E poi si stupiscono del perchè vengano chiamati pacifinti….
Gerusalemme, 28 Maggio 2010 – I genitori di Gilad Shalit, l’ostaggio israeliano segregato da Hamas a Gaza da quasi quattro anni, hanno chiesto agli organizzatori della flottiglia “umanitaria” che intende forzare il blocco anti-regime di Hamas di trasmettere una lettera e un pacchetto al figlio. Gli “umanitari” hanno respinto la richiesta.
Secondo l’analista politico palestinese Hani al-Masri questa richiesta della famiglia sarebbe “Uno stratagemma volto a coprire gli abusi che vengono progettati ai danni degli attivisti, intenti nella loro missione umanitaria”
(Fonte: Israele.net e Infopal)
Per ulteriori dettagli cliccare qui
#1Alberto Pi
http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=176655
#2Alberto Pi
leggete anche qui:
http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=176655
#3Miranda Azzolini
Sono dei vigliacchi e, in attesa del Giudizio Superiore, giudichiamoli e puniamoli noi, chi con le parole e chi con gli atti.
#4anina
la notizia è stata smentita: http://www.paltelegraph.com/palestine/gaza-strip/6183-ecesg-haaretz-lies-regarding-gilad-shalit
e non risulta nella cronaca di oggi dei principali quotidiani israeliani
#5Emanuel Baroz
a noi risulta invece confermata, sia leggendo Ynetnews sia il Jerusalem Post di qualche giorno fa…inoltre sul web è presente la notizia in più siti di informazione. L’unica smentita (per ora) è quella che lei ha postato…
#6Enrico
necessita una pulizia eseguita con la massiama cura per estirpare il male che sta in giro. esseri inumani sono tra di noi che ci fanno soffrire necessita trovarli e neutralizzarli. dai vertici politici alla feccia di periferia.chi ha orecchie intenda
#7anina
1 da haaretz
..” Activists rejected Noam Shalit’s offer to mediate on their behalf with the government, which has vowed to block the flotilla’s entry to Gaza, if they agreed to his request………Defense Minister Ehud Barak surprised his colleagues at the meeting when he described a suggestion by journalist Eitan Haber, who reportedly proposed that the demonstrators be greeted at Ashdod by women soldiers dressed in white. They would give the activists letters destined for Shalit, after which their ships would be allowed to sail on to Gaza.”
2 da
http://www.freegaza.org/en/home/56-news/1174-israels-disinformation-campaign-against-the-gaza-freedom-flotilla
3http://twitter.com/freegazaorg
4 http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/noam-shalit-slams-israel-for-grave-failures-in-talks-to-free-son-1.293069
#8Alberto Pi
Notizia riportata anche oggi dal Corriere della Sera
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=34842
#9Mario
Spero che quando si parla in questi commenti di “pulizia da eseguire con la massima cura” non si faccia riferimento ad azioni tipo quella di stanotte alle navi di Freedom Flotilla.
Non si potrà mai passara dalla parte della ragione indiscussa finchè ci si continua a comportare in questa maniera. Mi vergogno infinitamente
#10Emanuel Baroz
Profondo dispiacere per le persone che hanno perso la vita, ma come al solito credo che le notizie arrivate qui siano un pò “diverse” da ciò che è accaduto realmente. Cmq non sarebbe dovuto succedere
#11Sharon
Le intenzioni dell’esercito israeliano erano pacifiche, basta guardare il video:
http://www.youtube.com/watch?v=P6jDIQr59Sk&feature=player_embedded
#12Sharon
“Era come un linciaggio pianificato”
Gli attivisti internazionali a bordo della flottiglia (che intendeva forzare il blocco israelo-egiziano anti-regime di Hamas a Gaza) hanno aperto il fuoco sui soldati israeliani mandati ad abbordare le navi, dopo che la flottiglia aveva ignorato l’ordine di fermarsi. È quanto hanno spiegato lunedì mattina fonti delle Forze di Difesa israeliane. Secondo le fonti, gli attivisti internazionali “avevano preparato un vero e proprio linciaggio” dei soldati saliti a bordo delle navi intorno alle 2.00 di lunedì mattina dopo che, alcune ore prima, era stato impartito l’ordine di fermarsi o di farsi scortare dalle navi israeliane fino al porto di Ashdod.
Secondo le Forze di Difesa israeliane, nel violento scontro che ne è seguito vi sarebbero stati almeno 10 attivisti morti e sei soldati israeliani feriti, alcuni anche da armi da fuoco (uno versa in condizioni critiche).
Dopo essere saliti a bordo delle navi, i militari hanno incontrato una violenta resistenza da parte di passeggeri armati di pugnali, bastoni e spranghe di ferro. I soldati hanno inizialmente fatto ricorso a mezzi anti-sommossa non letali per disperdere la folla, ma alcuni attivisti sono riusciti a impadronirsi dell’arma di un militare e hanno aperto il fuoco, scatenando la reazione e la sanguinosa escalation.
“Era come un linciaggio pianificato – ha detto uno dei soldati – Questi erano tutto meno che attivisti pacifisti”.
Le Forze di Difesa israeliane dicono che le navi saranno comunque scortate nel porto di Ashdod dove, nonostante le violenze, il carico di aiuti, dopo la dovuta ispezione, verrà trasferito alla striscia di Gaza via terra, attraverso i valichi di frontiera usati normalmente ogni giorno per far arrivare nel territorio controllato da Hamas tonnellate di beni necessari.
Nei gironi scorsi gli attivisti della flottiglia avevano ripetutamente annunciato che non avrebbero opposto nessuna resistenza all’eventuale intervento delle Forze di Difesa israeliane.
(Da: Jersualem Post, 31.5.10)
http://www.israele.net/articolo,2839.htm
#13Sharon
31/05/2010 “I partecipanti (alla flottiglia) non erano innocenti e hanno usato la violenza contro i soldati”, quando la marina israeliana ha abbordato le navi della flottiglia che intendeva forzare il blocco anti-Hamas sulla striscia di Gaza, annunciando ai partecipanti che erano in arresto. Infatti, oltre a diversi morti (forse 14, notizie non confermate) e feriti fra i partecipanti alla flottiglia, si contano anche quattro soldati israeliani feriti (anche da armi da fuoco), di cui uno in condizioni critiche.
(Fonte: Israele.net)
#14Emanuel Baroz
Gaza, la “flotta pacifista” rifiuta di aiutare Shalit
CESAREA (Israele) — S’è stancato d’allargare le braccia. «Sono quattro anni che vivo di delusioni. Questa è solo una in più…». Sono quattro anni che Noam Shalit, ogni giorno, cerca d’inventarsi qualcosa per non far dimenticare suo figlio Gilad, il caporale israeliano che Hamas tiene ostaggio a Gaza. «Le provo tutte».
Ieri sera un sit-in a Cesarea, davanti alla villa dove il premier Bibi Netanyahu si ritira per il weekend. L’altroieri, un approccio ai pacifisti della Freedom Flotilla, la flotta di navi pacifiste che sta tentando di forzare il blocco navale israeliano e di portare aiuti nella Striscia. Da Bibi, una manifestazione simbolica come tante altre. Dai pacifisti, la speranza d’un aiuto più concreto: «Mi hanno deluso — dice papà Noam —. Avevo proposto loro uno scambio: la mia famiglia vi sostiene e voi, quando incontrate i leader di Hamas, chiedete che mio figlio sia visitato dalla Croce rossa. In quattro anni, contro ogni convenzione internazionale, nessuno l’ha mai potuto vedere. Avevo preparato anche dei pacchi e delle lettere, un aiuto umanitario elementare. Ci speravo. Invece i pacifisti hanno risposto di no: “Il nostro obiettivo è solo di rompere l’assedio”. Credo che il loro obiettivo sia solo provocare: vanno là a sostenere Hamas, non ad aiutare la gente».
Free Gaza, not Shalit. Più o meno stessa ora del sit-in di Cesarea, il gran capo islamico Ismail Haniyeh s’è presentato nel porticciolo dell’Hamastan in un tripudio di bandiere turche, per elogiare «il coraggio di Ankara nel rompere la sua amicizia con Israele e nel sostenere l’impresa storica di questa flotta contro la pirateria sionista». Era lì per accogliere i pacifisti, cinque navi, 10mila tonnellate d’aiuti e cemento, 500 volontari da quaranta Paesi, compresi il vescovo Hylarion Capucci e lo sceicco Raed Sallah, la Nobel per la pace Màiread Corrigan-Maguire e pure un gruppetto d’italiani. Attesa vana: alla fine anche i turchi, che per giorni hanno sponsorizzato la spedizione, che ancora ieri si sbilanciavano nel paragonare le vittime di Gaza a quelle dell’11 settembre (parole del premier Tayyip Erdogan), pure loro hanno cominciato a fare difficoltà. La Flotilla è rimasta nella parte turca di Cipro, quella che la comunità internazionale non riconosce, e ha dovuto rimandare a stamane il blitz su Gaza: gli organizzatori vorrebbero imbarcare una ventina d’eurodeputati e di sopravvissuti alla Shoah, sperando così di mettere in difficoltà la Marina israeliana.
Sarà un caldo D-Day, oggi. «Li intercettiamo, li denunciamo, li rimandiamo indietro», promette il viceministro Danny Ayalon. Da Gerusalemme, il governo parla di «rozza trovata pubblicitaria» e promette di non andare troppo per il sottile: al porto di Ashdod sono pronti migliaia di soldati e poliziotti, centinaia di tende bianche e una quarantina di bus per i pacifisti che verranno arrestati. L’ultima volta, li hanno dovuti trattenere una settimana.
Stavolta, si vogliono tempi più rapidi: gli aiuti saranno consegnati a Gaza via terra e via Onu. Anche se, ironizza il governo israeliano, il fatto che nella Striscia ci sia un 80% di persone che sta male, il fatto che il cibo passi per i tunnel, non significa che si faccia davvero la fame: il consiglio «ai molti giornalisti presenti a Gaza è di visitare la nuova piscina inaugurata» da Hamas o di cenare al raffinato Roots Club et Restaurant, «dove cucinano un ottimo filetto alla Strogonoff e la crema di spinaci». Allusioni a un’informazione ritenuta troppo schierata. «Cattivo gusto», dicono le Ong. In una vicenda, papà Shalit insegna, dove buon gusto e sensibilità sono ormai in ostaggio.
(Fonte: Corriere della Sera, 30 maggio 2010)
#15Mario
Alcune osservazioni mi sembrano più cieche di quelle di certi pacifinti.
L’autocritica non passa da questi luoghi
Insisto con il credere che se il mondo ci critica e diffida delle nostre azioni ha ragione di farlo visti i comportamenti che a volte tiene l’esercito.
Tutto questo non fa il nostro gioco, è inutile nascondercelo.
Non si scherza con la vita, di nessuno, mai.
#16Daniele Tiles
Ovvero, quali osservazioni?
Guarda i video, chi ha alzato per primo le mani?
http://www.youtube.com/watch?v=YABBH3TxHzc
#17Mario
Daniele da una parte c’è un esercito armato fino ai denti, dall’altra 10 morti, e tu mi stai qui a chiedere chi ha alzato prima le mani!???
Manco all’asilo: “è stato prima lui!”
Perfavore non scherziamo con le vite
#18Daniele Tiles
Ah beh, tanto chiedersi come mai dei pacifinti fossero armati è una domanda che da fastidio?
Tanto chiedersi che questi erano pronti al martirio? Che erano pronti per una strage?
Sono i pacifinti che hanno rischiato (e perso) delle vite…sinceramente, se la sono andata a cercare.
Guarda qui: http://www.youtube.com/watch?v=b3L7OV414Kk&feature=player_embedded
Sìsì, questi non fanno male a nessuno…
#19Daniele Tiles
E comunque, sì, hai ragione Mario…non siamo all’asilo.
Erano stati avvertiti che non potevano passare il blocco.
Era stato richiesto a loro di entrare ad Ashdod, e hanno rifiutato.
I soldati sono andati sulle navi, e su questa sono stati aggrediti, senza aver prima sparato un colpo (i filmati lo fanno vedere benissimo). A rischio di linciaggio.
E di fronte all’attacco, di fronte al rischio di perdere la propria vita, si chiama self-defense (ed importa chi ha iniziato per primo).
#20Muriel
Ua cosa sola mi preoccupa… è vero che erano ancora in acque internazionali?
Questa, in realtà è l’unica cosa importante da sapere ora… se la nave era ancora in acque internazionali gli israeliani non avevano il diritto di abbordare…
Per quanto riguarda i vari commenti, posso capire i sentimenti dell’uno e dell’altro, ma quello che conta prima di tutto è la legalità dell’iniziativa israeliana.
Israele ha bisogno di continuare a dimostrare che è in grado di rispettare le leggi internazionali nonostante tutti gli attacchi che subisce.. sappiamo troppo bene che il resto del mondo si farebbe un piacere di affossarlo al primo sgarro…
#21Alberto Pi
@Muriel: ti riporto quanto scritto da Daniele Tiles in un’altra serie di commenti:
“Secondo il Manuale di San Remo sul Diritto internazionale applicabile ai conflitti armati sul mare, si legge nella sezione V paragrafo 67 (a) quanto segue: “Le navi mercantili che battono bandiera neutrale non possono essere attaccate a meno che: a) si possa ragionevolmente supporre che esse trasportino contrabbando o violino un blocco, e, dopo previa un’intimazione, rifiutino intenzionalmente e chiaramente di fermarsi o si oppongano intenzionalmente e chiaramente visita, perquisizione o cattura…” Come è facile constatare, Israele ha agito in modo perfettamente legale e non ha commesso nessun atto di pirateria.”
#22Muriel
@ Alberto Pi
il marittimo essendo il mio mestiere, di memoria so perfettamente che una nave in acque internazionali non può’ essere abbordata senza che quest’atto non venga considerato ‘aggressione’, alla quale il comandante ha diritto di rispondere con la forza di difesa che lui ritiene necessaria. Il testo citato qui sopra si riferisce ad azioni in acque territoriali e concordo pienamente con quanto affermato. Considerando tutti i video disponibili su youtube riguardo gli avvertimenti dati al m/v Marmora via radio e megafono, voglio sperare e credere che l’armata israeliana ha aspettato che il Marmora fosse appena entrato in acque territoriali prima di mandare l’elicottero.
Agire altrimenti, oltre ad essere autolesionista nell’opinione pubblica, rappresenterebbe un atto di pirataggio, illegale, ma soprattutto im atto di aggressione diretta al paese al quale appartiene la nave (Turchia).
Non potendo credere che Israele abbia commesso deliberatamente un atto di aggressione nei confronti della Turchia, spero di cuore che questa ‘prova’ (che Israele non ha violato le leggi internazionali marittime) venga fuori rapidamente per aprire gli occhi a coloro che continuano a non vedere…
#23Muriel
P.S. se trovate documenti ufficiali che contraddicono ciò che ho scritto, mi vedrete felicissima di leggerli ed ancora più felice di diffonderli..
Rimango convinta che questa mossa ‘umanitaria’ non era che un pretesto per provocare un incidente internazionale… Ma come ha potuto Israele cadere in un tranello cosi ovvio?
#24Daniele Tiles
Beh, Muriel, abbiamo appunto citato il Manuale di San Remo sul Diritto Internazionale applicabile ai conflitti armati sul mare. Essendo un manuale considerato importantissimo (vedere qui http://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_Internazionale_di_Diritto_Umanitario), è una fonte ufficiale per dirimere le questioni marittime, tant’è che lo ritrovi sul seguente sito ufficiale del governo turco (spero che nessuno si lamenti che questa è una risorsa contraffatta, di parte, ecc… :))
http://www.msb.gov.tr/anasayfa/phpscr/anasayfa.php
http://www.google.com/url?sa=t&source=web&ct=res&cd=9&ved=0CEMQFjAI&url=http%3A%2F%2Fwww.msb.gov.tr%2Fasad%2Feng%2Fsilahli_catisma_hukuku_eng%2FSAN%2520REMO%2520MANUAL%2520ON%2520INTERNATIONAL%2520LAW%2520APPLICABLE%2520TO%2520ARMED%2520CONFLICTS%2520AT%2520SEA%2C%252012%2520JUNE%25201994.doc&ei=HiwFTO6yCcLX-Qag192kCg&usg=AFQjCNEM5qNPfoLKIGBbADz8OOyX2FoZYg&sig2=PVGdrTCzsxgzknxIpDFKQw
La parte in inglese si trova a pagina 13
#25Muriel
ho trovato,,, ecco qui
UNITED NATIONS CONVENTION ON THE LAW OF THE SEA
SECTION 4. CONTIGUOUS ZONE – Article33
Contiguous zone
1. In a zone contiguous to its territorial sea, described as the contiguous zone, the coastal State may exercise the control necessary to:
(a) prevent infringement of its customs, fiscal, immigration or sanitary laws and regulations within its territory or territorial sea;
(b) punish infringement of the above laws and regulations committed within its territory or territorial sea.
2. The contiguous zone may not extend beyond 24 nautical miles from the baselines from which the breadth of the territorial sea is measured.
ecco il link:
http://www.un.org/Depts/los/convention_agreements/texts/unclos/closindx.htm
#26Muriel
@ Daniele
i links del manuale San Remo che ho visionato qui riguardano specificamente le regole durante un conflitto; in questo caso non esiste un conflitto dichiarato tra Turchia e Israele. Ho cercato dunque il testo della legge internazionale marittima in vigore, di cui troverai un link nel mio post qui sopra.
Come potrai verificare te stesso, i vari articoli di questo testo confermano la libertà assoluta di ogni battello in acque internazionali e l’autorità conferitagli dalla sua bandiera nazionale (diventa a tutti gli effetti simbolo della sua nazione), ma anche il diritto di difesa dei paesi costieri aventi totale autorità nelle loro acque territoriali ( più o meno come avevo avanzato)
Ho comunque trovato l’art, 33 della sezione IV che menziona chiaramente il diritto di difesa anche nella zona contigua alle acque territoriali, allungandole di ulteriori 24 miglia… questo darebbe autorità al paese costiero di prevenire una penetrazione illegale nelle sue acque territoriali…
La questione rimane sempre la stessa: dove esattamente stava la nave al momento dell’abbordaggio? sarei molto curiosa di sapere a questo punto…
#27Daniele Tiles
@Muriel: vero che non vi è un conflitto fra Israele e Turchia, ma non per questo possiamo escludere le regole che si utilizzano in un conflitto.
Stiamo infatti parlando di imbarcazioni non con intento civile, ma di forzare un blocco navale.
Il succitato articolo, a quanto mi sembra, parla appunto di “bandiera neutrale”: non è necessario che la nave batta la bandiera di uno dei due belligeranti.
#28Daniele Tiles
@Muriel: ti ringrazio anche per la tua risorsa di valore.
#29Pacifinto
Se permettete, vi parlo da pacifinto.
I militari non sono MAI buoni e questo è stato il motivo del rifiuto: Shalit è un soldato che combatte una guerra sporca ed ingiusta (come tutte le guerre d’altronde) in cui nessuno dei due ha ragione ma hanno entrambi torto marcio. Detto ciò, mi pare anche una mossa intelligente: se avessero dovuto operare a Gaza (cioè se vi fossero arrivati) di sicuro la lettera per Shalit sarebbe stata un grave ostacolo (non dimentichiamo che la Striscia è controllata da Hamas) per la loro opera di aiuto alla popolazione.
In ogni caso, questo episodio non è nuovo alla strategia di Israele, fatta di incursioni aeree per assassinare dirigenti di Hamas (come se io usassi il fucile per ammazzare le zanzare!) che puntualmente lasciavano illesi i dirigenti e decine di morti per terra.
#30Daniele Tiles
Chiaro, i coraggiossisimi dirigenti terroristi di Hamas si nascondono fra la popolazione civile, usandola come scudo, è ovvio che poi vi siano vittime civili…
Peccato che dare notizie su Shalit sia compreso nelle convenzioni di Ginevra, che i pacifinti richiedono sempre ad Israele di rispettare, e a Hamas mai.
Caspita, persino la Croce Rossa e Amnesty International si lamentano di questa cosa!
#31Ambasciata d’Israele a Roma
La Flottiglia per Gaza e il blocco marittimo di Gaza
Aspetti legali
1. Al largo della costa di Gaza è in atto un blocco marittimo. Tale blocco è stato imposto poiché Israele si trova attualmente in uno stato di conflitto armato con il regime di Hamas che controlla la Striscia di Gaza, regime che ha ripetutamente bombardato obiettivi civili in Israele, con armi contrabbandate e introdotte illegalmente a Gaza anche via mare.
2. I blocchi marittimi sono misure legittime e riconosciute dal diritto internazionale, e possono essere implementate come parte di un conflitto armato in mare.
3. Un blocco può essere imposto in mare, anche in acque internazionali, a patto che esso non impedisca l’accesso ai porti e alle coste degli Stati neutrali.
4. I manuali militari di vari paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, riconoscono il blocco navale marittimo come misura efficace e espongono i vari criteri che rendono valido un blocco, compreso l’obbligo di dare la dovuta notifica dell’esistenza del blocco.
5. Alla luce di quanto detto, va osservato che Israele ha reso nota pubblicamente l’esistenza del blocco e ha fornito le coordinate precise dello stesso blocco mediante i canali marittimi professionali internazionalmente riconosciuti. Israele ha anche inviatoappropriata notifica del caso ai governi interessati e agli organizzatori della flottigliadi protesta per Gaza. Inoltre, anche in tempo reale, fino all’ultimo momento, le navi che partecipavano alla flottiglia di protesta sono state avvertite ripetutamente che era in vigore un blocco marittimo.
6. Qui è bene ribadire che in base al Diritto Consuetudinario, la conoscenza del blocco può essere presunta una volta che il blocco è stato dichiarato e una volta reso noto mediante le appropriate notifiche.
7. In base al diritto internazionale marittimo, quando è in vigore un blocco marittimo, nessuna imbarcazione può entrare nella zona interessata dal blocco. Ciò vale per imbarcazioni sia civili sia nemiche.
8. Uno Stato può intervenire per far rispettare il blocco. Ogni imbarcazione che violi o tenti di violare il blocco marittimo può essere catturata o persino attaccata secondo il Diritto internazionale. Il Manuale dei Comandanti Statunitensi sulla legge per le Operazioni Navali stabilisce che il tentativo di violare il blocco da parte di una nave è considerato tale dal momento in cui tale imbarcazione lascia il suo porto con l’intento di eludere il blocco.
9. Qui è opportuno ribadire che i manifestanti, per mezzo di numerose dichiarazioni scritte e verbali, hanno esplicitamente manifestato la loro chiara intenzione di violare il blocco. Inoltre, la loro rotta confermava la loro chiara intenzione di violare il blocco in violazione del Diritto internazionale.
10. Data l’esplicita intenzione di violare il blocco navale da parte dei manifestanti, Israele ha esercitato il suo diritto, in base alle leggi internazionali, di far rispettare il blocco. Va osservato che, prima di intraprendere misure concrete per far rispettare il blocco, sono stati trasmessi vari avvertimenti espliciti direttamente ai capitani delle navi, per esprimere l’intenzione di Israele di esercitare il suo diritto a far rispettare il blocco.
11. Israele aveva tentato di prendere il controllo delle navi che partecipavano alla flottiglia con mezzi pacifici e in modo ordinato, sempre al fine di far rispettare il blocco. Dato l’elevato numero di navi che partecipavano alla flottiglia, si è stati costretti ad adottare misure di sicurezza per far rispettare il blocco a una certa distanza dall’area del blocco.
12. Quando gli israeliani hanno tentato di far rispettare il blocco sono stati aggrediti con violenza dai manifestanti e hanno agito per legittima difesa per respingere gli attacchi.
#32Muriel
@ Ambasciata d’Israele a Roma
Grazie per le precise ed esplicite spiegazioni, queste sono indispensabili per capire esattamente la situazione senza cadere in emozioni di parte.
@Pacifinto
dal tuo post dimostri meritare pienamente il nik di pacifinto… il ‘pacifico’ di parte, a senso unico e senza nessuna compassione per chi non è dalla ‘sua parte’.
Di quelli che si trovano in piazza con la bandiera arcobaleno (per non andare a lavorare) e poi sono pronti ad insultare, disprezzare e discriminare.
Per tua informazione, un pacifista, uno vero, non ha colore e non ne vede,,,
Ha compassione uguale per tutti quelli che soffrono, da un lato e dall’altro della barriera, che siano soldati, che sacrificano la propria vita per proteggere le loro famiglie (invece di nascondersi dietro), donne, vecchi o bambini…
Vergognatevi pacifinti del mondo intero !
#33Pacifinto
@Muriel
il nome pacifinto era volutamente provocatorio.
io non sono PACIFISTA, sono antimilitarista e (anche se fa terribilmente vecchio) antiimperialista.
in ogni caso il motivo che mi spinge ad essere se non antisraeliano molto critico nei confronti di israele è che a differenza del 47 Israele è ora uno degli elementi di maggior instabilità e di maggior pericolo dell’intero Medioriente; mi spiego: Israele possiede l’atomica e questo è un grosso grossissimo problema. inoltre evidentemente le gerarchie militari israeliane non vedono aldilà del loro naso e non sono capaci di fare un minimo di autocritica! l’attacco alla flottiglia è stato un autogol clamoroso: come può israele pensare anche solo di passare per il buono e la vittima nella questione se attacca una flottiglia di “pacifisti” (provocatori o meno) che intendono portare aiuti umanitari ad una popolazione stretta da 4 anni nella morsa di un blocco ferreo e terribile…a causa di 4 deficienti di Hamas. I quali però vedono molto più lontano di israele a quanto pare!
in ogni caso ti ringrazio per la tua risposta molto forte ma non offensiva ( adifferenza di altri che si sono espressi – su altri siti- sulla stessa questione)