di sviluppo>>. Secondo dati Onu negli ultimi mesi Israele ha permesso a oltre 6.000 palestinesi di lasciare Gaza per avere cure in Israele o in Giordania.
<>. Si è conclusa così la breve conferenza stampa dove l’IDF ha confermato la sua totale opposizione a far entrare la cosiddetta “flottilla per Gaza” nelle acque territoriali controllate dalla marina israeliana.
Secondo una fonte vicina ai vertici dell’IDF ascoltata oggi a Tel Aviv “il tentativo di forzare il blocco israeliano è un atto ostile contro Israele e non ha nulla a che vedere con l’assistenza umanitaria che, come ampiamente dimostrato dai fatti, è un modo palese di mascherare l’aiuto ad Hamas e non al popolo palestinese oppresso proprio dal movimento terrorista islamico”.
Sharon Levi
http://www.secondoprotocollo.org/?p=1025